Blitz all'alba: Khrystyna Novak uccisa da un vicino di casa?
La Polizia arresta Francesco Lupino, ritenuto responsabile di omicidio ed occultamento di cadavere. In una conferenza stampa in Questura tutta la ricostruzione della vicenda
Possibile svolta, all'alba di questa mattina, nel giallo di Khrystyna Novak, la donna di 29 anni scomparsa da Orentano nei primi giorni di novembre, subito dopo l'arresto del compagno Ariam Gonzalez, finito in manette per possesso di armi e droga.
Dopo una lunga indagine gli agenti della Polizia di Stato hanno arrestato a Castelfranco di Sotto Francesco Lupino, 50enne di origini fiorentine, vicino di casa della donna. Gli inquirenti ritengono che sia lui il presunto autore dell'omicidio di Khrystyna e della conseguente soppressione del cadavere. La scomparsa della donna era stata denunciata il 9 novembre scorso. L'ultima volta era stata vista nella villetta a Corte Nardi frazione di Orentano, dove viveva con il compagno. Della sua vicenda si era occupata più volte anche la trasmissione di Rai Tre "Chi l'ha visto?"
Tutta la vicenda, fin dall'arresto di Gonzalez avvenuto il primo novembre, è stata ricostruita nel corso di una conferenza stampa andata in scena presso la Questura di Pisa. L’indagine, spiegano dalla Polizia, defatigante ed in salita sin dai primordi a causa del gap temporale tra la scomparsa della ragazza e il primo intervento, che la Procura e gli investigatori della Squadra Mobile di Pisa, del Servizio Centrale Operativo di Roma e della Polizia scientifica di Firenze e Roma hanno cercato di colmare attraverso una cospicua attività investigativa, ha portato all’acquisizione di gravi indizi di reato proprio nei confronti del vicino di casa della ragazza, socio negli affari criminali del compagno della vittima Gonzalez Airam Negrim. La vicenda che porterà al tragico epilogo dell’uccisione della giovane ragazza, parte proprio dal momento dell’arresto del compagno spagnolo, noto imprenditore locale nel settore dei pellami.
Ed infatti l’uomo, la sera del 31 ottobre 2020, viene tratto in arresto proprio a seguito di una “soffiata” fatta da Lupino alla Polizia di Pontedera che, su segnalazione dello stesso, coglie il Gonzalez al suo rientro da una gita con la Novak e con il figlio di lui minore e lo sottopone a perquisizione, trovandolo in possesso nell’abitazione di due pistole e di sostanza stupefacente. Ciò che è emerso dal prosieguo delle indagini riguardanti tanto quel procedimento, quanto il procedimento aperto a seguito della scomparsa della ragazza è che, a mettere nella disponibilità di quelle armi e di quelle sostanze Gonzalez, era stato Lupino stesso, due giorni prima al suo arresto. Che Gonzalez fosse stato coinvolto dall’amico nei suoi affari criminali è emerso dalle dichiarazioni dello spagnolo, suffragate dall’esame forense delle chat contenute nel cellulare in uso allo stesso. Il motivo di questa delazione operata da Lupino nei confronti del socio, deriverebbe da un litigio avvenuto tra i due vicini due giorni prima all’arresto di Gonzalez, determinato dalla volontà dello stesso, su espressa richiesta della Novak, di tirarsi fuori dal giro di affari criminali di compravendita di droga in cui era stato coinvolto da Lupino, oltre che per esaudire il desiderio della compagna, anche perché lo spagnolo si era reso conto che Lupino sottraeva di nascosto delle somme di denaro dai comuni incassi illeciti. Questi, oltre ad essere il vicino di casa, era anche affittuario di Gonzalez e proprio nell’ambito di quel litigio, avrebbe intimato anche il rilascio dell’immobile. In tutta risposta Lupino stesso avrebbe minacciato lo spagnolo con una pistola semiautomatica marca Tanfoglio, illegalmente detenuta dal medesimo che l’uomo abitualmente portava con sé.
