Dal Gambia alla maglia nerazzurra, la storia di Susso Bamba

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PISA e Provincia
Martedì, 15 Settembre 2020

Fuggito dal Gambia, il classe 2002, è approdato adesso al Pisa dove giocherà con la primavera di Marco Masi. Una storia, la sua,  fatta di sofferenza e forza di volontà

Oggi le visite mediche, la firma è attesa nelle prossime ore. A Pisa, destinato a rinforzare la primavera nerazzurra di Marco Masi, arriva Susso Bamba, un ragazzo del Gambia con alle spalle una storia pazzesca fatta di sofferenza e fuga verso un mondo migliore. La storia di questo giovane attaccante classe 2002, la raccontano i colleghi di gazzettaregionale.it, un quotidiano online del Lazio, che segue, fra le altre cose le vicende dalla Romulea Calcio.

Nel 2016 in Gambia, paese dell'Africa occidentale, si sta consumando il dramma, della guerra civile. In vista delle elezioni, Yaya Jammeh, leader politico del paese, da il via ad una serie di repressioni violente nei confronti di una popolazione che subisce da decenni una vera e propria dittatura. Le associazioni umanitarie narrano di esodi verso il nord, soprattutto da parte dei più giovani che decidono di andarsene, camminando verso un futuro. No, non un futuro migliore, ma semplicemente un futuro, qualsiasi esso sia. Uno di questi è proprio l'allora quattordicenne Susso Bamba, che con sé porta un bagaglio fatto di speranze e di passioni. Una in particolare pesa più di tutte: quella per il calcio. In Gambia lui gioca e anche a buoni livelli, ma le violenze e la perdita dei genitori lo costringono a mollare tutto e partire, da solo, con la voglia e la consapevolezza in cuor suo che un giorno sarebbe tornato a fare quello che ogni ragazzo in giro per il mondo dovrebbe avere il diritto di fare, ovvero dare due calci ad un pallone. Inizia il suo percorso, lungo e tortuoso, verso il nord dove, una volta arrivato in Libia, si imbarca per l'Italia, più precisamente a Cotronei in Calabria, raggiunto solo a maggio del 2017.

Da lì si trasferisce a Roma dove, nel marzo del 2018, torna a giocare a calcio firmando per la Romulea. «Dopo l’estate ho fatto il mio provino con la Romulea, un’emozione grande: cominciava la mia avventura nel mondo del calcio. In Gambia giocavo come capitano in una squadra della mia città. In Italia ho trovato un modo di allenarsi differente, all’inizio ho avuto qualche problema, dovuto anche alla conoscenza della lingua; però grazie ai compagni e al mister ho presto imparato… il romanesco. Nei primi tempi, in Calabria, ho avuto problemi con la lingua, ma non riuscivo ad andare a scuola per imparare. Per questo, dopo mesi, ho deciso di lasciare il centro di accoglienza e partire per Roma. Qui ho trovato un sistema di accoglienza molto buono: un tutore nominato dal Tribunale per i minorenni, l’accoglienza in casa famiglia insieme a ragazzi stranieri ed italiani, ho ricevuto cure sanitarie, sono riuscito a frequentare corsi di lingua, poi la scuola media e poi il mio primo provino con la Romulea. Oggi frequento una scuola di formazione professionale per operatori della ristorazione, non si sa mai non riesca come calciatore». Queste sono le parole che il giovane gambiano rilascia a “gazzettaregionale.it

17 anni le tante speranze sono alimentate da una bella rete all’esordio in campionato. Entra in campo dalla panchina, nel secondo tempo, tocca il suo primo pallone in una gara ufficiale in Italia e lo trasforma in gol. «È stata una grande emozione segnare il mio primo gol con la Romulea, nella mia prima giornata, appena entrato in campo nel secondo tempo. Era da tanto che mi allenavo con la squadra, ma ho dovuto aspettare molto tempo per ottenere il tesseramento con la FIGC. Il mio tesseramento ha avuto dei tempi lunghi, in quanto sono un minore straniero non accompagnato. Ricordo che l’anno scorso, in occasione del mio compleanno, ho ricevuto la borsa della società con magliette, pantaloncini, tute, un regalo bellissimo. Io penso ogni bene dei miei compagni, mi hanno aiutato molto e mi trovo bene con loro; non potrò mai dimenticare come mi hanno accolto e fatto ambientare. Grazie a loro ho continuato ad allenarmi, anche quando pensavo di smettere con il calcio, perché non arrivava il tesseramento». Nella loro semplicità, sono parole che spiegano bene lo stato d’animo, ma anche la forza di volontà di un ragazzo disposto a grandi sacrifici per realizzare i suoi sogni. Adesso approda al Pisa e con un “maestro” come Marco Masi non potrà far altro che crescere e maturare per scrivere il lieto fine ad una storia pazzesca, fatta di forza di volonta e voglia di vivere alla ricerca di un mondo migliore.

massimo.corsini