Scuola solo per i residenti, famiglie in rivolta a Crespina

Cronaca
Crespina - Lorenzana
Venerdì, 9 Aprile 2021

Fallita la conciliazione, sabato 10 aprile presidio di fronte all'istituto capofila del progetto Senza Zaino. "Il Comune ha voluto escludere arbitrariamente 16 bambini e bambine residenti in quello limitrofo"

Dopo mesi di tentativi, la conciliazione tra famiglie e Comune di Crespina Lorenzana non è stata possibile e sabato 10 aprile, davanti alla nuova scuola media "Cozzi" di Crespina, sarà organizzato un presidio - scrivono le famiglie in una mail - "per sensibilizzare l'opinione pubblica".

Motivo del contendere? La scelta del Comune di Crespina-Lorenzana e del sindaco Thomas D'Addona - scrivono ancora le famiglie - di modificare arbitrariamente "la destinazione d’uso di alcune aule di un plesso scolastico statale per escludere 16 bimbe/i residenti nel comune limitrofo".

Le scuole medie Cozzi fanno parte dell'Istituto Comprensivo Giovanni Mariti di Fauglia, Scuola Capofila Rete Senza Zaino (riporta orgogliosamente il sito dell'IC), "nato nell’anno scolastico 1999/2000 riunendo insieme le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie dei Comuni di Crespina, Fauglia, Lorenzana, Orciano Pisano e Santa Luce".

La battaglia tra famiglie e Comune di Crespina-Lorenzana  - proseguono i genitori in protesta - si acuisce "Il giorno dopo la chiusura ufficiale delle iscrizioni", quando "appurato che di 61 domande, 16 erano di alunne e alunni provenienti dallo stesso Istituto Mariti ma non residenti nel comune, la Giunta Comunale ha modificato la destinazione d’uso delle aule portando la capienza del nuovo plesso, progettato per 3 sezioni ampliabili a 4, a solo 2 sezioni escludendo di fatto gli iscritti di fuori comune".

IL PUNTO DI VISTA DELLE FAMIGLIE IN 12 PUNTI

  1. Siamo nella provincia di Pisa.
  2. L'istituto Mariti, istituto comprensivo composto da 13 scuole a partire dall'infanzia fino alle scuole medie, capofila nazionale del progetto Senza Zaino, si estende su 4 comuni. Uno di questi è il comune di Crespina-Lorenzana.
  3. L'istituto è un eccellenza, riconosciuto a livello nazionale  per essere promotore del metodo didattico Senza Zaino.
  4. Questo ha fatto sì che negli ultimi anni famiglie di comuni limitrofi scegliessero questo Istituto per iscrivervi i figli. La legge italiana lo permette, l'istituto non ha mai ostacolato tale libera scelta e le singole scuole hanno spesso beneficiato di questi "apporti esterni" sia in termini di ricchezza e vitalità che in termini di numeri. In generale le singole Amministrazioni Comunali si sono dimostrate aperte e collaborative nei confronti delle famiglie dei bambini non residenti.
  5. Così non è stato con l'Amministrazione del Comune di Crespina Lorenzana che ha più volte sottolineato che i bambini non residenti sono portatori di costi (senza per altro mai addurre documentazione che ne provasse l'entità nè tanto meno cercare un confronto con le amministrazioni dei comuni da cui provengono questi studenti per provare a risolvere il problema lamentato) e che le scuole del loro territorio sono solo a disposizione dei cittadini residenti e non di altri.
  6. La situazione si è inasprita questo gennaio quando la dirigenza scolastica ha richiesto al provveditorato di Pisa l'attivazione di una terza sezione per l'a.s. 2021/2022  in quanto il numero degli iscritti lo ha reso necessario.
  7. Il sindaco del comune di Crespina-Lorenzana si è opposto a questa richiesta dicendo, anche pubblicamente, che la scuola potrà ospitare le 3 sezioni solo quando saranno tutte composte da soli bambini residenti nel Comune.
  8. La scuola è appena stata realizzata, con finanziamento 100% statale a fondo perduto, e la sua progettazione e presentazione pubblica ha sempre previsto 3 sezioni per un totale di 220 bambini.
  9. La Giunta, il giorno dopo la chiusura delle iscrizioni, ha presentato un piano d'uso degli edifici scolastici che prevede solo 2 sezioni. Questo in contrasto sia con quanto scritto nel progetto sia con la legge che prevede che il piano d'uso dei locali scolastici vada redatto in collaborazione con la scuola.
  10. La Dirigenza scolastica, il Consiglio di Istituto, il Consiglio Docenti e altre componenti genitori e associative si sono espresse a favore della creazione della terza sezione che permetterebbe di non escludere nessun bambino, di essere coerenti con ciò che era stato previsto in fase di progettazione e di riconoscere il valore dell'istituto sul territorio. Il Provveditore ha inizialmente sostenuto che non vi fossero motivi ostativi alla richiesta delle terza sezione.
  11. Il Sindaco minaccia di fare ricorso/causa pur di escludere i bambini non residenti dalla scuola, andando contro al diritto di istruzione dei singoli bambini, alla libertà di scelta garantita alle famiglie dalla legge, alla funzione dell'ente che rappresenta che dovrebbe essere quella di facilitare l'accesso all'istruzione e non di ostacolarlo.
  12. Ci teniamo a precisare che di 16 bambini non residenti iscritti in prima media per l'a.s. 2021/2022, 14 frequentano l'istituto fin dalla scuola materna e che dei 4 comuni su cui si estende l'istituto Mariti il comune di Crespina-Lorenzana è l'unico che non applica il criterio dell'ISEE per la determinazione del contributo per la mensa inserendo in fascia massima i bambini non residenti.

