Anticorpi monoclonali, la Toscana tra le prime in Italia

Cronaca
PISA e Provincia
Domenica, 16 Maggio 2021

La Toscana è la terza Regione italiana per utilizzo degli anticorpi monoclonali nella cura dei pazienti Covid. E’ quanto emerge dal monitoraggio settimanale effettuato da Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.

Attualmente i pazienti Covid trattati con il farmaco monoclonale sono 619. Le prime 1.080 fiale di anticorpi monoclonali sono arrivate in Toscana tra il 22 e il 23 marzo scorso. L’approvvigionamento avviene ora a cadenza bisettimanale con quantità più che sufficienti. 
Questo tipo di farmaco è progettato per legarsi alla proteina spike di Sars-Cov-2, in modo da impedire al virus di penetrare nelle cellule dell'organismo. Può essere utilizzato solo in ospedale e su pazienti lievi o paucisintomatici.

“Questi risultati sono frutto di un importante lavoro di squadra - commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. I professionisti di tutte le nostre Aziende sanitarie e ospedaliero universitarie sono impegnati in prima linea nella cura  e  assistenza dei pazienti Covid. La possibilità di utilizzare questi farmaci ci lascia ben sperare. Anche la nostra Regione è fortemente impegnata nello sviluppo degli anticorpi monoclonali con Toscana Life Sciences e con il gruppo di giovani ricercatori, guidati dallo scienziato Rino Rappuoli. Quando sarà finita la fase di sperimentazione, anche noi saremo in grado di produrlo e di utilizzarlo. Spero, al più tardi, entro l’Estate. La cura della malattia al suo esordio può contribuire a salvare molte vite umane e a contenere la diffusione del virus. Gli anticorpi monoclonali sono la prima vera medicina contro il Covid”.

“Il fatto che la Toscana sia tra le prime in Italia per utilizzo degli anticorpi monoclonali dimostra quanto funzioni l’integrazione tra la rete territoriale, dove le usca o i medici di medicina generale intercettano il paziente Covid, e gli ospedali dove il paziente viene indirizzato per la somministrazione del farmaco - afferma l’assessore alla sanità, Simone Bezzini -. L’utilizzo di questa terapia funziona se esiste uno stretto collegamento tra ospedale e territorio, in quanto nella maggior parte dei casi si tratta di pazienti situati presso il proprio domicilio. Questo è frutto di uno straordinario lavoro di squadra tra professionisti del nostro sistema sanitario”.

redazione.cascinanotizie