Primo Piano con CNA: edilizia, impianti, artistico

Ultima puntata della settimana di Primo Piano dedicata alla CNA Edilizia.

Ospiti negli studi di Punto Radio: Luca Benedettini (neo presidente presidente CNA Costruzioni), Graziano Turini (coordinatore CNA Costruzioni) e Marco Ammannati (presidente CNA Impianti), Sandra Ugolini (presidente CNA Artistico).

Con la conduzione di Massimo Marini e la regia di Luca Doni, dalle 9.30, sulle frequenze di Punto Radio (91.1 - 91.6 FM, in streaming su puntoradio.fm e cascinanotizie.it  o sulla App di Punto Radio) segui la puntata di Primo Piano e contribuisci al dibattito tramite la chat

 

Di seguito il comunicato del CNA Costruzioni

Appalti pubblici Anche il 2017 apre in negativo: calo del 15% nei primi due mesi per gare e importi

​Un bimestre al rallentatore per il mercato dei lavori pubblici. L'inizio del 2017 non ha portato a un'inversione di tendenza che manca ormai dallo scorso aprile, mese di entrata in vigore del nuovo codice appalti.

Nei primi due mesi dell'anno - secondo i dati dell'osservatorio Cresme Europa Servizi - sono stati promossi 2.552 bandi per un importo di 2,289 miliardi: rispetto allo stesso periodo del 2016 il numero perde il 15,2% e il valore il 15,4 per cento. Le amministrazioni comunali si confermano al primo posto tra gli enti appaltanti pur riducendo sia gli avvisi che i valori. Il dato è di 1.636 bandi (-11,8%) per 667 milioni (-34,3%). Al secondo posto si piazza a sorpresa l'edilizia sanitaria che ha promosso meno iniziative (85, -14,1%) ma più ricche (484 milioni, + 135,7%). Stesso andamento anche per le aziende speciali che hanno pubblicato 161 bandi (-9%) per 267 milioni (+38,6%) e per l'edilizia abitativa con 61 appalti (-16%) per 70,8 milioni (+52%).
Segni entrambi positivi per l'Anas, che partiva da un primo bimestre 2016 caratterizzato da gare di piccolo taglio. In questo inizio 2017 gli avvisi sono stati 59 (+3,5%) per 89 milioni (+543%). Brusca frenata invece per le opere ferroviarie che sono state solo otto (-82,6%) per 50,9 milioni (-80,3%).Tutte in perdita le classi d'importo, tranne una, quella compresa tra 15 e 50 milioni. In questa fascia da gennaio a febbraio sono state promosse 11 opere (+22%) per 376 milioni (+73%). Per i bandi superiori ai 50 milioni il calo è del 28,6% per il numero (5) e del 27,9% per il valore (807 milioni).

CNA Costruzioni: "Preoccupazione per l'eventualità di un decreto legge che cambierebbe le regole della responsabilità solidale"

“CNA Costruzioni esprime forte preoccupazione di fronte all’ eventualità che il Governo, nella riunione del Consiglio dei ministri di domani, possa varare un decreto legge sul lavoro, per evitare il referendum del 28 maggio promosso dalla Cgil sulla responsabilità solidale negli appalti, che punterebbe a spazzare via l’obbligo, per il lavoratore al quale non sono stati corrisposti i trattamenti retribuitivi, i contribuiti previdenziali, e premi assicurativi (stipendio, contribuiti INPS e premi INAIL) di agire prima sull’impresa inadempiente e poi, se necessario, sull’impresa appaltante.

Verrebbe completamente cancellato il faticoso punto di mediazione fissato con il decreto legislativo 276 del 2003 fra i legittimi interessi dei lavoratori e gli altrettanto legittimi interessi delle imprese.

Deve essere chiaro a tutti che la norma che oggi obbliga i lavoratori ad agire nei confronti del proprio datore di lavoro, prima di rivolgersi alle altre imprese della filiera dell’appalto, non elimina né diminuisce la portata e gli effetti della responsabilità solidale nei confronti del lavoratore. Rappresenta invece sicuramente una tutela importante per tutte quelle imprese che operano con serietà e nel pieno rispetto delle regole”.

Appalti pubblici “Decreto correttivo”: di male in peggio secondo CNA Impianti

E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine. La bozza del decreto di modifica del Codice Appalti non piace per nulla agli artigiani dell’impiantistica che, in particolare, criticano con forza le modifiche al subappalto.  Non bastava infatti aver apportato al  D.lgs 50/2016 la modifica che limitava il calcolo del tetto del 30% del subappalto  solo sull'importo della categoria prevalente e non più sull'intero ammontare del contratto; ora si permette anche  al titolare dell’appalto, con la modifica del comma 22 dell’art. 105, di poter usufruire di una quota di qualificazione derivante dal lavoro dei subappaltatori. Una vera e propria marcia indietro che premia le cosiddette “scatole vuote” e penalizza le imprese dei settori specialistici; in pratica, si liberalizza il subappalto e si consente di ottenere le qualificazioni SOA senza materialmente svolgere il lavoro. “E’ un combinato disposto micidiale per la crescita qualitativa del settore ed una sorta di ritorno al passato – dichiara Guido Pesaro, Responsabile Nazionale CNA Installazione Impianti - quando le imprese generali conseguivano o arricchivano le loro qualificazioni nelle categorie specialistiche ‘sfruttando’ il lavoro di altri. La Direttiva Europea 2014/24/UE, tra l’altro, consente alle stazioni appaltanti di imporre precisi requisiti alle imprese appaltatrici in merito alla loro reale capacità, in termini di risorse umane, tecniche e di esperienza professionale, di realizzare effettivamente il lavoro oggetto di appalto. Sarebbe pertanto opportuno che il legislatore facesse riferimento a questi termini legislativi senza rifugiarsi, per tentare di giustificare decisioni incomprensibili, a presunte lesioni ai principi della concorrenza che la limitazione del subappalto comporterebbe”. Se a ciò aggiungiamo che le modifiche proposte riguardano ormai 100 articoli sui 254 di cui si compone il Codice possiamo tranquillamente affermare di trovarci di fronte non certo ad un “correttivo”, ma ad una vera e propria riscrittura che va ben oltre la delega conferita al Parlamento. E di questo sembrano essere ben consapevoli quei parlamentari, come ad esempio il Sen. Esposito, che non avevano certo lesinato il proprio impegno per giungere al traguardo della riforma del vecchio Codice Appalti e che proprio sulle modifiche apportate all’istituto del subappalto non hanno mancato di far sentire le proprie critiche. “Faremo tutto il possibile – prosegue Pesaro – per evitare questa deriva che, negli anni, ha prodotto un sistema che ha progressivamente portato alla dequalificazione del settore delle opere pubbliche con i conseguenti fenomeni distorsivi del mercato ed ha agevolato l’infiltrazione della criminalità organizzata”. Andrebbe infine ricordato a qualche legislatore un  po’ distratto che ormai il mercato, anche quello delle opere pubbliche, sta cambiando e che l’impiantistica oggi costituisce il 33% del valore della produzione di tutto il settore delle costruzioni. “Nel 2015 – conclude il Responsabile degli impiantisti CNA -  il mercato dei lavori pubblici che prevedono opere di installazione, manutenzione e gestione di impianti civili ed industriali è salito del 4,5% rispetto al 2014 ed ha ormai raggiunto il 67% del totale degli appalti. Di fronte a questi numeri c’è ancora qualcuno che pur di non vedere la realtà è disposto a voltarsi da un'altra parte o a nascondere come gli struzzi la testa sotto la sabbia?”

Semplificazione in edilizia

Nasce il Dipartimento Casa Italia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri

Edilizia abitativa ed efficienza energetica i temi principali del nuovo DPT

La nuova struttura avrà compiti di indirizzo e coordinamento. Oltre al capodipartimento ci saranno sei dirigenti e 20 funzionari.

