Da Calci, “Un calcio alle differenze”

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Martedì, 8 Marzo 2022

Un talk per parlare di uguaglianza, sport, pari opportunità e lotta alla discriminazione

Dopo due anni di tentativi andati a vuoto per i noti motivi legati al Covid-19, finalmente Valentina Ricotta e Francesca Franceschi sono riuscite nel loro intento di organizzare un incontro nel quale, tramite personaggi legati al calcio femminile, si potesse parlare di questi argomenti.

L’incontro aveva per titolo “Un calcio alle differenze”, un talk per parlare di uguaglianza, sport, pari opportunità e lotta alla discriminazione e si è svolto presso il Teatro Valgraziosa di Calci lunedì 7 marzo.

Al tavolo Valentina Ricotta (Assessora allo Sport e alle Pari Opportunità del Comune di Calci), Francesca Franceschi (giornalista), Stefano Landucci (Delegato Provinciale per il calcio femminile della Figc) e Alessia Capelletti (portiere dell’Empoli Ladies, partecipante al campionato di serie A). Avrebbe dovuto essere presente anche Cecilia Prugna, pisana (che ha mosso i suoi primi passi nel calcio nella Scintilla di Riglione) e attualmente capitano dell’Empoli Ladies, ma un infortunio subito in partita proprio il giorno precedente non le ha consentito di essere presente.

Tra il numeroso pubblico anche il Sindaco di Calci Massimiliano Ghimenti. Inoltre delegazioni di varie squadre, il Calci “padrone di casa”, il San Frediano, il Pietrasanta col dirigente Ciro Capuano, indimenticato difensore del Pisa Calcio nei primi anni 2000 e l'Empoli Ladies con l'addetto-stampa Filippo Tecce.

Valentina Ricotta e Francesca Franceschi hanno introdotto l’incontro spiegando le motivazioni che le hanno spinte ad organizzare questo incontro, puntualizzando il fatto che “si sta facendo molto per la parità di genere, ma che siamo ancora molto lontani dal realizzarla”: se nell’immaginario collettivo è ancora difficile associare i mestieri di ingegnere e programmatore ad una donna, figuriamoci associare una donna al calcio, sia come calciatrice, sia come arbitro, sia come giornalista.

Se a una ragazza viene chiesto “Che sport fai?” e la risposta è “nuoto”, “danza”, “pallavolo” va tutto bene, ma se la risposta è “calcio” l’ulteriore domanda è “come mai?

A tal proposito Francesca Franceschi ha letto molte dichiarazioni di giornalisti, allenatori, tecnici, ma anche cittadini comuni sui social che, proprio a seguito di queste dichiarazioni, hanno subito vari processi mentre i giornalisti sono stati radiati dall’Ordine.

Ne riportiamo solo alcune, l’elenco sarebbe molto più lungo.

“Quando sento una donna parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco”

“Una donna che gioca a calcio è nella maggior parte dei casi una lesbica”

“Le donne nel calcio? Per pulire i bagni degli spogliatoi forse”

“Non fosse per il fondoschiena della portiera giamaicana ci sarebbe da spengere la tv”

“Non hanno le palle, pensano di saper usare un pallone”

“Sei grassa come un maiale”

“Vuoi fare calcio? Ma dove vai che pesi cento chili”

A queste ne aggiungiamo altre due (che abbiamo sentito di persona, ndr) dette da allenatori “importanti”, dei quali omettiamo “per decenza” il nome. Alla mia domanda “che ne pensa del calcio femminile?” uno mi ha risposto semplicemente “Le donne all’acquaio”, l’altro “Calcio femminile? Ma non scherziamo” (c’è però anche da dire in verità che il secondo ha cambiato radicalmente idea, ndr).

A seguire è stata la volta di Alessia Capelletti (nata a Cremona il 13 ottobre 1998, le foto sono tratte dal suo profilo Instagram) a raccontare la sua storia, incalzata dalla domande della stessa Francesca Franceschi. Alessia ha così potuto ripercorrere la sua carriera a partire da quando, piccolina, è stata portata dal padre, portiere anche lui, al campo sportivo del Corona Calcio Cremona, dove ha iniziato a dare calci al pallone in squadra coi maschietti, prima da difensore, poi, proprio per fare un piacere al padre visto che nessun ragazzino voleva adattarsi tra i pali, a “inventarsi” nel ruolo di portiere.

Ha poi raccontato il suo rammarico (e quello dei suoi compagni di squadra) quando, cresciuta con l’età, non poteva più giocare nella squadra mista. Non si è però persa d’animo e, con l’aiuto dei genitori che si sono sobbarcati l’impegno di portarla agli allenamenti ad un’ora di auto di distanza, è approdata al Mozzanica. Da lì è iniziata la sua carriera nel calcio femminile, prima nella squadra giovanile poi, a quindici anni, il passaggio in prima squadra, l’approdo all’Inter per due anni dove vince il campionato di serie B, il Tavagnacco ed infine l’Empoli. Nel frattempo le chiamate anche nelle Nazionali giovanili, prima l’Under 19 e poi l’Under 23.

Adesso manca solo l’ultimo piccolo-grande passo, la chiamata nella Nazionale maggiore che, siamo certi, non mancherà ad arrivare perché, anche se Laura Giuliani è per ora un gradino più in alto, tra le varie Durante e Schroffenegger, può starci anche Alessia Capelletti… e magari il rigore parato la scorsa settimana a Cristiana Girelli, che ha decretato la prima sconfitta della Juventus dal 30 marzo 2019 ad oggi (Sassuolo-Juventus 2-1, poi tutte vittorie e solo tre pareggi), potrebbe essere un elemento decisivo per le future scelte di Milena Bertolini, commissario tecnico della Nazionale A.

Per concludere l’incontro poi, veramente tantissime le domande poste dalle bambine e dai bambini proprio ad Alessia Capelletti, che non si è fatta pregare a rispondere e che, anzi, li ha ringraziati ad uno ad uno prima degli autografi finali e gli immancabili selfie.

Nella galleria fotografica alcuni scatti effettuati durante la manifestazione.

luca.barboni