Grande successo per lo spettacolo di Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana al Politeama di Cascina

Cultura
Cascina
Domenica, 26 Gennaio 2020

Grande successo per lo spettacolo di Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana al Politeama di Cascina. Sala grande strapiena e quasi tre ore di spettacolo dell’ultraottantenne artista

Grande successo per lo spettacolo di Renzo Arbore e l’Orchestra Italiana al Politeama di Cascina. Sala grande strapiena e quasi tre ore di spettacolo dell’ultraottantenne artista (cantautore, disc jockey, conduttore radiofonico, clarinettista, showman, autore televisivo, conduttore televisivo, sceneggiatore, regista, compositore, attore) nato a Foggia il 24 giugno 1937.

Con un’orchestra di 15 elementi ha tenuto alta l’attenzione ed gradimento del pubblico con canzoni, battute, barzellette, storie e ricordi della sua lunghissima carriera; particolarmente sentiti i ricordi di alcuni suoi vecchi amici quali Gianni Boncompagni, Luciano De Crescenzo e Riccardo Pazzaglia.

Lo spettacolo si è aperto con due classici della canzone napoletana, Reginella e subito a seguire Maruzzella; è proseguito poi con 'O sarracino e Chella Lla (con una piccola introduzione ripresa da Apache degli Shadows). A questo punto Arbore ha lasciato spazio anche ad alcuni elementi dell’orchestra, prima a Giovanni Imparato che ha interpretato Guaglione e subito dopo a Barabara Bonaiuto che ha cantato due canzoni, Voce 'E Notte! e Canção do Mar (Canzone del mare), un grande successo portoghese di Amália Rodrigues. Dopo è stata la volta di Gianni Conte, e anche lui ha presentato due canzoni: Dicitecello vuje ed il Nussun dorma della Turandòt di Giacomo Puccini. Renzo Arbore è tornato poi il protagonista dello spettacolo con un lungo e divertente ricordo dei tempi passati a proposito delle ragazze e delle serate danzanti, culminato con l’esecuzione di Una vecchia mattonella.

C’è stata poi la presentazione dell’Orchestra Italiana, un po’ lunga ma doverosa visto che si tratta di quindici elementi: Massimo Volpe (tastiere), Gianluca Pica (fisarmonica e tastiere), Nicola Cantatore (chitarra elettrica e acustica), Giovanni Imparato e Peppe Sannino (percussioni), Roberto Ciscognetti (batteria), Massimo Cecchetti (basso), Michele Montefusco e Paolo Termini (chitarra classica e acustica), Salvatore Esposito, Raffaele La Ragione e Salvatore Della Vecchia (mandolini, mandole e mandoloncelli) ed infine Barbara Buonaiuto, Gianni Conte e Mariano Caiano (voci soliste).

Lo spettacolo è proseguito poi con altri due brani “napoletani”: Mandulinata a Napule (uno strumentale per mandolini e orchestra) e Malafemmena.

A questo punto buona parte dell’orchestra è uscita momentaneamente di scena e sul palco è rimasto Arbore, al piano elettrico, con cinque soli elementi (tastiere, due chitarre, basso e batteria) con i quali Renzo ha interpretato due canzoni: Piove, di Domenico Modugno (di gran lunga il “momento” più alto dell’intero concerto!) e Oh mamma non ho voglia di studiar.

Dopodiché Arbore ha tolto i vestiti di cantante ed ha messo quelli di showman: un quarto d’ora di battute e barzellette facendo il giro d’Italia: “ma la sapete quella del Napoletano e del Milanese?... e quella del Romano?... poi c’è quella del Molisano…  ah, i Genovesi… e poi i Toscani…”. Ha rimesso poi l’abito del cantante con Smorza 'e llights ed è tornato sui classici napoletani con Comme Facette Mammeta? e Aummo Aummo. Si è poi spostato in America con Everybody’s Talking, grande successo di Harry Nilsson tratto dalla colonna sonora del film “Un uomo da marciapiede”, ma è stato solo un pretesto perché con un medley davvero inconsueto è passato poi a 'O surdato 'nnammurato, con la quale si è conclusa la parte ufficiale del concerto.

Ovvia ed immancabile la richiamata in scena con una lunga reinterpretazione di Ma la notte no! (con inflessioni maccheroniche mondiali - Hawaiane, Messicane, Cubane, ecc. - ed inserimenti di famose canzoni quali Banana Boat e Boombastic). Subito dopo Vengo dopo il Tiggì, La vita è tutta un quiz e Tanto pe’ cantà (cantata direttamente dal pubblico).

A grande richiesta poi la chiusura con Luna Rossa e lo “stratagemma” per chiudere veramente… “adesso facciamo Cacao meravigliao e mentre noi cantiamo questa canzone, voi vi alzate, cominciate a ballare e ve ne andate”

Per concludere, uno spettacolo che ha lasciato assai felice il pubblico, si vedeva dalle facce e si sentiva dai commenti delle persone mentre uscivano. Se proprio si vuol trovare un “piccolo” difetto in tutto lo spettacolo forse è stata l’autocelebrazione (un po’ troppo ostentata secondo chi scrive, ndr) in un videoclip proiettato prima dell’inizio dello spettacolo stesso dove vengono ricordati, nella prima parte, interviste e duetti con grandi stelle mondiali dello spettacolo e nella seconda i numerosi concerti tenuti in tutte le parti del mondo. Ma tutto sommato non ha mostrato niente di falso e può darsi che al pubblico abbia fatto piacere assistere anche a tutto questo…

 

luca.barboni