Per chiudere il rapporto criminale e far rientrare dall’investimento iniziale Gonzalez, Lupino quel giorno avrebbe consegnato a Gonzalez proprio la droga e le due pistole, che poi sarebbero state trovate nell’ambito della perquisizione e del conseguente arresto dello spagnolo la sera del 31 ottobre 2020. La sera del 31 ottobre 2020 Krysthina Novak, fa rientro dal commissariato a seguito dell’arresto del compagno con il figlio di Gonzalez, riaccompagnata dalla madre di quest’ultimo e viene lasciata presso l’abitazione intorno alle 22.30.
Secondo la ricostruzione storica, avvenuta attraverso tanto l’esecuzione dell’esame forense dell’I cloud della vittima quanto l’escussione di diversi testimoni tra le amiche della vittima, la ragazza ha comunicato normalmente con famigliari e amici, ha dialogato telefonicamente tramite chiamata Whatsapp con un’amica di nome Julia, residente in Ucraina, raccontandole l’arresto del compagno avvenuto il giorno prima, manifestandole il suo dispiacere, ha chattato con altre sue amiche via instagram. Durante la telefonata con Julia, intorno alle ore 9.30 del mattino del primo novembre, la Novak ha ricevuto una chiamata al citofono dell’abitazione di via delle Fontine 62, da parte di Lupino, che si era recato presso l’abitazione per avere sue notizie e per sapere se avesse bisogno di qualcosa. In quella circostanza la ragazza si affacciò e vedendo che si trattava dell’ex amico Lupino, prima gli riferì che non aveva bisogno di niente e poi, data l’insistenza dello stesso nel presentare questa richiesta di disponibilità, la Novak avrebbe fatto un gesto come per mandarlo “a quel paese”.
Alla scena ha assistito anche un’altra vicina di casa, che ha notato Lupino a seguito del gesto andare via in maniera nervosa, sgommando con la macchina. Il pomeriggio e la sera del primo novembre Krystyna lo trascorre, in maniera ordinaria: chatta con le amiche, seppure in maniera sconsolata per l’episodio occorso al compagno, si sente nuovamente con l’amica Julia alla quale riferisce di voler restare a casa ad aspettare il rientro del fidanzato Airam anche perché un poliziotto, all’atto dell’arresto, l’aveva rassicurata che, dato lo status di incensurato del compagno, questi sarebbe uscito di galera nel giro di un paio di giorni al massimo. Fiduciosa, aveva manifestato l’intento di aspettarlo a casa. La sera, dopo questa conversazione avvenuta intorno alle 22 ora italiana, la ragazza avrebbe ricercato tramite il cellulare su google un film d’amore alle ore 22.35, nel probabile intento di guardarlo.
Da quel momento, non si hanno più notizie di altre attività compiute attraverso il cellulare della Novak, che la mattina del 2 alle ore 8.44, smette di riprodurre segnale, sino alle ore 9.41 del 3 novembre, quando dopo aver agganciato alcune celle si spegne definitivamente alle 9.55. Preoccupata dall’Ucraina per la mancanza di contatti con la ragazza, la madre di Krystyna, chiede a delle connazionali di andare a cercare la figlia per capire se le fosse capitato qualcosa. Le ragazze vanno in corte Nardi in due occasioni quel giorno e, dopo aver ripetutamente chiamato la ragazza, hanno scavalcato il cancello. Sono entrate dall’ingresso posteriore, che hanno trovato aperto e con una chiave inserita dal lato esterno della porta. All’interno dell’abitazione non hanno trovato la loro connazionale, ma soltanto il cagnolino dalla quale la ragazza non si separava mai. Dopo avere cercato Krystyna inutilmente, hanno riscavalcato il cancello, portando via il piccolo Kasper.
