Il B...orsino di Triestina - Pisa

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PISA e Provincia
Lunedì, 10 Giugno 2019

A Trieste il sogno è diventato realtà, il nostro borsino questa volta va oltre gli ultimi 120' di gioco

È finita come meglio non era possibile. Questa volta la festa è totale, vera, genuina, niente a che vedere con quella strozzata in gola del 2016. Qui si può sorridere a tutto tondo, una promozione con delle basi così importanti, tecniche e societarie non capitava da 40 anni, precisi precisi.

COSA FUNZIONA La società ha saputo ripartire dai proprio errori. L’intelligenza e le capacità delle persone si misurano nella loro abilità nel fare tesoro degli sbagli. Lo scorso anno, venne fin troppo sbandierato un obiettivo poi non raggiunto, quest’anno si è deciso di tenere un basso profilo, salvo poi scoprire, a giochi fatti, che l’obiettivo era proprio quello di salire in serie B, a fari spenti è meglio, e la vittoria di ieri ne è la dimostrazione.

Il Direttore Sportivo Roberto Gemmi, era il tassello che mancava. La società lo ha individuato e portato a Pisa. Un DS giovane, gran lavoratore, non si è limitato a fare mercato (da favola), ma anche da trait d'union fra i giocatori ed il club, fondamentale se si vogliono ottenere risultati importanti

L’allenatore, è un grande conoscitore di calcio, ma non basta. Per essere vincenti occorre essere anche grandi uomini. D’Angelo lo ha sempre dimostrato, mettendoci la faccia quando le cose non andavano per il verso giusto, salvo poi lasciare la ribalta ai suoi ragazzi nel momento in cui c’era da stappare lo champagne. Il capolavoro tattico di ieri è stata poi la ciliegina sulla torta. Un 352 che si trasformava in 442, che ha scombussolato il piano tattico degli avversari, poi quando sono venuti meno entrambi gli esterni ha chiesto un sacrificio a Buschiazzo, Minesso e Marin, mandandoli sulle fasce, ma soprattutto dove c’era bisogno di tappare un buco. Sembrava il calcio totale dell’Olanda anni ’70 e credetemi il paragone non è irriverente.

I giocatori, una squadra che è sbocciata in un gruppo unito come non si vedeva da tempo. Dentro ci sono uomini come Masucci, che per due anni hanno ingoiato delusioni atroci in maglia nerazzurra, altri che sono a Pisa dallo scorso campionato dal quale erano stati risucchiati in un anonimato troppo brutto per essere vero, e pensiamo per esempio a Di Quinzio, ma anche a Lisi, Gucher, De Vitis e Izzilo. E poi coloro che sono arrivati nel corso di questa stagione sia in estate che a gennaio e che sono riusciti a portare in dote quell’amalgama che mancava. Infine c’è Davide Moscardelli, per lui, 39 anni, una menzione speciale. Perché quello che ha fatto nello spogliatoio e a bordo campo, vale tanto oro quanto i goal segnati e gli assist dispensati nel corso della stagione. Conquista la prima promozione della serie C e a fine partita era il più scatenato di tutti, come se il nerazzurro e la croce pisana l’avesse tatuata sulla pelle da sempre.

Il pubblico poi completa il quadro. Ieri a Trieste la muraglia nerazzurra ha sovrastato il tifo avversario dal primo al 120’. Un amore sconfinato che tracimava lungo l’autostrada agli autogrill invasi dalla gioia, ma anche dalla correttezza del pubblico pisano e chi dice il contrario mente sapendo di mentire. Vanno ricordati però anche coloro che per un motivo o per l’altro sono rimasti in città ed hanno invaso l’Arena come se la partita si giocasse lì. Con un popolo così ogni traguardo non può essere precluso.

COSA NON FUNZIONA Bisognava arrivare primi… no dai si scherza. Facciamoci una risata e saltiamo questo paragrafo

DA RIVEDERE Tutta la stagione, dalla Triestina… alla Triestina. Dieci mesi che sono stati un crescendo e che meritano di restare scolpiti nell’anima e nel cuore di tutti quelli che vogliono bene al Pisa.

 

massimo.corsini