Auletta: "Dringoli arrogante"
"Parcheggio ex-Artale: Gravi i toni usati da Dringoli contro la cittadinanza per difendere una grande speculazione. Nuovo parcheggio aumenterà traffico ed inquinamento", questo il pensiero di Ciccio Auletta di Diritti in Comune
Questo il comunicato stampa
I toni e l’arroganza che l’assessore Dringoli utilizza nei confronti delle cittadine e dei cittadini del quartiere di Santa Maria, che nuovamente fanno sentire la loro voce contro il parcheggio multipiano che l’amministrazione Comunale realizzerà all’interno della ex-Caserma Artale con tutte le pesantissime conseguenze negative che questo avrà sull’aumento del traffico, sono inammissibili da parte di un amministratore pubblico ma sono al contempo un evidente segno di debolezza.
Dringoli e la Giunta confermano ancora una volta che gli unici interessi che a loro interessa difendere sono quelli della speculazione collegati a tutta il complesso dell’ex-caserma Artale, come denunciamo da anni, assolutamente sordi alle istanze che vengono dalla cittadinanza e da chi vive in quel quartiere.
E’ infatti bene ricordare che il Comune realizzerà questo parcheggio multipiano all’interno della ex- Caserma Artale, per la spropositata cifra d 3.509.086,42. Per la realizzazione di questo ennesimo scempio il Comune di Pisa ha partecipato al Bando parcheggi della Regione Toscana che rimborserà le quote in conto capitale del mutuo che sarà contratto per la realizzazione del parcheggio fino all’importo di 2 milioni 500 mila euro. Il resto lo metterà il Comune con proprie risorse a partire dai 100 mila euro, inseriti nella ultima variazione al piano triennale dei lavori pubblici, per la demolizione di alcuni manufatti all’interno della ex-caserma propedeutica alla realizzazione del parcheggio.
Oltre 3,5 milioni di euro di soldi pubblici per 60 posti auto in una parte degli spazi di quello che era un bene comune, di cui 2,5 milioni di euro attribuiti, con tanto di spot del Sindaco Conti e del Presidente Giani, dalla Regione Toscana al Comune di Pisa. Esattamente lo stesso meccanismo adottato per un altro scempio bipartisan: la realizzazione negli scorsi anni del fast park a Marina di Pisa, pensato dalla destra e finanziato dalla Giunta regionale di centrosinistra con altri 2 milioni di euro.
Da sempre ci opponiamo al progetto speculativo approvato dalla Giunta Conti sulla Caserma Artale; ne abbiamo denunciato da subito gli effetti negativi per tutta la città e il quartiere e abbiamo sviluppato con un processo partecipativo una proposta alternativa, mai presa in considerazione dall’amministrazione.
Sembra proprio che chi governa a livello locale e regionale viva in un altro mondo in cui l’emergenza climatica, l’inquinamento e il congestionamento delle nostre strade da traffico non esistono, e in cui l’unico problema sia trovare nuovi spazi per le auto.
In tutte le città si discute di come accelerare la transizione superando il traffico veicolare privato e passando alla mobilità sostenibile, mentre nella nostra città si continuano a pianificare migliaia di metri quadrati aggiuntivi di parcheggi ovunque rilanciando l’uso dell’auto: si fa quindi il contrario di quello che si dovrebbe.
Per una città più vivibile e più sostenibile, capace di garantire un futuro anche alla sua economia, serve un cambiamento radicale di rotta rispetto alla visione “autocentrica” che questa Giunta continua a portare avanti, spalleggiata dai finanziamenti della Regione.
In generale l’unico obiettivo della operazione sulla ex-caserma Artale è massimizzare la rendita privata come dimostrano anche la recente vendita dalla San Ranieri Srl alla società Reci di Torino, attraverso due società a responsabilità limitata: la Pisa Residenze e la Via Paolo Savi rispettivamente acquirenti dell’area l’una per un importo di 250 mila euro e l’altra per 6 milioni e 300 mila euro. La San Ranieri Srl che aveva acquistato l’area al prezzo di 3 milioni 950 mila euro, la rivende al prezzo complessivo di 6 milioni 550 mila
È inaccettabile che in un’area strategica della nostra città si realizzi un progetto in completo contrasto con i bisogni di chi vive, lavora e studia nell’area, con le necessità sociali e culturali, con quelle che il cambiamento climatico e la pandemia ci hanno messo sotto gli occhi.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista