Buti, Dante e il culto di Dante. L'11 giugno convegno a Teatro

Cultura
Buti
Sabato, 5 Giugno 2021

 

Cronache del Trecento, commenti danteschi, Maggi e cultura contemporanea

Il Comune di Buti, insieme alla Società Storica Pisana, PRIN Hypermedia Dante Network e al Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa promuove il progetto “Buti, Dante e il Culto di Dante” in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, al fine di celebrare le figure del Sommo Poeta e del suo autorevole commentatore trecentesco Francesco di Bartolo, noto come il Buti.

BASE DOCUMENTARIA E CONCETTUALE
Il nome di Buti è coinvolto in termini importanti in un passaggio significativo della vita di Dante e nei relativi brani del suo poema, in uno dei momenti più alti dell’esegesi dantesca del Trecento, in originali forme di riappropriazione popolare dei temi danteschi nei secoli XIX-XX e in esperienze teatrali e cinematografiche sviluppatesi recentemente, in riferimento a Dante e alla sua opera, sul piano italiano e internazionale.

•    Nel canto XXXIII dell’Inferno, vv 29-30, si fa riferimento «al monte / per che i Pisan veder Lucca non ponno», mente nel c. XXI Dante richiama la sua esperienza personale (vv. 94-96: «così vid’io già temer li fanti / ch’uscivan patteggiati di Caprona…») fatta durante gli attacchi che l’oste fiorentina e guelfa, condotta da Nino Visconti (cui il poeta era fortemente legato), portò a Pisa e ai Monti pisani nell’agosto 1289, in particolare, e in tutto quel giro di anni. Mentre nel Paradiso non vi sono personaggi pisani o direttamente legati con Pisa, tutte le personalità e i nomi propri pisani presenti nell’Inferno e nel Purgatorio sono collegati alle lotte politiche e militari svoltesi tra il 1285 e il 1293. Il conte Ugolino, l’arcivescovo Ruggeri, capitano e podestà di Pisa dopo l’arresto di Ugolino, e Guido da Montefeltro (altro importante personaggio della Commedia), cui furono poi conferiti a Pisa pieni poteri, sono tutti all’Inferno. Nino Visconti, capitano e podestà di Pisa accanto al nonno materno Ugolino, cacciato dalla città il giorno prima dell’arresto del conte e rifugiatosi a Calci, è invece salvato in Purgatorio. Qui Dante colloca pure «quel da Pisa / che fé parer lo buon Marzucco forte» (Purgatorio VI 17-18) ossia Gano Scornigiani, alleato e parente del Visconti. Appunto Gano era capitano del castello di Buti, come indica una deliberazione dei consigli maggiore e minore di questo Comune dell’11 giugno 1286, e analogamente Mondasco Visconti figurerà come capitano del castello di Calci: si tratta infatti di un sistema di castelli controllato dai Visconti e/o dalla Lega Guelfa che garantiva a questa il controllo di un’area strategica per portare da Lucca e da Firenze attacchi contro Pisa. Gano Scornigiani sarebbe stato ucciso nel dicembre 1287 per mano degli ugoliniani, e forse dallo stesso nipote di Ugolino detto il Brigata. Proprio questa uccisione scatenò una rottura insanabile tra il partito ugoliniano e quello visconteo. Nel gennaio 1288 i due partiti entrarono a Buti in un conflitto armato che contrappose la parte del Castello e la parte del Borgo e che si risolse con la vittoria dei viscontei, appoggiati da truppe lucchesi. Il conflitto, trasferitosi nel cuore di Pisa, avrebbe portato il 31 giugno 1288 alla cacciata di Nino Visconti e il giorno dopo, 1 luglio, all’arresto del conte Ugolino con figli e nipoti, poi rinchiusi nella torre che avrebbe preso dalla loro terribile fine il «titol de la fame».

