Cosa ci fa la torre Eiffel alle porte di Cascina?

Cronaca
PISA e Provincia
Giovedì, 3 Novembre 2022

La Torre Eiffel è tornata al suo posto dopo un restauro durato qualche settimana e sui social è scattata da parte di molti una buona dose di ironia gratuita e fuori luogo ecco perché

In molti, colpevolmente, ignorano e fanno battute di bassa lega, altri, più umilmente, si stanno chiedendo in queste ore perché a Cascina c’è una copia, ben fatta, della Torre Eiffel. Ma che cosa lega la seconda città della provincia di Pisa alla capitale francese? La risposta ha un nome ed un cognome: Giuseppe Cei, cascinese e giustamente considerato uno dei pionieri dell’aviazione mondiale.

Giuseppe Cei nasce proprio a Cascina il 25 gennaio 1889 e fin da ragazzino frequenta Villa Isnard (sì, quella ribattezzata prosaicamente la casa della “Famiglia Addams” per la sua straordinaria somiglianza con la villa di Gomez e Morticia) di fatto “adottato” dalla famiglia Bianchi-Isnard che non aveva figli. Cei aveva una grande passione per la meccanica, alle scuole elementari riuscì a costruire un modello di locomotiva conservato per tanti anni nella scuola ed oggi purtroppo andato perduto. Terminati gli studi, Cei mostrò anche grande abilità sportiva, in particolare nella scherma, ma la passione per il volo prende in lui il sopravvento, si trasferisce a Parigi, studia costruzioni meccaniche ed aeronautiche, ma soprattutto iniziò a volare, gettando le basi per quel legame fra Parigi e Cascina che oggi è rappresentato dalla scultura posta al centro della rotatoria fra Via Tosco Romagnola e Via Nazario Sauro. Conseguì il brevetto di volo solo nel 1911 a causa di molti eventi meteorologici avversi che gli impedirono di completare le ore di volo necessarie.

L’impresa che lo ha iscritto fra i più grandi della storia arriva poche settimane dopo aver ottenuto il brevetto. Giuseppe Cei da Cascina, volò su Parigi a 1.800 metri di altezza con il biplano “Farman” e costrinse i parigini a stare con il naso all’insù e la bocca spalancata volando a spirale intorno alla Torre Eiffel, finendo per atterrare "vol planè" a motore spento.

Fra coloro rimasti affascinati da cotanta impresa anche il Presidente francese Armand Fallières che lo definì "Le roi de l'air", il re dei cieli, dopo averlo visto passare con il suo Farman addirittura sotto i ponti della Senna.

Giuseppe Cei morì il 28 marzo 1911 facendo quello che amava: volare. Il suo biplano precipitò presso l’isola Rothschild a Puteaux, durante un volo in condizioni meteorologiche avverse.

I francesi proclamarono lutto cittadino e il suo feretro sfilò con un lungo corteo per le strade di Parigi, prima di essere caricato su un treno che lo riportò in Italia. Giuseppe Cei riposa nella cappella di famiglia nel cimitero di Cascina.

Ecco perché la giunta comunale allora guidata da Alessio Antonelli decise di posizionare nella porta ovest di ingresso alla città il simbolo dell’impresa di uno dei cittadini più illustri di Cascina. E chi poteva realizzare l’opera se non Mario Vanni, conosciuto da tutti come “Stagnabricchi”, il più celebre artista del ferro cascinese una cui opera fa bella mostra di se anche sul cancello del Globe theatre, sulle rive del Tamigi a Londra.

Da Parigi alla capitale del Regno Unito, Cascina ha scritto un bel pezzo di storia recente e stupisce come in tanti (su questo i social non mentono) ignorino le gesta dei cittadini illustri che questa città ha avuto.

 

massimo.corsini