Ceccardi-Parrini, c'eravamo tanto amati
E così la luna di miele è finita. Dopo gli anni di fidanzamento sui banchi dell’opposizione la primavera scorsa, dopo il primo turno elettorale, era arrivato il matrimonio, di convenienza, che serviva a cacciare la maggioranza che aveva governato Cascina nei cinque anni precedenti. Obiettivo centrato. Poco più di un anno fa 101 voti di scarto mandano Antonelli all’inferno e Ceccardi in paradiso.
Ma si sa, stare all’opposizione e stare in maggioranza sono modi di vivere assai diversi, come essere fidanzati ognuno a casa loro, e convivere. Nel primo caso fu sufficiente trovarsi d’accordo nel far mancare sistematicamente il numero legale e vissero tutti felici e contenti, nel secondo caso invece c’è da condividere e mettere in pratica un programma di governo. Ed è su questo che già qualche mese dopo le nozze si mostrarono i primi scricchiolii. Parrini non ha mai nascosto il suo favore alle unioni civili, dichiarandosi anche disposto a celebrarle se mai la Sindaca si fosse degnata di fornire la delega che ha sempre negato a tutti senza distinzione di colore politico.
Sulle ruspe e sulla vicenda Rom, fino ad oggi Parrini e Progetto Cascina, che è bene ricordarlo aveva perso il suo unico consigliere, Fabio Poli in un battito di ciglia, in quanto da sempre contrario alle politiche leghiste, hanno sempre tenuto un profilo basso finché la questione non si è scontrata con un’altra che Progetto Cascina, ritiene, a ragione, prioritaria: la questione dei Ponti.
Parrini nella sua lettera di autosospensione (leggi qui) ricostruisce la vicenda che in poche righe si può riassumere così: Il Comune di Cascina si è prima impegnato a presidiare i ponti con una pattuglia di Vigili Urbani per impedire ai mezzi pesanti il transito, incassando fra l’altro il plauso di Provincia e Prefettura, poi, evidentemente si scopre che di pattuglie di Vigili Urbani non ce ne sono poi molte a disposizione, ed allora la Sindaca lancia il contrordine, con il beneplacito dell’ineffabile capo di gabinetto patavino: la priorità sono i Rom, o meglio una famiglia Rom, da cacciare assolutamente dal territorio comunale (clicca qui). Parrini a questo punto non ci sta, ritiene prioritaria la sicurezza dei cittadini che transitano sui ponti e sbatte i piedi. Se sbatterà anche la porta saranno i prossimi giorni a dirlo. Per il momento si è auto sospeso, che vuol dire tanto e non vuol dire niente. Una terra di mezzo fra l’abbiamo scherzato e le dimissioni, o meglio un tentativo di dire io non ci sto più, ma voglio che sia tu a cacciarmi.
Quello che è certificato con certezza e la prima crisi di governo della Lega a Cascina. Non tanto nei numeri, in Consiglio Comunale, quando ogni tanto si svolge, non cambiano di una virgola, quanto nel rapporto con il territorio, perché il contributo di Progetto Cascina alla vittoria Leghista è stato decisivo. Se Parrini e la sua lista civica lasciano, l’attuale maggioranza di fatto non è più espressione della maggioranza del territorio, ma queste sono cose che dovrebbe sottolineare un opposizione che a tre giorni dall’autosospensione ancora non si è pronunciata. Insomma se Atene piange, Sparta non ride. E Cascina? Cascina sta li nel mezzo ed aspetta.