•    Da Buti trae i natali, o almeno l’origine familiare e il cognome Francesco di Bartolo (o più spesso, nei documenti, Bartalo), alto magistrato del Comune di Pisa, grammatico conosciuto in tutta Italia, grazie specialmente alle sue Regulae grammaticales, e primo e in assoluto più importante commentatore trecentesco del poema di Dante in un volgare toscano; infatti Guido da Pisa e Benvenuto da Imola avevano usato il latino e il bolognese Lana un volgare padano; l’Ottimo fiorentino commenta tutto il poema in volgare, ma non verso per verso e parola per parola come fa il Buti, e Giovanni Boccaccio vide interrotta dalla morte la sua lettura dantesca. Il commento del Buti, tra la fine del Trecento e i primi lustri del Quattrocento, figura in sontuose copie manoscritte possedute dalle più importanti famiglie signorili (Gambacorti e Appiani di Pisa, Guinigi di Lucca, Visconti di Milano), da monasteri e da molte famiglie fiorentine; questi codici furono poi usati dall’Accademia della Crusca e si conservano oggi presso la Laurenziana, la Riccardiana e la Nazionale di Firenze, la Nazionale di Napoli, la Vaticana e molte biblioteche internazionali. Il commento butiano, per la sua completezza, articolazione esegetica e capacità di approfondimento linguistico è stato, nei secoli XIX e XX, e resta oggi un punto di riferimento imprescindibile per l’esegesi dantesca. Una tappa molto importante degli studi sul commento del Buti e sulla biografia dell’autore è il convegno che si tenne nel Teatro di Buti il 16 settembre 1984, per impulso di Francesco Danielli, e le cui più importanti relazioni (Ottavio Banti, Giorgio Varanini, Fabrizio Franceschini) si leggono, approfondite e ampliate, nel “Bollettino Storico Pisano”, LXIV, 1995.

•    Per il particolare e intenso rapporto tra la più elevata tradizione poetica italiana e la cultura delle classi subalterne toscane, che indusse anche Antonio Gramsci a riflettere (nelle carceri fasciste) sui Maggi, il teatro popolare del Maggio, come in altre forme l’ottava rima, è divenuto insieme sede e strumento della riappropriazione popolare di tematiche e figure rese celebri da Dante. Al “pastore poeta” Pietro Frediani spettano il maggio La Pia dei Tolomei composta da Pietro Frediani l’anno 1852 in Buti […] e cantato l’anno 1852, come indica un manoscritto, e il Maggio del Conte Ugolino fatto da Pietro Frediani da Buti e copiato da me Giuseppe Paoli l’anno 1884, testi messi poi a stampa dalla Tipografia Sborgi di Volterra e ben diffusi in Toscana e sull’Appennino emiliano. Con modifiche anche significative, questi due maggi di tema dantesco si ritrovano nelle copie manoscritte del capomaggio Angiòlo Bernardini. In particolare nel maggio Il Conte Ugolino, Opera teatrale in verso lirico, adattato alla scena da me Bernardini Angiolo di Buti l’anno 1900, tra i personaggi figura uno Scornigiani che finirà ucciso per mano del Conte Ugolino, a riprova delle frequentazioni erudite di un popolano poeta di alto profilo quale il Frediani.