Tre dirigenti di prima fascia (incluso il capodipartimento) e quattro di seconda fascia più 20 funzionari: questa è la struttura di partenza del nuovo dipartimento "Casa Italia" incardinato a Palazzo Chigi, al quale il governo ha assicurato una dote finanziaria di 1,3 milioni per quest'anno e 2,5 milioni dal 2018 in poi. L'istituzione del dipartimento è prevista da un emendamento al decreto terremoto che il governo ha trasmesso all'Aula della Camera, dove entro la settimana si concluderà la prima lettura.

Si tratta del primo passo della struttura voluta dall'ex premier Matteo Renzi all'indomani del sisma del Centro Italia, e poi confermata dal suo successore a Palazzo Chigi, Paolo Gentiloni.  Alla nuova struttura vengono affidati compiti di indirizzo e coordinamento dell'azione strategica del governo connesse al progetto "Casa Italia" al fine di sviluppare, ottimizzare e integrare strumenti finalizzati alla cura e alla valorizzazione del territorio e delle aree urbane nonché al patrimonio abitativo, anche in riferimento alla sicurezza e all'efficienza energetica degli edifici. Nella definizione della mission del nuovo dipartimento non si leggono le parole né di rischio sismico, né di prevenzione. Il campo d'azione sul patrimonio edilizio al momento sembra circoscritto all'edilizia abitativa, che include il tema dell'efficienza energetica. Evidentemente occorre ancora definire nel dettaglio il rapporto che dovranno avere tra di loro il DPT Protezione Civile (Capo DPT Curcio) ed il DPT Casa Italia (Capo DPT ancora da individuare).

Ristrutturazioni casa, più del 50% delle richieste proviene dalle regioni del Nord Italia

La Legge di Bilancio 2017 ha prorogato la detrazione IRPEF del 50% per gli investimenti di recupero del patrimonio edilizio e le ristrutturazioni degli immobili adibiti a uso residenziale, fino a un limite di spesa pari a 96mila euro per unità immobiliare. Alla luce dell’opportunità di ottenere consistenti deduzioni per rimettere in sesto la propria abitazione, l’Osservatorio di ProntoPro.it ha condotto un’indagine sulle richieste registrate dal portale nel primo trimestre dell’anno.

Il Nord è l’area geografica che primeggia con il 56% di richieste, seguito a debita distanza dal Sud (25%) e dal Centro (20%). Analizzando i dati per regione, la tendenza viene parzialmente confermata: è la Lombardia a capitanare la classifica con il 21% di richieste, staccando nettamente le altre regioni. Al secondo posto troviamo il Lazio con il 10%, seguito ex aequo da Emilia Romagna, Piemonte e Puglia, che si fermano al 9%. Con il 7%, il Veneto precede Sicilia, Campania e Toscana, che rimangono indietro di un punto percentuale. Fanalino di coda, la Sardegna, da cui proviene soltanto il 3% delle richieste.

GLI INTERVENTI PIÙ RICHIESTI SONO QUELLI PER IL BAGNO. Ma per quali interventi in particolare si richiedono i preventivi? Il 9% del totale delle richieste è relativo alla ristrutturazione del bagno: anche in questo caso, è sempre il Nord a dominare la classifica con il 72% di richieste. Secondo posto per il Centro che, con il 14%, supera il Sud (13%).

Anche per quanto riguarda gli interventi di ristrutturazione del bagno, la Lombardia si riconferma la regione con il maggior numero di richieste di preventivo (30%), seguita dall’Emilia Romagna da cui proviene il 23% delle richieste. Il resto delle regioni si distanzia di molto in termini percentuali: il Lazio si ferma all’11%, la Toscana al 10%, la Campania all’8%. Percentuali a una cifra anche per Veneto (7%), Piemonte (6%) e Umbria (4%), quest’ultima a pari merito con la Liguria e la Sicilia.