Dopo questo passaggio è giunta nell’abitazione a casa la ex moglie del Gonzalez, giorno 4 novembre 2020, nell’intento di prendere degli effetti personali per l’ex marito detenuto. Non ha trovato nemmeno lei la ragazza in casa, ha preso gli effetti personali dell’ex marito ed è andata via. A seguito della denuncia presentata giorno 9 da un avvocato incaricato dalla Novak, la Polizia effettua un primo sopralluogo. All’interno della casa, seppur sporca, appare in ordine, vengono rinvenuti su un mobiletto le chiavi di casa della Novak, le chiavi dell’autovettura di Gonzalez, e in una borsa tutti i documenti di identità della ragazza.
Apparendo insolita la presenza dei documenti all’interno dell’abitazione ed incompatibile rispetto ad un plausibile allontanamento volontario della ragazza, vengono immediatamente avviate le indagini, la Procura apre un fascicolo per sequestro di persona. Le indagini vengono avviate a 360 gradi e non vengono risparmiate risorse, umane e strumentali. Iniziano le ricerche di protezione civile e si passano al setaccio gli ambienti attigui a Gonzalez e alla ragazza: il locale, dove la stessa lavorava e dove aveva conosciuto l’uomo poi divenuto il suo compagno, le connazionali ucraine, il vicinato. Ad offrire un importante contributo investigativo e di elevata collaborazione alle indagini è stato, sin da subito, lo stesso Gonzalez che, interrogato più volte in carcere, ha sempre fornito informazioni coerenti successivamente riscontrate.
Appreso della scomparsa della compagna, l’uomo si è subito messo a disposizione degli investigatori, raccontando dei rapporti con i vicini e con chi potesse avere avuto motivo di rancore verso la ragazza e la coppia. Ha narrato dei rapporti con Lupino del rapporto iniziato a febbraio del 2020, prima tra meri locatori e conduttori di immobili, poi, approfittando di una storia finita male tra Gonzalez ed un’altra ex fidanzata a luglio del 2020, Lupino è entrato progressivamente a far sempre più parte della vita dello spagnolo, fino alla proposta, fatta dal fiorentino, di entrare nel business dell’illecito. Lupino infatti annovera precedenti condanne anche in materia di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, oltre che per lesioni e maltrattamenti nei confronti della ex moglie. Viene descritto come un tipo violento, che ha disponibilità di armi da fuoco e che, con una pistola che porta quasi sempre con sé, avrebbe anche ammazzato, a luglio del 2020, uno dei cani di Gonzalez sparandolo alla testa, scena alla quale avrebbe assistito anche la stessa ex compagna.
Lupino per Gonzalez era un uomo che nutriva elevato rancore nei suoi confronti, ma anche nei confronti di Krystyna che, come nuova compagna, era entrata dall’agosto del 2020 nella vita di Airam. Dopo quasi due mesi di convivenza Krystyna, che da convivente di Gonzalez era a conoscenza dei traffici illeciti tra il compagno e il Lupino, non vedeva di buon’occhio quest’ultimo, al punto da convincere Gonzalez ad uscire fuori da quei traffici. Lupino, secondo quanto riferito da Gonzalez e riscontrato nelle chat whatsapp, aveva disponibilità delle chiavi della villa dello spagnolo, dove si svolgevano i traffici illeciti. La attività condotte dagli investigatori della Squadra Mobile di Pisa sono state direzionate al riscontro delle narrazioni fornite da Gonzalez e, con l’ausilio del Servizio Centrale Operativo e della Polizia Scientifica di Firenze e Roma, nonché dei consulenti balistici e informatici nominati dal pubblico Ministero, all’analisi dei dati tecnici e scientifici. Sono stati effettuati dei sopralluoghi dell’abitazione, uno dei quali anche con lo stesso Gonzalez in regime di detenzione, è stato dissotterrato il cane dello spagnolo, dichiaratamente giustiziato da Lupino con un colpo di pistola alla testa nella cui carcassa è stata rinvenuta un’ogiva.
