144 giorni di ordinaria follia

Sport
Venerdì, 23 Dicembre 2016

Una storia infinita con dentro tutti i generi della cinematografia e della letteratura. Se qualcuno un giorno volesse fare un film sul calcio il copione è pronto e confezionato. Abbiamo voluto, tramite i nostri articoli ripercorrere questi mesi trascorsi fra angoscia, sgomento, incredulità, speranza, di nuovo amarezza, fino ad arrivare alla tarda serata del 22 dicembre, ovvero il 25 aprile della Pisa calcistica.

Rileggendo, a ritroso la storia è incredibile l’abuso di parole come “giornata decisiva”, “ora o mai più”, “tempo scaduto”, indicative di quanto fuori dalla realtà fosse la situazione e quanto tutti noi non potessimo immaginare che si arrivasse al punto in cui siamo poi arrivati.

Tutto ebbe inizio con le dimissioni di Rino Gattuso, improvvise ma non troppo. Pochi giorni prima c’era stato l’arresto di Fabio Petroni, oggi 23 dicembre condannato a 9 anni di carcere) ed il Pisa era guidato da Taverniti (leggi qui). Dopo un primo momento di sbandamento, la città si schiera con il suo condottiero. La crisi sembra poter essere di breve durata. Maurizio Mian sale in cattedra: potrebbe essere lui ad acquistare il Pisa (leggi qui). E’ il 1 agosto, ed il giorno seguente l’affare sembra andare in porto (leggi qui), salvo poi scoprire che l’accordo fra Petroni e Mian è per una presidenza onoraria e non per il passaggio delle quote. A queste condizioni Gattuso non torna sui suoi passi e la città è chiara: senza il mister non si gioca. Così il 3 agosto salta l’amichevole internazionale contro il Celta Vigo (leggi qui) con i tifosi che pacificamente bloccano la squadra all’AC Hotel dove in ritiro attendevano di partire verso l’Arena Garibaldi.

La situazione precipita il giorno seguente, siamo al 4 agosto. La società si sta isolando. Le istituzioni prendono le distanze così come il tessuto imprenditoriale della città. La risposta della proprietà è quella di svuotare di ogni operatività la sede di Via Forti (leggi qui). In una situazione di assoluta emergenza, di fatto in autogestione, la squadra parte per Brescia dove l’attende il primo impegno stagionale. Tutti si aspettano una mattanza, ed invece Mannini, Lisuzzo e compagni sfornano il primo miracolo (leggi qui) superando le rondinelle con un perentorio 2-0.
Il giorno seguente si presenta Pablo Dana, dice di rappresentare un fondo di investimento arabo e di essere interessato all’acquisto del Pisa (leggi qui). La città torna a sperare, ma la società tira dritta per la sua scellerata strada. Il 16 agosto convoca tutti i calciatori per un ritiro in provincia di Avellino (leggi qui), dove, voci mai confermate, ma neanche smentite (leggi qui) parlano di altri giocatori ed un allenatore ad attendere Mannini e compagni che si rifiutano di partire supportati dalla città intera. Inizia la stagione dei sit-in a San Piero: se la squadra è abbandonata dalla società, i tifosi si stringono intorno a lei (leggi qui). Ventiquattro ore di lotta poi l’annuncio: Il Pisa resta a Pisa (leggi qui). La notizia è buona, ma il giorno seguente arriva la doccia fredda: Pablo Dana annuncia il ritiro del gruppo Equitativa  (leggi qui). La cessione torna in alto mare. Inizia uno snervanet tira e molla fra Dana e Petroni. Il 23 agosto si riapre uno spiraglio (leggi qui), che si richiude nuovamente 48 ore dopo (leggi qui). Il 26 agosto il presidente della Lega di serie B Abodi, dopo aver consultato l’Associazione Italiana Calciatori che con il suo presidente Damiano Tommasi segue la vicenda, prende una decisione senza precedenti: Ternana-Pisa, prima di campionato non si gioca (leggi qui). Il Pisa non ha uno staff tecnico da poter mandare al seguito della squadra. I tifosi scendono in piazza, anzi all’aeroporto (leggi qui) manifestando per la loro squadra e mettendo il caso Pisa all’attenzione delle cronache nazionali.
Il 26 agosto spunta un nuovo potenziale acquirente, ma con un pedigree tale, che si rende subito ostile alla città. Il gruppo Italpol di Giulio Gravina, cognato di Petroni, vuole il Pisa. Ma Pisa non vuole i Gravina giudicati troppo vicina ai Petroni. L’affare puzza di bruciato, la città sente che sarebbe un passaggio di consegne fittizio (leggi qui).

