Pisa, si può fare calcio così?

Sport
Mercoledì, 3 Agosto 2016

Dopo 48 ore degne della migliore fiction di Hollywood, l’unico dato certo e inconfutabile è che la crisi societaria del Pisa è risolta. Risolta non come la piazza voleva, ovvero con la cessione del Pisa da parte di Britaly Post a Maurizio Mian ed il ritorno di Rino Gattuso sulla panchina nerazzurra. La crisi societaria si è risolta con Britaly Post che mantiene il pacchetto azionario, totalitario, dell’AC Pisa 1909, con un consiglio di amministrazione, nominato appena 23 giorni fa, azzerato e rimodulato sulle nuove esigenze degli equilibri societari.

Via tutta l’ala Gattusiana. Dopo le dimissioni di Minghetti, e arrivato il sollevamento dalla carica di vice presidente di Giancarlo Freggia, da sempre indicato come il garante della pisanità della società, e ricordiamolo, artefice un anno fa, del passaggio delle quote da Carlo Battini a Fabrizio Lucchesi. Entra Maurizio Mian ufficialmente, secondo il comunicato della società come presidente, mentre lui afferma di essere solo presidente onorario: la differenza non è certo di poco conto e sarebbe da chiarire. Dentro anche Lorenzo Giorgio Petroni, figlio di Fabio, e nuovo vice presidente. Confermati Vincenzo Taverniti e Giuseppe Tambone, rispetto al vecchio cda resta una x per rimpiazzare l’avvocato Minghetti. La casella potrebbe essere riempita da Alessandro Trolese, persona vicina a Maurizio Mian e già vicepresidente vicario di ConfCommercio Pisa.

Questo è l’assetto societario con il quale il Pisa andrà ad affrontare la sua prima stagione in serie B. Per quanto riguarda la parte tecnica è tutto un grande punto interrogativo. L’unico dato certo, almeno per il momento, è che Fabrizio Lucchesi è il Direttore Generale: a lui la responsabilità di trovare un nuovo allenatore e di gestire i malumori all’interno dello spogliatoio, oltre a dover accontentare in sede di mercato la nuova guida tecnica.

Al netto di tutti questi nomi e fatti che hanno sconvolto l'anima calcistica della città la domanda che ci poniamo è: E’ possibile fare calcio a Pisa così? Quarantotto ore fa, nel prospettare i vari scenari, paragonammo la permanenza di Britaly Post al Pisa come quella di Lotito alla Lazio. Il paragone ci venne spontaneo dopo l’assemblea pubblica dei tifosi nerazzurri all’Arena Garibaldi, nella quale gli stessi si sono espressi pesantemente contro questa proprietà ed a favore di Gennaro Gattuso.
“All’Arena il Pisa gioca con Gattuso in panchina o all’Arena non si gioca” questa, in sintesi, la volontà dei supporters del Pisa, che si sa, quando promettono poi mantengono.

A chi giova portare avanti questo braccio di ferro con la piazza? Lotito guida la Lazio contro tutto e tutti, ma in quel caso siamo di fronte ad una società con le spalle larghe, un club con risonanza mediatica di livello mondiale, a Pisa la squadra di calcio di fronte ad uno stadio vuoto, alla mancanza di abbonamenti, ad una contestazione costante non potrebbe sopravvivere. Lo capì molto bene Carlo Battini, giusto un anno fa, era il 5 agosto, che di fronte ad un Arena Garibaldi imbufalita, pensò che fosse giunto il momento di passare la mano. Allora la partita si giocò, stasera chissà e potrebbe solo essere l’inizio.

Il Pisa vive della passione della sua città, se viene meno questo ingrediente il risultato finale può essere solo uno: la morte del calcio.

massimo.corsini