Addestramento ai soldati di Haftar a Pisa? Scoppia il caso politico: “Il governo chiarisca”
Sinistra Italiana e PD chiedono spiegazioni sull’uso della caserma Gamerra e del centro della Folgore per formare militari libici legati a un attore non riconosciuto a livello internazionale
Pisa al centro di un caso internazionale che agita le forze politiche.
Secondo quanto riportato da un’inchiesta de Il Post, truppe legate al generale libico Khalifa Haftar, attivo nell’est del Paese e non riconosciuto da ONU e UE, sarebbero state addestrate in basi militari italiane, tra cui la caserma Gamerra e il centro paracadutisti della Folgore.
Una vicenda che ha suscitato forti reazioni da parte di Sinistra Italiana e Partito Democratico, che chiedono chiarimenti urgenti al governo.
La segretaria provinciale di SI Anna Piu e il consigliere comunale PD Enrico Bruni parlano di un “programma opaco” e di “scelte in contrasto con i valori democratici e umanitari” e invitano le istituzioni a fare piena luce sulla vicenda.
Ha scritto Anna Piu.
Meloni addestra truppe del nemico dei suoi amici? Pisa non ci sta. Piu, Sinistra Italiana: “Chiarimenti urgenti sull’addestramento delle forze speciali di Haftar alla Gamerra”
“A questo punto spiegateci perché il ministro Piantedosi fu cacciato l’ultima volta che provò a interloquire con le autorità di Bengasi” - denuncia Anna Piu, Segretaria provinciale della federazione pisana di Sinistra Italiana.
“Se corrisponde al vero quanto riportato dagli organi di stampa, ci troviamo davanti a una vicenda gravissima: il governo italiano avrebbe addestrato, all’interno delle basi militari del nostro territorio – e nello specifico presso la caserma Gamerra di Pisa – unità speciali legate al generale libico Khalifa Haftar.
Parliamo di un attore militare che guida un esercito non riconosciuto né dal governo italiano, né dall’Unione Europea, né dalla NATO, e che ha spesso agito in aperto contrasto con le autorità libiche sostenute dalla comunità internazionale. Dunque, quale legittimità ha questa operazione? Chi l’ha autorizzata? E con quale strategia politica?
Se il governo Meloni, con i ministri Crosetto e Piantedosi, hanno davvero ospitato truppe legate a Haftar sul suolo italiano, allora ha il dovere di spiegare a tutti noi quale sia la logica di una scelta tanto contraddittoria, che mette in discussione la coerenza della nostra politica estera e rischia di farci apparire complici di uno dei soggetti più ambigui e destabilizzanti dell’area mediterranea.
Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di una destra che si muove con goffaggine, confusione e opacità in scenari internazionali delicatissimi, facendo il doppio gioco e venendo puntualmente smentita dai fatti. Una destra che, se non chiarisce subito le sue intenzioni, conferma di essere un pericolo per la sicurezza e la credibilità del nostro Paese.
Come Sinistra Italiana Pisa, non possiamo restare in silenzio di fronte al coinvolgimento diretto della nostra città in operazioni così gravi. La caserma Gamerra non può diventare il luogo in cui si addestrano forze che rispondono a un generale in guerra contro i nostri stessi interlocutori ufficiali.
Chiediamo con forza chiarezza, trasparenza e responsabilità. E chiediamo a tutte le forze democratiche, pacifiste e progressiste del territorio di mobilitarsi: Pisa non può essere usata come base per addestrare i nemici della pace” - così la Segretaria provinciale di Sinistra Italiana Pisa, Anna Piu.
Ha scritto Enrico Bruni.
Quanto emerso oggi nell’inchiesta de Il Post è inquietante: in alcune basi militari italiane, tra cui il centro di addestramento paracadutismo della Folgore e il settore militare dell’aeroporto Galilei di Pisa, vengono addestrati militari libici fedeli al generale Khalifa Haftar.
Questa notizia è gravissima. Non solo per il coinvolgimento del nostro territorio in un programma opaco, ma soprattutto per la natura delle milizie che stiamo addestrando.
Il generale Haftar non è il leader del governo legittimo della Libia: è a capo di una fazione militare nell’est del Paese, non riconosciuta né dall’ONU né dall’Unione Europea.
Ma il nodo più inquietante è questo: le forze di Haftar sono direttamente coinvolte in crimini di guerra e gravi violazioni dei diritti umani. Diverse organizzazioni internazionali – tra cui Amnesty International e Human Rights Watch – hanno documentato esecuzioni sommarie, torture, sparizioni forzate e bombardamenti su obiettivi civili durante gli anni di conflitto in Libia orientale.
E non è tutto. La Guardia Costiera libica orientale, che opera nelle zone sotto il controllo di Haftar, è uno dei principali attori della repressione contro i migranti. Non parliamo solo di respingimenti in mare: ci sono testimonianze e prove del fatto che questa Guardia Costiera catturi migranti nel Mediterraneo, li riporti in Libia e li consegni direttamente alle milizie o ai trafficanti. Molti di questi migranti vengono poi imprigionati in veri e propri lager, dove subiscono torture, violenze sessuali e lavori forzati.
Il fatto che uomini legati a questo sistema vengano formati nelle nostre caserme – a Pisa! – è una macchia etica e politica. Chi stiamo addestrando, e a quale scopo? E come può il nostro Paese continuare a fingere di difendere i diritti umani, se allo stesso tempo collabora con chi li calpesta quotidianamente?
A Pisa abbiamo una lunga tradizione di impegno per la pace e la cooperazione internazionale. Non possiamo accettare che il nostro territorio diventi spazio di addestramento per attori coinvolti in crimini contro l’umanità.
Il Ministero della Difesa, i vertici della Folgore e le autorità civili chiariscano chi ha autorizzato questa presenza militare straniera sul nostro territorio. Recentemente il consiglio comunale ha deliberato il conferimento della cittadinanza onoraria al Capar, scelta che alla luce di questa notizia credo debba essere rivista.
Si smetta di sostenere chi trasforma il Mediterraneo in una zona di morte e tortura per decine di migliaia di esseri umani. Se vogliamo davvero parlare di sicurezza, cominciamo dalla trasparenza e dal rispetto dei diritti fondamentali. Tutto il resto è solo ipocrisia istituzionale.