I mali del Pisa emersi contro il Brescia

La mancanza di un piano B e l'apatia della piazza, due campanelli d'allarme che squillano ormai da tempo

Cosa lascia la sfida con il Brescia? I temi sono essenzialmente due, uno tecnico ed uno di carattere strettamente ambientale. Partendo da quest’ultimo il senso di distacco fra ambiente e squadra si fa sempre più evidente partita dopo partita, i motivi possono essere di vario genere. Da una parte una squadra che non fa scattare la scintilla, dall’altra un’Arena Garibaldi incerottata, con una gradinata che con quel telo bianco sembra realmente fasciata a simboleggiare una ferita aperta nella struttura, ma anche nella piazza. A tutto questo va aggiunta l’assuefazione alla categoria che pure gioca un ruolo importante ed ecco che si spiega questa pericolosa apatia, pericolosa perché, lo abbiamo già scritto, è l’ingrediente principale per trovarsi in grossi grossi guai.

Dal punto di vista tecnico invece il Pisa ha mostrato tutti i suoi limiti nel secondo tempo, quando l’atteggiamento del Brescia è cambiato e le rondinelle hanno capito che affrontare il Pisa sul suo stesso piano, ovvero quello del gioco a tutto campo era controproducente. Nella prima frazione di gioco con il pressing a tutto campo da affrontare i nerazzurri sono riusciti, con i fraseggio di prima, a superare il muro avversario e a dare fluidità alla manovra. Quando il Brescia nella ripresa ha abbassato il suo baricentro, sono tornati a galla tutti i problemi di una squadra incapace di sfondare il muro avversario a causa di mancanza di idee e di poco movimento senza palla. Un Pisa insomma senza un piano B da utilizzare quando la partita cambia pelle, un Pisa che deve fare uno scatto in più perchè arrivare così a gennaio, quando servirà un restyling con i fiocchi, può davvero essere dura in vista soprattutto del trittico di fuoco che attende adesso il Pisa. Cremonese, Catanzaro e Palermo saranno tre partite decisive per il futuro dei nerazzurri.