Barbiere minacciato dagli ex datori di lavoro: "Non aprire il tuo negozio in città"
La legge del più forte. In quattro dovranno rispondere di estorsione aggravata, violenza, rapina, lesioni personali e danneggiamento
Quattro persone in custodia cautelare con l'accusa di tentata estorsione e altri reati. Vittima un giovane barbiere minacciato per aver aperto un’attività in proprio.
All’alba di venerdì 4 luglio, la Polizia di Pisa ha eseguito quattro misure cautelari in carcere e un divieto di dimora nel comune di Pisa nei confronti di altrettanti cittadini di origine tunisina, di età compresa tra i 23 e i 34 anni, accusati a vario titolo di tentata estorsione aggravata, rapina, lesioni personali, percosse e danneggiamento.
Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Procura della Repubblica di Pisa, hanno preso avvio a metà giugno, a seguito della denuncia presentata da un giovane connazionale degli arrestati. Secondo quanto riferito, il ragazzo sarebbe stato aggredito con calci, pugni e una bottiglia di vetro da quattro persone a lui note, intenzionate a dissuaderlo dall’aprire una barberia nel centro cittadino.
Gli investigatori hanno ricostruito un’escalation di minacce e atti intimidatori, che sarebbero stati messi in atto dai due ex datori di lavoro della vittima, titolari a loro volta di un’attività analoga, con il supporto di due familiari. Secondo quanto emerso, le minacce riguardavano anche i familiari della vittima e sarebbero culminate in una rapina, con la sottrazione del telefono cellulare per ottenere i contatti dei parenti.
Tra i vari episodi, anche il danneggiamento ripetuto delle vetrine dell’attività in fase di apertura. In alcuni casi, per errore, veniva colpita anche la vetrina di un esercizio adiacente, estraneo ai fatti.
L’operazione di oggi ha visto l’impiego della Squadra Mobile con il supporto della Polizia Scientifica di Pisa e delle Unità Cinofile antidroga di Firenze.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari è stata sequestrata una somma in contanti pari a circa 12.000 euro.
Gli arrestati sono ora a disposizione dell’Autorità giudiziaria.