Scrivono poi le famiglie

ll sindaco Thomas D'addona ha espressamente dichiarato che qualora in futuro il numero di iscritti interni al comune rendesse necessaria l'attivazione di una terza sezione cambierebbe nuovamente il piano d'uso dei locali e lo riporterebbe a 3 sezioni.

In un periodo storico in cui ci si batte per le frontiere aperte e lo ius soli, e in cui la mobilità territoriale è tipica dei piccoli centri di provincia, ci sembra assurdo tollerare e immaginare di escludere da una scuola bambini che vivono a pochi km solo perchè non residenti. Questo potrebbe essere logico nel caso in cui la scuola arrivasse al numero massimo di posti disponibili e quindi si rendesse obbligatorio stilare una graduatoria, non è però questo il caso, visto che la scuola è stata progettata per avere fino a 220 bambini e siamo ancora lontani da questo numero.

Come genitori e cittadini ci preoccupa sia l'ingerenza che il comune vuole attuare sulla didattica, sia l'atteggiamento campanilista e vessatorio nei confronti dell'istituto e dei bambini che mina alle fondamenta la logica di inclusione, democrazia e accoglienza che dovrebbero caratterizzare la Scuola Pubblica e che da sempre hanno caratterizzato il metodo Senza Zaino.

Ci lascia basiti sapere che un Sindaco si arroghi il diritto di escludere dei bambini da una comunità scolastica che frequentano da circa 8 anni, considerando la scuola appena costruita con fondi pubblici un bene privato di un territorio e non un bene pubblico della collettività, che da essa prende e restituisce energia e ricchezza.


 

Il 4 febbraio 2021 il Comune di Crespina-Lorenzana aveva pubblicato un comunicato con la posizione ufficiale della giunta sull'intera vicenda

Iscrizioni alla scuola secondaria di Crespina: la posizione della Giunta di Crespina Lorenzana

Per comprendere cosa sta accadendo riguardo alle iscrizioni alla scuola secondaria di Crespina, occorre aver presente cosa è accaduto in questi anni alla scuola di Cenaia in conseguenza della gestione delle iscrizioni da parte della Direzione didattica.

A Cenaia, per accogliere le richieste di numerosi esterni (residenti fuori Comune e fuori istituto comprensivo), negli anni sono stati smantellati in piena autonomia dalla direzione didattica ben tre spazi destinati a laboratorio per far posto a tre aule, per ospitare 13 classi invece di 10, arrivando ad avere circa il 25% di fuori comune iscritti, (un quarto in più) e trasformando così quella struttura adeguata nel 2005 per soddisfare le esigenze del nostro territorio in una scuola sovraffollata all'interno della quale non esistono più strutture idonee né possono essere allestiti laboratori, avendo saturato ogni spazio disponibile.

