“Luce su Gaza”: a San Giuliano Terme oltre mille persone alla fiaccolata per la pace
In tanti al Parco della Pace di Pontasserchio in memoria di Marah Abu Zuhri e per chiedere lo stop al genocidio in Palestina
Una lunga scia di fiaccole ha illuminato ieri sera il Parco della Pace “Tiziano Terzani” di Pontasserchio, dove istituzioni, associazioni e cittadini – oltre un migliaio – hanno preso parte alla fiaccolata “Luce su Gaza”, promossa dal Comune di San Giuliano Terme.
L’iniziativa è stata dedicata alla memoria di Marah Abu Zuhri, la giovane palestinese deceduta a Pisa nei giorni scorsi dopo essere riuscita a lasciare la Striscia di Gaza, e più in generale alle vittime del conflitto in corso.
All’appuntamento hanno preso parte il sindaco Matteo Cecchelli, l’imam di Pisa Mohammad Khalil, l’assessora regionale Alessandra Nardini e il presidente della Provincia di Pisa Massimiliano Angori, insieme a numerosi rappresentanti dei Comuni della provincia. A seguire, la lettura della poesia “Noi insegniamo la vita, signore” di Rafeef Ziadah, affidata a Dario Focardi dell’associazione culturale I Teatri della Resistenza.
All’iniziativa hanno aderito numerose realtà associative e del mondo civile, tra cui la Comunità palestinese, Arci, Acli, Anpi, Cgil, Cisl, Casa della Donna, Emergency, Amnesty International, Greenpeace, Legambiente e molte altre, a testimonianza di una partecipazione ampia e trasversale.
Di seguito l'Intervento del sindaco di San Giuliano Terme, Matteo Cecchelli, alla fiaccolata “Luce su Gaza”
Buonasera a tutte e a tutti,
grazie di cuore per essere qui stasera, con una fiaccola accesa tra le mani, a partecipare a questo momento che l’Amministrazione comunale ha voluto chiamare “Luce su Gaza”.
Una luce che non è soltanto simbolica. È una luce che vuole squarciare il buio dell’indifferenza, il buio della guerra, il buio che ogni giorno avvolge la vita di milioni di persone a Gaza e in Palestina.
Mercoledì scorso abbiamo dato sepoltura a Marah Abu Zuhri, una giovane donna di vent’anni che, dopo un viaggio estenuante e doloroso, è arrivata a Pisa nella speranza di salvarsi. Ma era troppo tardi. Le sue condizioni erano già irreversibili. La sua morte non è un destino isolato: è l’esito di un genocidio che da mesi devasta la Striscia di Gaza, un luogo dove oggi non esistono più case, ospedali, scuole, sicurezza, futuro.
Non basta dire che Marah è morta di stenti. Dobbiamo anche denunciare che il governo israeliano ha provato a renderla invisibile, diffondendo un falso certificato medico che parlava di una presunta leucemia. Un documento costruito per cancellare la verità, per insinuare il dubbio, per coprire le responsabilità. Ma i medici dell’ospedale di Pisa hanno smentito con chiarezza: Marah non era malata di leucemia. Marah è morta per i segni lasciati dall’assedio, dalla fame, dalla violenza.
La verità ha vinto sul tentativo di insabbiare la morte di questa giovane ragazza. E il governo israeliano dovrebbe scusarsi con i medici dell’ospedale Santa Chiara di Pisa, professionisti che hanno lavorato con dedizione, serietà e umanità, e a cui va oggi il nostro sincero ringraziamento.
Marah ora riposa qui, in un nostro cimitero. E con lei riposa anche il bisogno di dignità che appartiene a ogni essere umano. Non abbiamo voluto che fosse soltanto un numero, una storia dimenticata tra le tante. Le abbiamo dato un luogo, un nome, una memoria. Perché questo è ciò che ci rende comunità: riconoscere l’altro, anche nella sofferenza, anche nella morte.
Questa sera siamo qui non soltanto per ricordare Marah, ma per ricordare tutte le vittime di Gaza e del popolo palestinese. Vittime che non hanno avuto una sepoltura, che non hanno una tomba, che non hanno una voce a pronunciare i loro nomi.
Con “Luce su Gaza” vogliamo dire insieme che non accettiamo il silenzio. Che non accettiamo che la comunità internazionale resti a guardare senza fermare il massacro.
La luce delle nostre fiaccole è un gesto semplice, ma forte: significa che non vogliamo abituarci alla guerra, che non vogliamo assuefarci alla sofferenza, che crediamo ancora nella forza della pace e dei diritti umani.
Come Amministrazione comunale, siamo qui con la nostra comunità, insieme a tante associazioni e realtà civili e religiose, che ringrazio di cuore per la loro presenza e il loro impegno. La pace non si costruisce da soli: si costruisce insieme, con le persone, con le istituzioni, con la società civile che sceglie di non voltarsi dall’altra parte.
E allora, questa sera, le nostre fiaccole non sono solo memoria. Sono un impegno. L’impegno a non tacere. L’impegno a far sentire la voce della nostra comunità anche quando i governi scelgono il silenzio. L’impegno a chiedere con forza la fine del genocidio e il riconoscimento pieno dello Stato di Palestina.
Marah, con la sua storia spezzata, ci lascia una responsabilità: non fermarci al dolore, ma trasformarlo in azione. Non limitarci a ricordare, ma impegnarci per la giustizia. Non piegarci all’indifferenza, ma scegliere ogni giorno di restare umani.
Che questa luce accesa stasera sia un seme di pace, di memoria e di speranza.
Ora vi invito tutti a un minuto di silenzio collettivo.
Alziamo insieme le nostre fiaccole, in ricordo di Marah e di tutte le vittime del genocidio palestinese.
Grazie.