L’esame dell’abitazione, che in apparenza sembrava non comunicativa di un compiuto delitto, attraverso esami strumentali condotti dal Servizio Polizia Scientifica di Firenze e di Roma, mediante esaltazioni di tracce latenti, ha rivelato la presenza di evidenti tracce di cancellazioni di sostanza ematica dalle pareti del corridoio di ingresso della porta posteriore. Sono state trovate nascoste al di sotto del cardine dello stipite della porta posteriore tracce di sostanza ematica e, sulle in diverse punti del corridoio, tracce biologiche riconducibili al DNA di Krystyna Novak, proprio nei punti in cui si evidenziavano le cancellature di tracce. Sempre in quel punto del corridoio grazie al compagno della vittima, è stata rilevata l’assenza di uno zerbino proprio da quell’ingresso ed è stata poi trovata una scalfittura nel muro con all’interno un frammento metallico. L’analisi merceologica condotta su questo oggetto ha portato a definire questa sostanza metallica trovata all’interno come una lega composita di piombo rame e zinco. Il frammento è stato posto in comparazione con il proiettile estratto dal cane di Gonzalez, secondo le dichiarazioni di lui confermate dalla ex fidanzata, ucciso da Lupino con una pistola marca Tanfoglio. Il confronto, effettuato nei laboratori della Polizia Scientifica di Roma, ha portato a concludere sull’elevata compatibilità di quel materiale con l’impatto di un proiettile del tipo rinvenuto all’interno del cane. Nel luogo dell’uccisione del cane è stato ritrovato un bossolo che, analizzato dal consulente balistico nominato dal Pubblico Ministero, per caratteristiche e segni risulta espulso da una pistola a canna oscillante, tipica della Tanfoglio.
Del fatto che Lupino avesse nella disponibilità proprio quella pistola è stato accertato, oltre che dalle dichiarazioni rese da Gonzalez e da un altro testimone conoscente di Lupino, da una immagine scattata ad agosto del 2020 con il cellulare dell’uomo poi arrestato e trovata all’interno dello stesso, nella quale viene immortalata la figlia di 9 anni che, mentre si trova nell’atrio di casa, tiene in pugno in fase di puntamento ciò che appare distintamente essere una Tanfoglio Limited. Stante la meticolosità del quadro indiziario raccolto, e della pressoché accertata dipartita della Novak, è stata posta sotto la lente di ingrandimento degli imquirenti la posizione di Lupino, con particolare riferimento alla condotta tenuta nei giorni in cui sarebbe stato commesso l’omicidio e nei giorni successivi.
Lupino e la compagna, sin dalle fasi preliminari delle attività di indagine condotte nel territorio di Orentano, avrebbero posto in essere delle attività volte a sviare le indagini. Al fine di allontanare i sospetti, hanno fornito delle versioni su come hanno trascorso quei giorni, successivamente sconfessate dagli approfondimenti investigativi svolti. In primo luogo, i conviventi hanno dichiarato di essere sempre stati insieme in quei tre giorni e di aver condotto delle giornate ordinarie, evidenziando che la coppia avrebbe l’abitudine di stare sempre insieme e di non separarsi mai. In realtà, dall’esame dei cellulari della coppia è emerso come, già dalla sera dell’uno, le cose fossero andate diversamente da quanto raccontato. In realtà, va evidenziato che Lupino ha cancellato per intero la chat con la compagna e che tale operazione sarebbe avvenuta tra la sera dell’1 e la sera del 3 novembre scorso. Analizzando la chat con la compagna, è emerso come ci fosse un messaggio inviato alle ore 20.34 e letto alle ore 20.54 da Lupino, sintomo del fatto che i due potessero non essere assieme in quell’orario. Analizzando il cellulare dell’uomo in comparazione con il cellulare della Novak, gli stessi appaiono agganciare celle compatibili con l’area di Corte Nardi, nell’orario in cui è stato commesso il delitto, da ricondursi tra la sera del primo novembre e la notte del due novembre 2020.