Anche per quanto riguarda l’erogazione dei servizi scolastici (mensa e trasporto) i problemi si ripercuotono: abbiamo un sovraffollamento alla mensa di Cenaia poiché i non residenti che non hanno trovato posto nella sezione a tempo pieno si sono iscritti nella sezione a tempo prolungato ma restano comunque tutti i pomeriggi, perché vengono associati ad altre classi...insomma ognuno fa qual che vuole. Però per il Comune (ossia per i cittadini contribuenti) ogni pasto è un costo, poiché la compartecipazione copre solo una parte, anche se la quota è al massimo. La riduzione della quota mensa in base alla fascia isee non significa che il pasto costa meno, significa che la differenza la pagano gli altri contribuenti. Anni fa per cercare di scoraggiare queste iscrizioni esterne abbiamo stabilito che i non residenti non dovessero avere riduzioni (finanziate dal Comune, quindi dalle tasse dei residenti): qualcuno pare contestare anche questa scelta.

Anche lo scorso anno si è presentato a Cenaia lo stesso problema: sono stati accettati ben 10 non residenti in prima (nonostante il Comune avesse manifestato per scritto la contrarietà) e poi abbiamo dovuto portare le prime a Ceppaiano, a causa delle restrizioni anti covid, creando disagio anche alla scuola dell’infanzia (che si è dovuta riorganizzare di conseguenza), e dovendo sostenere il costo di una corsa di scuolabus in più, e questo per far spazio ai non residenti.

Nella scuola di Cenaia, sovrafollata dall’inserimento forzato, oltre ogni regola di tutti questi utenti non residenti, resta solo la buona volontà e la professionalità degli insegnanti, che non è poco...Ma sappiamo che è difficile fare buona didattica in strutture inadeguate. Per questo abbiamo fatto un investimento rilevantissimo alla scuola media di Crespina, e per questo stanno per partire i lavori di riqualificazione totale della scuola di Lorenzana, e per lo stesso motivo abbiamo sempre cercato di contenere, per quanto in nostro potere, questa incomprensibile politica di sovraffollamento, finora con scarsi risultati.

Non è automatico che una buona struttura significhi buona scuola, ma una buona struttura, arredi e laboratori adeguati, spazi non sovraffollati contribuiscono a stimolare le persone a dare il meglio di sé, i ragazzi e gli insegnanti: ecco la scuola di qualità.

Questo è il criterio che vogliamo seguire da qui in avanti per le nostre scuole, compresa la nuova scuola secondaria di Crespina.

La nuova scuola secondaria di Crespina è un edificio di circa 1400 m quadri, ben più grande dei 600 della scuola provvisoria nel quale hanno trovato posto fino ad ora 140 bambini. La nuova scuola è costituita da 10 aule più uno spazio molto grande che è possibile destinare a refettorio o a laboratorio aggiuntivo, una stanza per lo sporzionamento, una grande Agorà al piano terra , un’aula insegnanti, una biblioteca, oltre ai servizi e agli spazi connettivi. La possibilità che in questa scuola possano trovar posto tre sezioni esiste, ma è una possibilità da prendere in considerazione solo per soddisfare notevoli aumenti di nascite (improbabili nel prossimo futuro), non certo per dare risposte a richieste provenienti da comuni all’interno dei quali vi sono strutture nuovissime.

Dati alla mano, con i numeri che abbiamo oggi e con i trend che avremo nei prossimi anni (il trend delle nascite negli ultimi anni è attestato sui 40 bambini all’anno in tutto il Comune), si è deciso in pieno e totale accordo con la direzione didattica, fin dalle fasi preliminari di progetto, di costruire una scuola grande, ma organizzata per due sezioni, per una didattica evoluta e quindi di arredarla ed attrezzarla con dei laboratori all'avanguardia. Passare ad una terza sezione, non per soddisfare l'aumento di nascite dei residenti, che non c’è (né ci sarà perché le nascite sono in calo) ma per accogliere le richieste di chiunque dall’esterno voglia iscriversi (questo è in pratica quello che alcuni vorrebbero che si facesse) significa inevitabilmente modificare l’impianto (il layout) di questa scuola e dover fare delle rinunce. Non più sei aule e quattro laboratori, ma nove aule e un laboratorio (difficilmente utilizzabile da duecento bambini).

