Dalla Lipu le critiche sul progetto di via Pungilupo

Politica
PISA e Provincia
Lunedì, 24 Novembre 2025

Il Responsabile ecologia urbana della Lipu di Pisa risponde alle osservazioni mosse dal Comune di Pisa alle critiche sul progetto di parco in corso di realizzazione in via Pungilupo

 

Questo il comunicato integrale

Gentili Signori,
vi ringraziamo per la cortese Vs. Prot. n. 0135769/2015 del 19/11/2025.
Innanzi tutto, non comprendiamo perché avete iniziato col rispondere che le nostre critiche sarebbero del tutto inaccettabili. Probabilmente non è stato ben compreso che il mittente è la Lipu, il cui scopo è - piaccia o meno - quello di rappresentare le esigenze e i diritti di esseri viventi che non parlano la nostra lingua, vale a dire gli uccelli (e la biodiversità più in generale).
Forse si sarebbe potuto dire più semplicemente che è stata accordata la precedenza alla sicurezza (idraulica) della città e dei cittadini, mettendo quindi la biodiversità decisamente in un secondo piano. Ciò introduce comunque argomentazioni che necessiterebbero riflessioni di ben più ampia portata. 
Infatti, guardando i dati degli ultimi Rapporti Ispra sul consumo di suolo, si direbbe che (anche) a Pisa non si è tenuto gran conto dell’esigenza di de-impermeabilizzare il territorio e il tessuto urbano (ulteriori 28 ettari di terreni finiti sotto a cemento e asfalto, dal 2020 a oggi), considerando che la cementificazione è il driver principale che induce allagamenti e alluvioni, in concomitanza di precipitazioni consistenti:
https://www.snpambiente.it/pubblicazioni/consumo-di-suolo-dinamiche-terr...
Potrei anche aggiungere, a titolo personale, che se fossi stato un pianificatore avrei evitato - a suo tempo - di collocare uno dei principali ospedali regionali a ridosso di un argine posto all’interno di un’ansa del tratto finale di un grande fiume. Peraltro, questo complesso è tutt’ora in fase di forte sviluppo edilizio (inclusa parte di quello che era il Parco di Cisanello), in altrettanti terreni che prima erano aperti, permeabili e quindi utili per il contrasto del rischio idrogeologico, nonché ricchi di biodiversità.
Anticipando le considerazioni che verranno trattate più avanti, alcune delle unità di rilevamento (UR) in cui si colloca tale contesto (es. 97, 98, 99) risultavano di valore buono/ottimo nella carta di valutazione della qualità ornitologico-ambientale, inserita nell’ultimo atlante ornitologico di Pisa. Segno che, ancora una volta, i dati funzionano “a giorni alterni”, quindi vengono più o meno considerati a seconda delle circostanze.
Tornando al progetto di via Pungilupo (e del Parco Europa) è difficile pensare che non ci potessero quantomeno essere delle soluzioni alternative, meno drastiche e invasive, in grado di soddisfare le lecite esigenze della sicurezza idraulica, ma con un approccio di mediazione che potesse salvare e valorizzare almeno alcune porzioni dell’habitat semi-naturale preesistente.
Per quanto riguarda le nuove piantagioni, oltre al discutibile sesto di impianto stile “vigneto”, come già detto nella precedente nostra, tale vegetazione non potrà soddisfare le esigenze di habitat delle specie ornitiche più rare e interessanti, men che meno nel breve-medio periodo.
In proposito, sarebbe veramente interessante avere la possibilità di intervistare quegli animali a cui è stata distrutta la casa, e quegli uccelli che quando torneranno con la prossima migrazione primaverile, non troveranno più l’habitat di nidificazione.
Inoltre, piantare non è di per sé garanzia di attecchimento e raggiungimento della maturità, fase nella quale si ottengono i servizi/benefici ecosistemici ed i pareggi dei bilanci del carbonio.
In tal senso, la vostra affermazione “attiverà processi di rinaturalizzazione spontanea che potranno favorire la biodiversità e generare un habitat ottimale per una popolazione di fauna e di avifauna” appare povera di significato, considerando che la zona in oggetto era già ampiamente caratterizzata da condizioni (semi)naturali, fungeva ottimamente da habitat per la biodiversità, e aveva soltanto bisogno di essere lasciata in pace, fermo restando interventi poco invasivi atti a migliorarne la funzione idrogeologica, garantire la sicurezza e incrementarne la fruizione pubblica.