Analogamente, le dichiarazioni dei due risultano contraddette anche con riferimento a quanto successo la sera del due e la notte del 3 novembre. Ed infatti, tra Lupino e la compagna, ma anche con il figlio risultano diverse interazioni telefoniche via Whatsapp, ma anche di traffico voce, a dimostrazione che Lupino, tra le ore 23.15 del 2 e l’1.15 del 3 l’uomo non era assieme al proprio nucleo familiare così come dichiarato. Ma l’elemento che ha destato maggior interesse investigativo in termini di indizi nei confronti di Lupino è quanto ricostruito la mattina del 3 novembre. La coppia, che nella vita svolge la professione di tatuatori in un annesso prospiciente alla propria abitazione, ha dichiarato che la mattina del 3 novembre avrebbero realizzato un tatuaggio ad un ragazzo, che sarebbero andati insieme a tatuarlo e che dopo, per dichiarazione della compagna, Lupino lo avrebbe tatuato. Gli investigatori sono arrivati all’identità dell’uomo e, aggiunte a sommarie informazioni, il cliente ha riferito di essere stato accompagnato nello studio di tatuaggi dalla coppia intorno alle 9 e un quarto del tre, ma che poi ad effettuare il tatuaggio sarebbe stata la compagna del Lupino e non già il Lupino come pattuito. Mentre la compagna era impegnata a fare il tatuaggio, il cliente avrebbe notato Lupino portare via dei sacchi neri dalla propria abitazione in direzione del luogo ove aveva parcheggiato la macchina, per poi rivederlo tornare intorno alle ore 11.
La fascia oraria è particolarmente cruciale, perché è il momento nel quale il cellulare della Novak, il cui segnale appare assente dai tabulati da circa 25 ore, torna ad esprimere traffico di cella. Dopo circa 7 minuti da quell’accensione, di converso il cellulare di Lupino smette di produrre traffico, mentre quello della Novak, dopo un minuto, inizia ad agganciare varie celle, anche non compatibili con la corte, per poi tornare a spegnersi.
Al fine di verificare i transiti di quei minuti, sono state analizzate le immagini di due telecamere di videosorveglianza collocate nel Comune di Orentano, una collocata ad un incrocio a poco più di un km e mezzo dall’abitazione di Lupino ed una nel centro d’Orentano. Entrambe immortalano il passaggio di un Fiat Freemont bianco compatibile per caratteristiche con quello di proprietà ed in uso all’uomo con a bordo alla guida un soggetto di sesso maschile abbigliato così come era stato descritto Lupino dal cliente. Ponendo in comparazione il traffico di cella del cellulare della Novak con il transito di quel mezzo ripreso dalla telecamera, è emersa una compatibilità tra la cella agganciata dalla Novak e l’itinerario percorso da quel veicolo. L’intento di Lupino, secondo quanto ricostruito nelle indagini, e confermato dal Gip, sarebbe stato quello di attuare un depistaggio finalizzato a simulare l’allontanamento volontario della ragazza, così come confermato indirettamente da una intercettazione ambientale nella quale, parlando con un vicino di casa, Lupino afferma di come avrebbe dovuto gestire il cellulare della vittima per far perdere le proprie tracce nel caso di una ipotetica fuga. Sempre nell’ambito di un’altra intercettazione, Lupino parla con la compagna su come organizzare la propria difesa, dicendo che deve essere costruita prima, in previsione che possa succedere qualcosa, alludendo evidentemente alla possibilità di essere incriminato e tratto in arresto.
Questi elementi insieme ad altri, sin qui raccolti, hanno portato a concludere sulla sussistenza di gravi indizi di reato nei confronti di Francesco Lupino che, secondo la ricostruzione investigativa sposata dal Gip, avrebbe ucciso la Novak tra la sera dell’1 e la notte del 2 novembre utilizzando la pistola di cui ne è stata dimostrata la detenzione, il fatto sarebbe avvenuto all’interno dell’abitazione di Gonzalez, per poi sopprimere il cadavere e cancellare, ma non completamente, le tracce del delitto tra la sera stessa e la sera successiva, ovvero quella tra il due e il tre novembre e, al fine di attuare un depistaggio per simulare l’allontanamento volontario della stessa, avrebbe ultimato il suo piano simulando l’allontanamento di Khrystyna Novak utilizzando il cellulare della stessa, per depistare e così indirizzare le indagini definitivamente verso un allontanamento volontario della ragazza.