L'anteprima di Pisa-Pontedera

Sport
Giovedì, 19 Aprile 2018

Avevamo un sogno: era quello di riaprire un campionato che soltanto tre settimane fa sembrava chiuso. Quel sogno si è infranto di fronte ad una prestazione deludente sotto l’aspetto caratteriale e non solo.  Nella vita gli errori si pagano sempre a caro prezzo, ma come disse durante una conferenza stampa Gennaro Gattuso, uno che la serie C l’ha vinta, il bello del calcio è che ti dà sempre la possibilità di riscattarti nel breve periodo. Il Pisa in questa stagione di occasioni di riscatto ne ha avute a piene mani, ma non le ha mai sfruttate. Adesso, l’unico riscatto possibile, è difendere con le unghie e con i denti il terzo posto in classifica, improvvisamente diventato l’obiettivo massimo e più credibile di questo finale di stagione, ma non certo facile da raggiungere. Serve non inciampare più, servono almeno quattro punti nelle due rimanenti gare per non arrivare all’ultima giornata, quella di riposo, e vedere gli altri che sul filo di lana ti sorpassano.

L’ennesima occasione di riscatto passa dall’Arena Garibaldi, nella partita contro il Pontedera avversario tutt’altro che agevole, avversario che storicamente ha sempre dato filo da torcere al Pisa, avversario che vive i suoi sogni di gloria stagionali nelle due sfide contro i neroazzurri, come se quello fosse il crocevia del loro campionato.

Il Pisa si lecca le ferite del Derby e riparte dallo stesso modulo. Ancora 442, anche se qualcosa potrebbe cambiare nella scelta degli uomini. Fuori servizio Mannini, convalescente dopo una microfrattura al piede, ballottaggio di uomini in difesa, dove Sabotic dovrebbe ancora avere la meglio su Ingrosso e a centrocampo dove potrebbe scoccare l’ora di Izzillo. Ecco che il Pisa potrebbe quindi schierarsi con Voltolini in porta, Birindelli e Filippini terzini di fascia, Lisuzzo e Sabotic centrali. A centrocampo Lisi e Di Quinzio sugli esterni, con Gucher e Izzillo in mezzo, in attacco confermatoEusepi, per il ruolo di seconda punta è ballottagio fra Negro Masucci.

I granata scenderanno all’Arena per quello che è il loro derby in formazione tipo, ovvero quella frutto del mercato di gennaio dove, nonostante la partenza di bomber Pesenti, la squadra ha trovato maggiore equilibrio rafforzandosi in difesa con l’arrivo di Rossini. Spazio quindi al 352 con Contini fra i pali Risaliti, Borri e Rossini difensori centrali, Corsinelli e Posocco esterni che spesso tengono a scambiarsi la corsia, Gargiulo Calcagni e l’ex Caponi in mezzo e in attacco con Pinzauti, una vecchia volpe della serie C come “Gigio” Grassi.

A dirigere Pisa-Pontedera è stato chiamato Lorenzo Maggioni di Lecco, che sarà assistito da Marco Trinchieri di Milano e Ruben Liberato Angotti di Bologna. Nessun precedente con il Pisa, mentre è stato protagonista di uno 0-0 fra Pontedera e Pistoiese nell’unica volta che ha incrociato i granata.

Che la partita contro il Pontedera non sia di quelle da prendere sottogamba anche i precedenti sono lì a dimostrarlo: Undici volte le due squadre si sono affrontate sul prato dell’Arena (5 volte in serie C, 3 in C2, 1 in SerieD 2 in IV Serie) con un bilancio di sostanziale equilibrio: 4 vittoria del Pisa, altrettanti pareggi e tre vittorie del Pontedera. I neroazzurri mancano l’appuntamento con i tre punti dalla stagione 2009/2010, era la 15esima giornata di ritorno del campionato di serie D e la partita venne decisa da una rete di Cantoro dopo 17’ al termine di un’azione sviluppatasi sulla corsia di destra ed innescata da un lancio di Papa che mette in moto Laezza che appoggia a centro area per l’accorrente Cantoro, bravo ad evitare l’intervento della difesa avversaria e a battere Poli. Questa vittoria dette il via alla festa per il ritorno del Pisa, dopo un anno di inferno, fra i professionisti. Era il 18 aprile. Pisa-Pontedera si giocherà il 20, giorno in cui si celebra un altro anniversario importante: era il 1996 quando il Pisa, sempre in Serie D, si trova ad affrontare il Nizza Millefonti. La partita arriva al culmine di una stagione difficile. Il Pisa, dopo la fine dell’era Anconetani è scivolato addirittura in Eccellenza e poi, grazie ad un ripescaggio in quarta serie. Gerbi e Posarelli allestiscono una squadra di primo ordine: su tutti spiccano Gianluca Signorini, Capitano con la C maiuscola del Genoa, eroe di Anfield qualche anno prima, che vuole concludere la carriera restituendo la giusta dimensione alla città che lo ha lanciato nel mondo del calcio, e Davide Lucarelli, anche lui a fine percorso calcistico, non ha saputo resistere al grido di aiuto di una piazza che tanto gli ha dato. Con loro un mix di giovani (Niccolini, Spinesi, che poi volerà all’Inter, Baldini), di esperti della categoria (Schiaffino, Gargani, Del Rosso) e poi Paolo Andreotti, la vera rivelazione, destinato a diventare una bandiera nerazzurra. Dopo un testa a testa estenuante con l’Aosta prima, memorabile lo scontro diretto all’Arena davanti a 9.000 spettatori dove Zaniolo in preda ad una crisi di nervi dette il peggio di se, e con la Biellese poi, il Pisa si presenta a Nizza Millefonti dopo aver mancato il match point la settimana precedente non andando oltre l’1-1 in casa contro il Saluzzo. Per certificare la promozione serve una vittoria in Piemonte e la vittoria arriva, di misura, 1-0, a metterci il sigillo non poteva essere che il capitano Gianluca Signorini che con un imperioso stacco di testa mette la palla alle spalle del portiere Del Seno. Il resto è storia, come la corsa verso il settore ospiti per un abbraccio virtuale con tutti i tifosi, sempre tantissimi, al seguito, abbraccio che diventa reale perché la recinzione dello stadio di Nizza Millefonti, inadeguato all’evento, cede sotto il peso della calca. Niente di grave, niente di serio, forse gli Dei del calcio hanno volutamente tolto il divisorio per rendere vero, caloroso e sentito quell’abbraccio che è simbolicamente anche il riconoscimento di una città intera alla carriera di un grande giocatore e di un uomo straordinario come Gianluca Signorini.

massimo.corsini