Stato di agitazione per i lavoratori dell'azienda del diritto allo studio

Economia
PISA e Provincia
Martedì, 5 Febbraio 2019

Il sindacato dei Cobas DSU denuncia  le condizioni di lavoro difficile alla ARDSU e proclama lo stato di agitazione

Acque agitate in seno all'Azienda del Diritto allo Studio della sede di Pisa, tanto che i dipendenti per venerdì 1 febbraio hanno proclamato lo stato di agitazione.

Le lavoratrici e i lavoratori operano, da diverso tempo ormai, in condizioni estremamente critiche, ad affermarlo sono i Cobas Dsu di Pisa che affermano: «Negli ultimi anni per il blocco del turn-over e per le scelte della Regione Toscana in merito alla dotazione organica del servizio mensa , l'azienda ha subìto una drastica riduzione della forza lavoro a fronte di un significativo ampliamento e diversificazione dell'offerta alimentare, mettendo a dura prova le lavoratrici e i lavoratori, costretti a sopperire ad una carenza di organico ormai strutturale. La struttura, negli ultimi 3 anni, è stata ristrutturata ed è certamente bella, ma sottoutilizzata, data la mancanza di personale, con inevitabili disservizi/disagi per gli studenti. Ad oggi, non avendo ricevuto nessun segnale sulla volontà di implementare l'organico, (da marzo in Regione è possibile farlo) è legittimo pensare che l'Azienda scelga di sopperirvi con l'esternalizzazione».

Ed è proprio quest’ultimo il punto focale della vicenda, perché i Cobas denunciano che in caso di esternalizzazione gli oltre 4 milioni di euro, tutti soldi pubblici, sarebbero goduti da un soggetto privato che ne trarrà profitto a costo zero.

Riassumento, quindi, i Cobas Dsu di Pisa proclamano lo stato di agitazione per denunciare la mancanza di personale del settore ristorazione: il piano triennale dei fabbisogni 2018/2020 risulta totalmente inadeguato ai fabbisogni dei servizi erogati da parte dell'azienda; la riduzione del personale in questi anni e la non attivazione del turn-over come previsto dalla normativa; la non attivazione dei contratti a tempo determinato, previsti per sostituzione di maternità, lunghe malattie e decessi; i carichi di lavoro che si sono aggravati dato l'esiguo numero di personale attivo; le numerose limitazioni e prescrizioni aumentate in maniera esponenziale in virtù dei carichi sopra citati; il susseguirsi di infortuni, lievi e gravi, da collegarsi ancora al quadro sopra descritto; le continue richieste di lavoro straordinario e di cambi di orario in tutto l'arco dell'anno per sopperire alla mancanza strutturale di personale,senza un minimo di preavviso.

massimo.corsini