•    Dagli anni Settanta del secolo scorso a oggi questo intreccio tra Maggio, ottava rima e memorie dantesche ha coinvolto intellettuali, registi di cinema, uomini e donne di teatro, che hanno valorizzato e riplasmato quelle tradizioni. Paolo Benvenuti, cui si deve una memorabile Medea teatrale e cinematografica (1972) su testo del Frediani, in occasione del convegno-rassegna sui Maggi tenutosi a Pisa e Buti nel 1978, ha messo in scena il Maggio del Conte Ugolino con un gruppo di ragazzi delle scuole, come testimonia il cortometraggio Bambini di Buti del 1979. Mentre la compagnia del Maggio di Buti ha più volte rappresentato la Pia dei Tolomei, i membri della compagnia hanno preso parte alle produzioni teatrali di Dario Marconcini e in particolare a Un inferno del 2015, per la drammaturgia e regia di Marconcini, con brani del poema dantesco trasposti dalla terzina all’ottava rima da Enrico Pelosini. Jean-Marie Straub, che con Danièle Huillet aveva fatto della butese Valle del Seracino la sua sede elettiva, affidando al Teatro Francesco di Bartolo la statuetta del Leone d’oro conquistato a Venezia, ha messo in scena nel 2009, appunto nel Teatro di Buti, l’opera teatrale O somma luce, poi trasformata nel 2010 in versione cinematografica: un uomo (Giorgio Passerone) seduto su un aratro, recita i versi 67-145 del XXXIII del Paradiso, in un intreccio, scontro e incontro tra musica, parole di Dante e rumori del rio, tra alberi, nuvole e appunto luce, che segna in modo sublime, nelle parole di Straub,  “la fine del paradiso terrestre”.

BOZZA DI PROGRAMMA DEL CONVEGNO

In occasione del VII centenario della morte di Dante (1321-2021), le fila di queste complesse esperienze storiche, scientifiche, culturali e artistiche saranno riprese e di nuovo intrecciate in una straordinaria giornata di ricerca, spettacolo e cultura, prevista per sabato 8 maggio 2021.

La data scelta non è casuale. Maggio è il mese dei canti e da questo mese trae il nome il genere teatrale in cui, dalla fine del Settecento, la tradizione popolare butese ha primeggiato. Ma a maggio, e precisamente agli inizi del maggio del 1394, Francischus quondam Barthali de Buti doctor gramatice assurge al ruolo di cancelliere del Comune di Pisa, segnando questo cancellierato con la prima edizione del suo commento dantesco (11 giugno 1394, festa di San Barnaba). Grazie a questa fondamentale opera, al rinnovo della sua carica, nel luglio 1994, la qualifica del Buti sarà innalzata da doctor gramatice a Trivii eximio possessore, ossia maestro eccellente nelle arti del Trivio (Grammatica, Dialettica, Retorica).

h. 10:00
Saluto ai partecipanti (di persona e/o in collegamento telematico)
sull’aria del maggio e in ottava rima

Saluti delle Autorità e Interventi di
Roberta Ferrari Direttrice del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica
Gabriella Garzella, Presidente della Società Storica Pisana

h. 10.30
CONVEGNO SCIENTIFICO
Prima sessione

Fabrizio Franceschini (Università di Pisa)
Introduzione dei lavori

Maria Luisa Ceccarelli Lemut, Direttrice del “Bollettino Storico Pisano”
Buti e i Monti pisani tra Ugolino, Nino Visconti, gli Scornigiani e Guido da Montefeltro (titolo provvisorio)

Leonardo Canova,
Gli animali in Dante e nel commento di Francesco da Buti materialità e allegoria (titolo provvisorio)

h. 12:00
Paolo Benvenuti, Intervento con inserimenti filmati
Il maggio del Conte Ugolino coi ragazzi di Buti: educare all’immagine, educare alla parola

h. 12.30
Letture e rielaborazioni in ottava rima dalla Commedia, a cura di Dario Marconcini e della Compagnia del Maggio “Pietro Frediani”

(pausa pranzo)

h. 15:00
Letture e rielaborazioni in ottava rima dalla Commedia, a cura di Dario Marconcini e della Compagnia del Maggio “Pietro Frediani”

h. 16:00
CONVEGNO SCIENTIFICO
Seconda sessione

Fabrizio Franceschini
Le “Regule grammaticales” di Francesco da Buti e la loro tradizione manoscritta: un atlante linguistico dell’Italia tardo-medievale

Chiara Martinelli
Il Buti grammatico e commentatore dei classici

Claudia Tardelli
La nuova edizione del commento del Buti

h. 17.30
Discussione, curiosità, interventi del pubblico

h. 18:00
Proiezione del film O somma Luce (mm. 18) di Jean-Marie Straub
Interventi a distanza di Giorgio Passerone (Université Lille 3) e di Jean-Marie Straub