Vogliamo evitare che alla scuola di Crespina accada quello che in passato è accaduto alla scuola di Cenaia, perché accogliere indiscriminatamente qualsiasi domanda arrivi e quindi sovraffollare la scuola non è un criterio, ma è un atteggiamento che va nella direzione opposta a quella che abbiamo sempre voluto perseguire e vogliamo continuare a farlo: la scuola di qualità.

Sappiamo che la direzione didattica, quando vuole, può decidere di sdoppiare due classi numerose in tre meno numerose con riorganizzazioni interne, e questo è stato fatto in passato (infatti attualmente a Crespina ci sono due prime sulla carta ma tre in pratica). E questa è una prassi che la scuola può prendere in considerazione per lavorare meglio, sempre se non si smantellano laboratori. Diverso è il caso di assegnazione ufficiale di una terza sezione da parte del provveditorato: in quel caso, non si potrà più limitare le iscrizioni arbitrariamente ma la direzione didattica sarà obbligata ad accogliere le richieste fino alla capienza massima. Perché la legge va rispettata non “interpretata”. Quindi il raggiungimento dei duecento bambini sarebbe una semplice conseguenza nel giro di due anni. Infatti, il problema non sta solo in un’anomalia di quest’anno: basti considerare che se al numero dei bambini che oggi frequentano le quarte a Cenaia e a Lorenzana dovessimo sommare le richieste dei fuori comune come quest’anno, saremmo a ben più di 60 anche per l’anno successivo.

Se dovessimo chiedere una terza sezione per dare risposta a tutte queste richieste di iscrizione, ci domandiamo: i laboratori che fine fanno? E la possibilità di utilizzare gli spazi connettivi per attività integrative? Laddove dovesse esserci un rientro pomeridiano (chiesto da molti) quanti turni dovrebbe fare il refettorio? E perché dovremmo mettere da parte cavalletti per la pittura, tavoli luminosi per far spazio ad altri banchi? Se nell’aula di musica si deve fare lezione “normale” i leggii devono lasciare il posto ad altri banchi. Gli sgabelli che ci sono nel laboratorio di scienze vanno bene per un uso limitato, per un uso continuo occorre la sedia, ma allora i banconi che sono costati più di 20 mila euro che fine fanno? Tutto il valore aggiunto che questa scuola ha, perché così l’abbiamo voluta, tutti, compresa la Direzione didattica, si disperderebbe in un attimo.

E’ il caso di ricordare che gli alunni residenti, a regime, sarebbero tra i 120 e i 130, 20 per classe in due sezioni, non 200.

Inoltre (anche se non è l’aspetto più importante) ad ogni bambino è associato un armadietto ed una struttura interna all’aula, oltre a banchi sedie leggii etc: perché dovremmo sostenere noi questi costi aggiuntivi?

Ancora rimanendo sul tema costi: è stato stimato che la presenza nelle nostre scuole di un numero così elevato di non residenti costi al comune ogni anno una cifra attorno ai 50 mila euro, e con questa cifra negli anni avremmo potuto pagare un mutuo di quasi un milione di euro di investimenti, magari oggi avremmo una palestra. Non è questo un dato rilevante? Forse non lo è per chi paga le tasse in un Comune e usufruisce dei servizi in un altro.

Noi abbiamo 45 residenti che si sono iscritti in prima media, possono agevolmente essere organizzati in due sezioni (che la scuola può dividere in tre se lo ritiene opportuno, nel loro interesse, senza smantellare alcun laboratorio): per quale ragione dovremmo accettare 61 iscrizioni, ben 16 di non residenti? A Fauglia c’è una scuola media con due sezioni che rischia di perderne una per il calo degli iscritti (la struttura non è nuova ma la didattica è la stessa), a Lari c’è una scuola media inaugurata pochi anni fa che, a causa di questo esodo dei residenti, potrebbe perdere una sezione per gli stessi motivi: ha senso dare seguito a una richiesta anomala che provocherebbe il sovraffollamento di una scuola e allo stesso tempo lo spopolamento di altre due nei comuni limitrofi? Spopolamento che, con la riduzione di una sezione, si trasformerebbe a sua volta in sovraffollamento delle classi rimaste, quindi classi numerose alternate ad aule vuote. Questi studenti il diritto allo studio non ce l’hanno?

