Il borsino di Pisa - Pistoiese

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Lunedì, 11 Febbraio 2019

Il Pisa torna a vincere e questo è il dato più importante, ecco cosa funziona, cosa no e cosa è da rivedere. Il pianto liberatorio di Moscardelli ci ricorda che il calcio è anche sentimento e passione

Il Pisa torna alla vittoria in quella che è stata la peggior prestazione del 2019. Il calcio molto spesso è strano e questo è certamente il suo bello. Prestazioni come quelle messa in mostra contro Siena e Piacenza hanno fruttato solo due pareggi, mentre ieri il Pisa ha portato a casa l’intera posta.

Detto questo nella valutazione della prestazione contro la squadra arancione non si può non tenere in considerazione che ai nerazzurri mancavano cinque giocatori, cinque over, cinque uomini che se disponibili con molta probabilità, sarebbero stati tutti quanti nell’undici iniziale. Non è un dato di poco conto, soprattutto se messo in relazione al fatto che le rose delle squadre non possono avere più di 14 over.

COSA FUNZIONA La partita di ieri ci riconsegna Davide Moscardelli, due reti, quattro goal in tre giorni se si considera anche la Coppa Italia, un ottimo lavoro nei minuti di recupero quando c’era da nascondere la palla e poi quel pianto liberatorio sotto la curva Nord, mai così vestita a festa per ricordare Maurizio Alberti a 20 anni dalla sua scomparsa. La commozione del capitano ci spalanca davanti agli occhi quella che è stata la sofferenza dell’uomo nei mesi in è rimasto fermo ai box, nelle settimane in cui le gambe non giravano ed il goal non arrivava. Quel pianto ci fa rivivere come un flashback il goal divorato a Cuneo a due passi dalla porta che tutti noi avevamo troppo presto innalzato a simbolo della fine di un giocatore che invece ieri ha dimostrato di essere ancora tale, ma prima ancora di essere un uomo vero, perché i sentimenti nel calcio contano, eccome se contano.

Ha funzionato anche Birindelli nell’insolita posizione di terzino sinistro, e qui da elogiare c’è anche il coraggio dell’allenatore che nel momento di difficoltà si è inventato questa soluzione che ha un po’ sorpreso tutti, non il giocatore che ha sciorinato una prestazione eccellente, forse la migliore da quando veste la maglia nerazzurra.

COSA NON FUNZIONA Il Pisa ha nuovamente fatto fatica a costruire gioco contro una squadra che è venuta all’Arena al motto di primo non prenderle. Pur tenendo in considerazione le importanti assenze si sperava in un Pisa in grado di scardirare con più facilità gli avversari che giocano sulle ripartenze.

Non si può poi non mettere sul banco degli imputati, ancora una volta, il reparto arretrato. Tolto De Vitis, che nella ripresa è salito a centrocampo, è nuovamente emersa la fragilità della difesa nerazzurra dove, fino a questo momento, Benedetti non sta facendo la differenza come si sperava al momento del suo acquisto. Un problema che a meno di improbabili colpi di scena il Pisa si porterà dietro fino alla fine della stagione. Ieri anche il centrocampo non ha lavorato a dovere, troppe le assenze importanti, sopperite nel primo tempo con giocatori di lotta e non di costruzione. Il risultato è stato impietoso tanto che nella ripresa D’Angelo è dovuto correre ai ripari alzando De Vitis e lasciando scoperta la difesa. Mai come in questo caso si può parlare di coperta eccessivamente corta.

DA RIVEDERE L’esperimento di Birindelli sulla sinistra è certamente un arma in più che potrebbe essere utilizzata anche a partita in corso, avere la possibilità di invertire Lisi con Birindelli potrebbe togliere punti di riferimento alle difese avversarie e rendere ancora più pericoloso il Pisa sulle fasce. Detto questo godiamoci questi tre punti che mancavano da troppo tempo, auguriamoci che ora, anche a livello mentale, la squadra si senta più libera e meno timorosa, insomma speriamo che quello che nel tennis si chiama “il braccino” sparisca e il Pisa prenda consapevolezza nei propri mezzi.

Chiudiamo con qualche numero: il Pisa ha beneficiato in questa stagione di 5 calci di rigore a favore che sommati ai 9 calciati in coppa Italia (5 contro la Triestina e 4 contro la Cremonese), fa un totale di 14 penalty tutti trasformati da 10 calciatori diversi. Sono in vece 11 i rigori contro (cinque nelle ultime quattro partite), 7 trasformati, 2 parati da Gori e due calciati fuori. Ben 6 invece le espulsioni, quattro dall’inizio del girone di ritorno.

massimo.corsini