Il Pisa merita più rispetto

Sport
PISA e Provincia
Lunedì, 8 Novembre 2021

Tre espulsi in una partita come il 15 dicembre 2013 in Lecce-Pisa, arbitrava Sacchi di Macerata, furono cacciati, Rozzio, Pellegrini e Cia

Nella surreale notte di Cittadella il Pisa incassa la seconda sconfitta stagionale al termine di una partita che fintanto che si è potuta definire di calcio ha condotto con cipiglio costringendo quasi costantemente il Cittadella nella propria metà campo e solo un miracolo di Kastrati e un palo amico su papera dello stesso portiere, hanno negato al Pisa quello che fino al 40’ sarebbe stato un meritato vantaggio. Verso la fien del primo tempo la partita è cambiata. È cambiata con la giusta espulsione di Nagy su una ripartenza dove il Pisa si è fatto trovare scoperto e questo, purtroppo, capita troppo spesso. L’errore è risultato fatale contro una squadra che ha dovuto attendere il 92’ per chiudere una partita in tripla superiorità numerica.

Questa è scarna analisi finchè c’è stata partita, poi al gioco che “non si parla dell’arbitro”, il sottoscritto non ci sta, e se l’arbitro sale sul palcoscenico ergendosi a protagonista assoluto se ne parla eccome. Le espulsioni di Toure e Lucca sono due errori imperdonabili e lo sono ancora di più nell’epoca del Var, strumento utilizzato male e che rasenta il limite dell’inutilità. Perché? Perché se l’arbitro da pochi metri non riesce a vedere Benedetti che trattiene per due volte Toure per la maglia, o è in malafede oppure non stava vedendo l’azione e ha estratto il rosso sono attratto dall’urlo belluino di un giocatore esperto, o meglio attore consumato che si contorce. In entrambe le ipotesi è giusto che l’occhio della telecamera entri in funzione e chiarisca le idee all’arbitro e/o al suo assistente.

L’espulsione di Lucca invece va approfondita sotto un’altra chiave. In primis bisogna stabilire se quel talento celebrato su tutti i giornali con lenzuolate di inchiostro che lo hanno elevato a salvatore della patria calcistica in cerca disperata di un numero 9 vero, è funzionale al gioco del calcio, ossia se un calciatore di 201 centimetri può avere il diritto di muoversi su un campo di calcio e andare a contrasto con difensori che gli rendono 20-30 centimetri. Se la risposta è si allora nessuna delle due ammonizioni è giustificata (in particolare la seconda), se la risposta è no, allora tutti gli addetti ai lavori hanno scherzato e Lorenzo Lucca dovrebbe cambiare sport perché in questo calcio è impossibilitato a muoversi se marcato a uomo come sta accadendo da settimane. È intollerabile che quello che da tutti viene riconosciuto come il miglior giovane talento del calcio italiano sia costantemente penalizzato al punto da risultare ai primi posti della classifica dei giocatori più fallosi e questo dato è anche un penoso retaggio di una mentalità in voga nel nostro paese secondo la quale nel dubbio si premia sempre il difensore, in campo internazionale invece il metro di giudizio cambia decisamente.

In ultimo c’è da sottolineare come il Pisa nelle ultime settimane sia stato utilizzato come laboratorio da parte del designatore e questo è stupefacente per una squadra capolista. Al netto di Orsato che ha diretto la partita di Cremona, il Pisa si è visto arbitrare da un esordiente totale, Paride Tremolada, Pisa-Pordenone, un fischietto che non è neanche iscritto nei ruoli di Serie A-B, ma solo in quelli di C, Matteo Marcenaro, Pisa-Ascoli, prima stagione in serie B, con appena una manciata di partite arbitrate, e un paio di designazioni tutte toscane (Baroni, Crotone-Pisa e appunto Meraviglia ieri), che sono incomprensibili per le polemiche che la vicinanza geografica può portare. Se questa è la politica del neo presidente dell’Aia Alfredo Trantalange per risollevare la categoria dopo i danni incommensurabili compiuti dalla pessima gestione Nicchi, la strada è proprio quella sbagliata, urge un cambio di rotta deciso e repentino perché certe designazioni e certi trattamenti sono inaccettabili.

Adesso prima di Pisa-Benevento c’è la sosta, inopportuna e certamente più utile ai sanniti reduci da due sconfitte interne di fila. Alla ripresa D’Angelo potrà contare fondamentalmente sulla vecchia guardia, per un Pisa che conterà le assenze di tre acquisti (e investimenti), fra i più importanti della storia del club nerazzurro, un peccato perché a perdere con il Cittadella ci siamo anche abituati (purtroppo) ma a vedersi rovinare una parte di campionato per manifesta incompetenza il Pisa, i suoi tifosi e la sua proprietà non lo merita.

massimo.corsini