In ogni comune e all’interno di ogni istituto comprensivo esistono delle regole che servono proprio ad evitare queste incongruenze e a garantire delle condizioni di equilibrio, e nei comuni più grandi esistono perfino degli stradari per equilibrare le iscrizioni nelle varie scuole all’interno dello stesso Comune: per quale ragione a Crespina Lorenzana si deve pretendere che queste regole non debbano valere? Chi invoca la costituzione, il diritto allo studio, pensa che le regole non valgano per lui? Non dovrebbe esser chiaro a tutti che la propria libertà finisce dove inizia la libertà degli altri? Come si può nello stesso discorso appellarsi ad una continuità didattica e scolastica tra la quinta e la prima media e allo stesso tempo invitare ad iscrivere a Crespina coloro che hanno frequentato la primaria in altri comuni?

Quello che vogliamo sostenere è che anche in questo Comune finalmente si deve iniziare a seguire delle regole, che sono le stesse che si seguono in tutti i Comuni, niente di più, regole e prassi che servono a regolare la situazione nell’interesse degli utenti, residenti in primis, regole che non si possono e non si devono piegare alle esigenze dei singoli creando così un’iniquità per tutti gli altri.

Noi abbiamo costruito una scuola di un certo tipo con grande impegno, rinunce e sacrifici, passando attraverso sei anni di scuola provvisoria: non è giusto rinunciare alla possibilità di goderne a pieno dovendola trasformare, privare delle dotazioni di cui l’abbiamo fornita (in pieno e totale accordo con la direzione didattica) e diminuirne la funzionalità per far spazio a richieste provenienti dai comuni limitrofi. Lari ha due scuole medie, una di una decina di anni fa e l’altra nuova come la nostra ed ha ampiamente posti a disposizione per i propri residenti.

Comprendiamo l’amarezza di coloro che non vedessero esaudita la loro richiesta di iscrizione, ma questo è ciò che accade ogni anno in ogni comune quando la domanda e l’offerta non si incontrano, soprattutto quando si creano situazioni incresciose la cui responsabilità va imputata a chi, anni fa, fece queste forzature che oggi, purtroppo, presentano il conto.

Un conto è rendersi disponibili ad accogliere le richieste di iscrizione di non residenti in una situazione di “normalità”, quando alcuni arrivano e altri vanno, quando stiamo parlando di qualche unità che non altera gli equilibri. Altro conto è favorire spostamenti del 25% degli iscritti.

Abbiamo costruito la nuova scuola e l’abbiamo arredata e impostata per soddisfare al meglio le esigenze del nostro comune, non di altri Comuni dove le scuole ci sono.

La legge prevede che sia il Comune ad approvare il piano di utilizzo degli edifici, e lo scorso Gennaio la Giunta ha approvato un Piano in cui si prevede che a Crespina si attivino due prime a settembre, non tre, questo per non sacrificare un altro laboratorio, magari quello di arte, come già accaduto per l’aula di decompressione smantellata ancor prima di iniziare, in attesa che le classi passino (tra due anni) da 7 a 6.

E questa decisione è stata presa in accordo con la Direzione Didattica e con i professori, con i quali è stato concordato nei minimi dettagli ogni aspetto relativo al progetto e agli arredi, nel corso di numerosissime riunioni. Ogni scelta è stata fatta seguendo le loro richieste, stanza per stanza, i leggii, i carrelli, i cavalletti i banchi, gli armadietti, fino alla marca degli schermi touch.

Pertanto ogni decisione della direzione didattica che da qui in avanti non seguisse la direzione che punta al massimo della qualità didattica (che invece finora abbiamo condiviso, che è il punto di forza di quella scuola e che è rappresentata all’interno del Piano di Utilizzo degli edifici scolastici) privando la scuola del valore aggiunto di cui è stata dotata, troverebbe la ferma opposizione del Comune nell’interesse dei nostri cittadini.

La Giunta Municipale di Crespina Lorenzana

FONTE Comune di Crespina Lorenzana

LEGGI ANCHE
Crespina, inaugurata la nuova scuola secondaria di primo grado
A Crespina Lorenzana si inaugura una nuova scuola con didattica senza zaino

carlo.palotti