Biancoforno, la Flai-Cgil chiede risposte concrete: “Basta narrazioni, ora servono fatti”

Cronaca
PISA e Provincia
Venerdì, 1 Agosto 2025

Il sindacato interviene con un comunicato dopo le recenti tensioni in azienda: sollevate criticità su orari di lavoro, relazioni sindacali e condizioni operative

Con un comunicato diffuso il primo agosto, la Flai-Cgil di Pisa interviene nel confronto in corso con l’azienda Biancoforno, chiedendo risposte puntuali su alcune questioni ancora irrisolte, tra cui la gestione degli orari di lavoro, le sospensioni disciplinari, le relazioni sindacali e il rispetto delle sentenze relative alla sorveglianza in azienda.

Il sindacato contesta la narrazione proposta dalla dirigenza e rivendica il proprio impegno al dialogo, sottolineando di aver presentato più volte proposte concrete rimaste, a suo avviso, senza riscontro.

Al centro della comunicazione anche quattro domande rivolte pubblicamente all’azienda, per chiedere chiarimenti su organizzazione del lavoro, cause pendenti e condizioni operative quotidiane.

 

Ha scritto la Flai-Cgil Pisa.

C’è chi lancia il sasso e nasconde la mano. C’è poi chi, oltre a nascondere la mano, pretende anche di dettare lezioni di responsabilità e collaborazione. 

Ci troviamo di fronte a una narrazione comoda, costruita ad arte, che cerca di spostare l’attenzione da ciò che realmente accade alla Biancoforno. La FLAI è sempre stata presente ai tavoli di confronto, tranne – guarda caso – quando la propria delegata è stata sospesa. Una sospensione curiosamente selettiva: cinque persone coinvolte, una sola allontanata dal lavoro, proprio chi rappresentava i lavoratori. Senza nemmeno la premura  di ascoltare la sua versione dei fatti. Dobbiamo davvero credere che tutto questo sia solo una coincidenza? Si accusa il sindacato di creare divisioni. Eppure, ci pare che il primo volantino che distinguere tra “lavoratori bravi” e “lavoratori cattivi” portasse la firma dell’azienda e non fosse affatto una risposta a un nostro comunicato. Lo sappiamo: è più semplice puntare il dito che mettersi in discussione. Nel frattempo, abbiamo presentato ben tre piattaforme  contenenti delle proposte precise e puntuali, puntualmente ignorate. Evidentemente il confronto è auspicabile solo quando è sterile e proclamato alla radio. Nella stessa giornata infatti un’ altra iscritta alla CGIL riceveva l’ ennesima lettera di sospensione (viva le buone intenzioni!). Nel regno dell’inversione logica, si dice che gli straordinari sarebbero bloccati quando ci sarebbe tanto da fare. Ma allora, ci si chiede: perché mai gli iscritti alla CGIL non raggiungono nemmeno le 40 ore di lavoro settimanali da settimane?

Qualcuno suggerirebbe di iniziare da lì, prima di invocare carichi di lavoro aggiuntivi.

Su un punto, sia chiaro, siamo d’accordo: i fatti parlano da soli. Ed è proprio per questo che rivolgiamo pubblicamente queste domande all’azienda – visto che ama tanto dialogare con i lavoratori tramite la bacheca, ci adattiamo senza formalismi:

1. Quale proposta concreta ha per una griglia oraria che concili realmente tempi di vita e di lavoro?
2. Intende affrontare seriamente il tema delle cause aperte su orario e tempi tuta, e con quali proposte?
3. Quando pensa di dare seguito alla sentenza che impone la rimozione delle telecamere, tuttora presenti in violazione di quanto stabilito da un giudice?
4. Considerando che i lavoratori già trascorrono circa 9 ore  in azienda e che con l’aggiunta della flessibilità richiesta dalla stessa che corrisponde ad un’ora e mezza  in entrata che può spostare di un’ ora e mezzo l’ uscita, trasformando così le 9 ore  che il lavoratore mette a disposizione dell’ azienda in 12, alle quali dovremmo aggiungere eventuali straordinari, quanto tempo resta ai lavoratori non per vivere, ma per dormire e mangiare?

Abbiamo posto domande chiare, e pretendiamo risposte altrettanto dirette.

Non ci interessano più le narrazioni accomodanti né le accuse velate: vogliamo impegni concreti, pubblici e verificabili, per un azienda così solerte nel distribuire colpe quando si tratta di parlare del sindacato.

Del resto, lo avete scritto voi: “i tempi sono corti”. 

È finito il tempo delle chiacchiere. Adesso servono fatti.

 


Nella giornata di giovedì 31 luglio Punto Radio ha ospitato Luca Lami, proprietario insieme al fratello Franco della Biancoforno per un Primo Piano dedicato alla vertenza in atto presso l'azienda di Fornacette.

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redazione.cascinanotizie