Sulla spinta delle istituzioni riparte la trattativa con Dana e l’1 settembre, in extremis per giocare la partita con il Novara, arriva l’accordo (leggi qui). Il 2 settembre torna Gattuso che allena la squadra di fronte ad oltre 5000 persone all’Arena Garibaldi (leggi qui).
Il debutto in serie B è indimenticabile. Ad Empoli c’è il miracolo: il Pisa batte il Novara (leggi qui) e Dana riceve un grande bagno di folla. Tutto a posto, telenovela finita? Si, per una settimana. Il 13 settembre torna tutto in discussione, con Britaly Post che rende pubblica l’inadempienza di Equitativa (leggi qui). Dana getta la maschera, non versa quanto pattuito dimostrandosi un bluff. Intanto si gioca Pisa-Brescia, i nerazzurri vincono ancora ma la giornata di festa è funestata da alcuni incidenti, o sedicenti tali, nel prepartita (leggi qui). La sensazione che tutto sia stato ben orchestrato per chiudere le porte dello stadio Empoli al Pisa è più di un sospetto.
Il 22 settembre la rottura fra Equitativa e Britaly Post è definitiva (leggi qui), Dana si è rivelato ancora una volta un bluff, intanto nello stesso giorno strane figure iniziano ad aggirarsi intorno al Pisa (leggi qui), ma la città non ne vuol proprio sapere.

Il 26 settembre, una nostra inchiesta mette in luce tutto l’intreccio di società legate a Petroni e di conseguenza al Pisa (leggi qui). Roba da finanza creativa che finisce nei paradisi fiscali di mezzo mondo. Intanto le vicende nerazzurre hanno sempre più maggiore risonanza nel panorama calcistico nazional. Ivan Zazzaroni prende a cuore le sorti del Pisa ed organizza un incontro in San Rossore (leggi qui) con Petroni, Dana, Mian, Abodi, e molti altri ancora. Inizia a prendere corpo l’idea di una mediazione della Lega, Abodi rivela di voler fare da tramite per i futuri acquirenti.

Intanto i avvicina la scadenza degli stipendi ed i giocatori si tutelano mettendo in mora la società (leggi qui). Il 9 ottobre il Corriere dello Sport-Stadio diretto da Xavier Jacobelli, dedica alla vicenda Pisa uno speciale di 12 pagine in cui riprende anche gli articoli di Cascina Notizie (leggi qui).

A risentire di questa angosciante situazione non è solo la prima squadra. In difficoltà palese anche il settore giovanile (leggi qui) che sopravvive grazie alla volontà dei genitori dei ragazzi.

Il 14 ottobre appare sulla scena un nome nuovo, quello che poi si rivelerà decisivo, ovvero quello della famiglia Corrado (leggi qui), i contorni sono tutti da definire, ma il popolo pisano torna a sperare. Il 17 ottobre è un giorno importante. Ci sono gli stipendi da pagare, con i relativi contributi (leggi qui). Per i primi i soldi ci sono, quindi niente messa in mora, per i secondi no, arriverà così un punto di penalizzazione.

A fine ottobre la Lega di Serie B rivela che sono quattro i gruppi interessati all’acquisto del Pisa (leggi qui), anche se presto la corsa si restringerà a due soli contendenti, con il ritiro di Dana l’8 di Novembre (leggi qui) e la volontà di Maurizio Mian di limitarsi a dare una mano in caso di necessità (leggi qui). Il 14 novembre era la data stabilità dalla Lega per la presentazione delle offerte (lggi qui), ma una due diligence più complessa del previsto sposta in avanti il cronoprogramma.

Si arriva così al 23 novembre quando il Gruppo Magico e l’imprenditore di Brescia Ruggeri formalizzano le loro proposte di acquisto (leggi qui). Carrara Holding inizia così la sua stucchevole melina (leggi qui), che manda su tutte le furie Abodi (leggi qui). Si arriva al 4 dicembre e la pazienza di Giuseppe Corrado sempre giunta al limite (leggi qui). Il 7 dicembre tutto sembra concluso (leggi qui). Il 12 dicembre viene approvato il bilancio del Pisa, ma due giorni dopo la trattativa salta nuovamente (leggi qui). Motivo? Qualcuno aveva modificato importanti punto del contratto in maniera unilaterale. Chi? Trovate tutto in questo link.

Il 16 dicembre salta in toto il pagamento degli stipendi. Arriveranno altri punti di penalizzazione, ma intanto Petroni mostra segnali di apertura (leggi qui). Chi o cosa lo abbia finalmente convinto non ci è dato saperlo. Fra un indiscrezione e l’altra intanto la gente di Pisa è chiara: senza firma non si gioca Pisa-Spezia (leggi qui). Gli avvocati lavorano, limano, smussano e così si arriva all’attualità, al 22 dicembre. Prima l’incontro alla Direzione Territoriale Provinciale per le rescissioni dei contratti di Lucchesi, Taverniti, Tambone, Di Pasquale, Tomei e Tomasetti (leggi qui), poi tutti a Milano dal notaio dove alle 23:45 si scrive la parola fine di questo incredibile romanzo (leggi qui).

massimo.corsini