Commercio: sciopero in Toscana a Natale, Santo Stefano e Capodanno

Cronaca
PISA e Provincia
Sabato, 20 Dicembre 2025

"Servono salari più alti, non maggiori occasioni di spendere soldi". Filcams Cgil e UilTucs proclamano l’astensione dal lavoro per le festività

Filcams Cgil e UilTucs Toscana hanno annunciato lo sciopero nel settore del commercio per le giornate del 25 e 26 dicembre e del primo gennaio 2026.

I sindacati chiedono il rispetto dei diritti dei lavoratori e il riconoscimento della dignità del lavoro durante le festività, sottolineando che le aperture non hanno prodotto benefici economici né occupazionali.

 

Hanno scritto Filcams CGIL Toscana, Uiltucs UIL Toscana.

Il tempo è la cosa più importante che abbiamo. Nessuno se lo può prendere. Rimanere aperti durante le festività natalizie e di fine anno è una scelta inaccettabile, che rappresenta un’offesa alla dignità del lavoro e delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio.

Da anni, in nome di presunte liberalizzazioni, si è superato ogni limite di decenza, svuotando di significato le festività civili e religiose e peggiorando le condizioni di lavoro, senza alcun reale beneficio né occupazionale né economico.

Le aperture nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno non hanno prodotto maggiore benessere, ma solo una compressione dei diritti, un peggioramento della qualità della vita e salari che restano insufficienti.

I consumi non crescono perché mancano i soldi da spendere, non perché mancano le occasioni per farlo, e certamente le feste non possono diventare l’ennesimo terreno di sfruttamento.

Per questo Filcams CGIL e UilTucs Toscana ritengono necessario un cambio di rotta: servono tutele reali per l’occupazione, salari più alti e un diverso modello di sviluppo e di consumo, che rimetta al centro le persone e non il profitto ad ogni costo. Alla luce di tutto ciò, Filcams CGIL e UilTucs Toscana proclamano l’astensione e lo sciopero dal lavoro per il settore del commercio per le giornate del 25 e 26 dicembre 2025 e del 1° gennaio 2026.

Ricordiamo che, come sancito anche da numerose sentenze e dal CCNL, il lavoro nelle festività civili e religiose non è un obbligo e che nessun lavoratore può essere comandato al lavoro senza il proprio consenso. Difendere il tempo di vita, la dignità e i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori è una scelta di civiltà.

 

 

 


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redazione.cascinanotizie