Per quanto riguarda i dati contenuti nell’atlante ornitologico di Pisa, singolare che si venga a insegnare al sottoscritto come leggerli e interpretarli, quando avreste benissimo potuto a suo tempo chiedere direttamente le informazioni e le verifiche che vi necessitavano. Infatti, non siete in possesso neppure dei dati di base, raccolti sul campo.
E fermo restando che i risultati di una ricerca pluriennale, presentati con un volume di oltre 200 pagine, non si riducono a una sola mappa di sintesi, e che i criteri allora adottati sono stati revisionati nelle nuove linee metodologiche, visto che ritenete di conoscere e di applicare scrupolosamente ciò che altri hanno prodotto con la carta di valutazione della qualità ornitologico-ambientale dell’atlante ornitologico di Pisa, vorrà dire che ci preoccuperemo di verificare le tipologie gestionali che sono state adottate per le UR che risultarono di qualità più elevata. Ma alcuni riscontri sono già noti, e ne abbiamo parlato precedentemente.
Oltre a quanto detto, nell’abbassare la qualità delle UR 58, 59, 72 di via Pungilupo concorre il fatto che alcune sono “marginali” all’area di studio e quindi con superficie inferiore a quelle “intere” (in ecologia è noto che di solito tra specie e area vi è una correlazione positiva). Altro limite metodologico è la griglia a quadrati regolari, che non tiene conto dei confini delle tipologie ecosistemiche, mentre la lista quali-quantitativa che abbiamo riportato nella precedente nostra ha estrapolato, dai dati che vennero raccolti sul campo, esclusivamente l’avifauna rilevata nell’ambiente in oggetto. Si ribadisce quindi la necessità di conoscere a fondo i dati che si intende utilizzare e commentare. Fermo restando quanto contenuto nella prima edizione dell’atlante ornitologico di Pisa, a quel tempo commissionata direttamente dal Comune di Pisa alla Lipu.
C’è anche da dire che la procedura DNSH fa riferimento alle specie contenute nella Lista rossa IUCN, di cui alcune erano presenti a via Pungilupo (es. Tortora selvatica Streptopelia turtur). 
Ci farebbe anche piacere poter visionare i risultati delle nuove indagini ornitologiche e naturalistiche che avrebbero dovuto essere effettuate a monte delle progettazioni per il Parco Europa e via Pungilupo.
Invitiamo pure a fornire l’inventario di quello che è stato tagliato a via Pungilupo e Parco Europa, vale a dire l’elenco qualitativo (specie) e quantitativo delle piante (numero esemplari e loro caratteristiche), e le corrispondenti superfici di copertura vegetazionale, considerando che sono dati essenziali da riportare nel Bilancio arboreo di fine mandato, ai sensi della legge 10/2013, nonché elementi indispensabili (copertura della volta arborea urbana, art. 8 sul ripristino degli ecosistemi urbani) per l’applicazione del Regolamento europeo sul ripristino della natura (Nature Restoration Law) che è legge già cogente e operativa. La cui finalizzazione è assolutamente pertinente, come ha chiaramente sottolineato ISPRA al Convegno che si è svolto a Roma lo scorso 21 novembre: https://www.isprambiente.gov.it/it/events/gli-alberi-nellambiente-urbano...
Infine, sul concetto di “terra”, considerando che le aree di via Pungilupo e Parco Europa sono state alterate e stravolte dai mezzi pesanti, invitiamo a leggere i volumi dell’ing. Paolo Pileri “L’intelligenza del suolo” (2022, Altra Economia) e “Dalla parte del suolo” (2024, Laterza). 
Dopo il grande successo del convegno “Natura in città” del 21 novembre scorso, in occasione della Giornata nazionale degli alberi, che ha visto la sala gremita di persone https://www.youtube.com/watch?v=GwWApm7RUYg torneremo a parlare di questi temi il 13 dicembre con la presentazione del libro sugli alberi di Linda Maggiori.
Distinti saluti
Marco Dinetti, Responsabile ecologia urbana Lipu

 

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