Interventi di chiusura
Michelangelo Zaccarello, PRIN Hypermedia Dante Network
Andrea Mazzucchi, Edizione Nazionale dei Commenti Danteschi
Marcello Ciccuto, Presidente della Società Dantesca Italiana

Conclusione della Giornata con la Licenza della Compagnia del Maggio

Il convegno si svolgerà presso il Teatro Francesco di Bartolo di Buti, Sabato 8 Maggio dalle ore 10:30 e lo si potrà seguire gratuitamente sia in presenza, se la situazione legata all'emergenza sanitaria lo consentirà, sia tramite la diretta Streaming che verrà predisposta su opportune piattaforme. La possibilità di seguire il convegno anche da remoto consentirà una sua più ampia diffusione e fruizione sul territorio nazionale e internazionale. A quest’ultimo proposito si sottolinea che la presenza del prof. Passerone (Université Lille 3) e dei dott. Canova (già ricercatore alla Notre Dame University, Indiana Usa) e Tardelli (già ricercatrice a Cambridge, UK) favorirà la diffusione internazionale dell’iniziativa A tale fine sarà altresì sviluppata un'opportuna ed efficace campagna promozionale in tutte le modalità utili.

MOSTRA DOCUMENTARIA
In occasione di questa iniziativa sarà allestita una mostra con materiali che in vario modo si riallacciano alla tematica della giornata e del convegno.
Sulla base di una precedente esperienza svoltasi a Piombino nel 1998,  saranno predisposte riproduzioni di codici danteschi, di copie del commento del Buti di fine Trecento-inizio Quattrocento e di cronache e documenti coevi. Se possibile rispetto alla situazione generale, potranno essere richiesti codici originali delle opere di Francesco di Bartolo. alle biblioteche Laurenziana e Nazionale di Firenze e alla Bibl. Cathariniana di Pisa. I materiali esibiti saranno raccolti in un libro-catalogo, realizzato per l’occasione a cura del prof. Franceschini.
Saranno inoltre messe in mostra foto dell’importante convegno dantesco tenutosi a Buti nel 1984.
La mostra sarà presentata sia in modalità materiale, presso la Sala di Bartolo, antistante il Teatro Francesco di Bartolo, sia in modalità virtuale e multimediale, grazie all'uso delle tecnologie digitali che la renderanno fruibile a distanza e nel tempo. Nelle stesse sedi della mostra, per rendere meglio fruibile la visione e la comprensione dei documenti esibiti, le riproduzioni e i pannelli stampati saranno affiancati da monitor, totem multimediali e video proiezioni.

OBIETTIVI DEL PROGETTO
Questa iniziativa vuole unire una riflessione scientifica di alto profilo sul rapporto tra Dante e il suo commentatore Francesco di Bartolo, la presentazione delle tradizioni popolari proprie del territorio butese (Maggio drammatico e Ottava rima), che nell’opera dantesca affondano potentemente le loro radici, e la riproposizione di episodi teatrali e cinematografici, nati nel medesimo territorio e legati a Dante, che rivestono un’importanza notevole nella cultura contemporanea, sul piano nazionale e internazionale.
Si tratta di un intreccio originalissimo che, a settecento anni dalla morte di Dante, sarà rivisitato in un evento di sicuro interesse per la Regione Toscana nel suo complesso.
La pubblicazione del libro-catalogo della mostra e degli atti del convegno, così come l’apprestamento dei prodotti digitali e multimediali legati alla mostra, garantiscono che l’investimento, realizzato per l’occasione, avrà ricadute future sui diversi piani scientifico, scolastico e divulgativo

RICHIESTA DI CONTRIBUTO
Visto l'alto profilo culturale e scientifico del progetto, nonché la sua dimensione nazionale e internazionale, si richiede alla Giunta della Regione Toscana, oltre al patrocinio e all'uso del logo della Regione una compartecipazione economica pari a 10000€

redazione.cascinanotizie