Caso Cerretini: "Sentenza sbagliata ma solo a parole"

Politica
Ponsacco
Giovedì, 21 Settembre 2023

Nota di FdI Ponsacco

Ha scritto Fratelli di Italia Ponsacco.

Siamo tutti consapevoli delle ragioni del diritto e delle conclusioni alle quali sono arrivati i giudici dei più alti tribunali amministrativi italiani riguardo la vicenda della casa della famiglia Cerretini.

Le sentenze, che si sono succedute negli ultimi anni a partire dal 2020 dopo quella del Consiglio di Stato - che ha stabilito la demolizione dell’immobile per la presenza di un vincolo paesaggistico, cioè  per la presenza di un bosco al posto del “Parco romantico”, realizzato dai proprietari di Villa Toscanelli - hanno ribadito la medesima posizione senza dare alcun spiraglio alle speranze della famiglia.
E allora perché si insiste a parlarne, direbbe qualcuno, e perché non si pensa piuttosto a quello che accadrà dopo la demolizione, visto che i giudici hanno riconosciuto che i Cerretini devono essere risarciti per il danno subito? Visto anche che in Italia una causa di risarcimento contro enti pubblici responsabili può durare svariati anni senza certezza di esito positivo?

Uno dei maggiori “indiziati” per le responsabilità connesse alla concessione dei permessi per la realizzazione dell’abitazione in Val di Cava è proprio il Comune di Ponsacco, che dovrebbe sborsare centinaia di migliaia di euro nel caso di un giudizio sfavorevole e che non sembra aver dato fondo a tutte le possibili azioni per difendere le ragioni dei propri concittadini. A parte la frase “sentenza sbagliata” di fatto il Sindaco e la maggioranza, tranne l’episodio di una formale e rituale interrogazione di alcuni parlamentari PD ad alcuni ministri del Governo, non si sono distinti per attivismo e soprattutto per smuovere le coscienze su una situazione, che è diventata l’emblema della distanza siderale tra Pubblica Amministrazione e cittadino in Italia.

Noi le carte le abbiamo lette e anche molto bene e non riusciamo a dare spiegazione ad alcuni episodi che si sono verificati dopo che la famiglia Cerretini ha fatto l’ennesimo tentativo per difendere “il bene della vita”, una difesa che sicuramente andrà avanti fino al massimo tribunale europeo, quel CEDU (Corte Europea per i Diritti dell’Uomo) che delibera anche sulla compressione dei diritti del singolo da parte della Pubblica amministrazione di uno Stato membro dell’Unione Europea.

Ma tornando alle carte, non ci torna un fatto.

Lo scorso 2 gennaio 2023 Paola Cerretini presenta un’istanza di sanatoria sulla base di nuovi e diversi presupposti, che sono stati accertati dai legali della famiglia e che individuano una chiara e lineare via d’uscita sempre nella legalità e nel diritto. In pratica la casa poteva essere costruita in quanto frutto del trasferimento di volumi interni all’area di pregio e senza sottostare a qualsiasi vincolo di carattere paesaggistico (bosco o parco che fosse). In fondo quell’intervento serviva a valorizzare un’area per la quale più famiglie di generazione in generazione si erano succedute nella coltivazione e valorizzazione di un intero comparto storico e naturale.

Quindi si è andato a creare un nuovo “fronte” giuridico completamente diverso da quello finora accolto e divulgato tramite le sentenze successive a quella famosa del 2020 e fino all’ultima del TAR del marzo 2023.

Eppure questa alternativa incredibile – per il fatto che neppure i tecnici del Comune o degli altri enti coinvolti hanno mai citato o impiegato – adesso non viene neppure tenuta in considerazione e il diniego alla sanatoria ne è una testimonianza lampante.

Continuano la freddezza e il distacco quasi infastidito del Comune di Ponsacco, che si affretta a respingere l’istanza di sanatoria in data 30 maggio 2023 con firma del Segretario Comunale, che in maniera laconica si limita a ripetere il senso delle ultime sentenze e a non considerare la nuova base giuridica e accelerando così il percorso verso la demolizione.

Sì il diniego è stato firmato dal Segretario Comunale, perché il nuovo responsabile del Settore III “Urbanistica ed Edilizia Privata” non era ancora in carica, dopo che era stato selezionato con una procedura terminata nella seconda metà di aprile 2023.

Nel frattempo i legali della famiglia depositavano una memoria (il 21 aprile 2023) con le nuove conclusioni giuridiche, che andavano a contestare un primo preavviso di diniego alla sanatoria, emesso dall’amministrazione comunale di Ponsacco.

Solo il 5 giugno il Sindaco nominava con Decreto n.66 il nuovo responsabile del settore, che sarebbe diventato operativo dal 16 giugno 2023.  
C’erano quindi i tempi e i modi perché si potesse attendere dal 30 maggio l’entrata in campo di una figura tecnica specializzata in grado di supportare ed approfondire la valutazione dell’istanza di sanatoria con più specifiche competenze.

E allora perché il Sindaco non ha nominato prima il nuovo responsabile? Perché ha lasciato – o ha voluto - che il Segretario Comunale rispondesse e non ha richiesto di attendere qualche giorno per farlo fare al nuovo Dirigente?

Perché si è negata una ulteriore possibilità alle ragioni dei Cerretini, che, se riconosciuta dai nuovi ricorsi pendenti, consentirebbe alle Casse del Comune di evitare un enorme esborso di danaro e quindi un danno erariale per le spese di risarcimento?

Noi di Fratelli di Italia continuiamo e continueremo a sostenere la lotta per la famiglia Cerretini che, ricordiamo, non è la lotta contro qualcuno, ma è il tentativo di tutelare il diritto di chiunque porti avanti le proprie ragioni senza che ci si senta ripetere parole come “tombale”, “irreversibile”, “innappellabile”. La Giustizia dovrebbe garantire la possibilità di riaprire casi complessi come questo alla luce di nuovi elementi e gli Enti Pubblici, che si dicono vicini ai cittadini, non dovrebbero avere paura di lottare per contribuire a farlo.

redazione.cascinanotizie