Dalla rifondazione allo storico ritorno in Serie A: l'ascesa recente del Pisa

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PISA e Provincia
Martedì, 25 Novembre 2025

Ci sono storie che, nel calcio italiano, incarnano alla perfezione il senso di resilienza e di identità territoriale: quella del Pisa Sporting Club è una di queste. Nel 2009, quando la società toscana fu costretta a ripartire da zero dopo il fallimento della precedente gestione, nessuno avrebbe potuto immaginare che appena sedici anni dopo il club sarebbe tornato tra le grandi del calcio italiano. Eppure, nel 2025, i nerazzurri hanno compiuto l’impresa: un ritorno in Serie A a distanza di 34 anni dall’ultima apparizione, datata 1991. Un traguardo che racconta di un percorso tortuoso, fatto di passione, ostinazione e di un legame indissolubile tra squadra e città.

La rifondazione del Pisa nel 2009 fu un atto di sopravvivenza sportiva e, insieme, un simbolo di rinascita collettiva. La nuova società, registrata come A.C. Pisa 1909, dovette ripartire dalla Serie D, con un gruppo di giocatori semi-professionisti e il sostegno di una tifoseria che non smise mai di riempire l’Arena Garibaldi. L’entusiasmo popolare fu il primo motore di una risalita lenta ma costante. Già nel 2012 la squadra tornò tra i professionisti, raggiungendo la Lega Pro e consolidando le basi di una nuova era, caratterizzata da una gestione più oculata e da una struttura societaria solida.

La svolta vera e propria arrivò a metà degli anni 2010, con l’ingresso di una nuova proprietà e la progressiva crescita del settore tecnico. Il Pisa riuscì a costruire una squadra competitiva, puntando su giovani di prospettiva e su un allenatore in grado di dare identità e organizzazione tattica. La promozione in Serie B conquistata nel 2016 dopo 7 anni di assenza, rappresentò il primo grande passo verso un ritorno alla ribalta. Il club dimostrò di poter reggere la pressione e le difficoltà economiche di un campionato complesso, mantenendo sempre un forte legame con la propria piazza.

Nei successivi anni, il Pisa divenne una presenza stabile in Serie B, alternando stagioni di consolidamento ad altre in cui sfiorò la promozione. La crescita sportiva si accompagnò a quella infrastrutturale, con un piano di modernizzazione dell’Arena Garibaldi e un rinnovato impegno verso il settore giovanile. La squadra, guidata da un gruppo di dirigenti e tecnici competenti, riuscì progressivamente a costruire una mentalità vincente, basata su compattezza, equilibrio e fiducia nei propri mezzi.

Va da sé che, almeno inizialmente, le ambizioni del Pisa si riverseranno tutte sulla semplice salvezza. Difficile pensare di emulare da subito l'exploit di realtà come il Como, che nel giro di un paio di anni si è ritrovato accostato a Bologna e Atalanta in classifica e tra le quote sul vincitore della Serie A. I toscani dovranno seguire infatti un percorso diverso e costruire i risultati con meno risorse a disposizione. La società nerazzurra ha dimostrato però di sapere pianificare con intelligenza, senza cedere alla tentazione di forzare i tempi.

Il ritorno in Serie A è arrivato al termine di una stagione perfetta sotto il profilo della solidità difensiva e dell’efficienza offensiva. La squadra ha saputo interpretare il campionato con pragmatismo, sfruttando al meglio il fattore campo e la spinta di una tifoseria che non ha mai smesso di credere nel sogno. L’Arena Garibaldi è tornata a essere un fortino, un simbolo di appartenenza e passione che ha accompagnato ogni tappa del cammino.

Sul piano societario, la dirigenza ha mostrato equilibrio nelle scelte, puntando su un modello sostenibile e su una visione a medio-lungo termine e su un allenatore giovane ma di sicura prospettiva come Alberto Gilardino, che bene ha fatto nel suo recente passato alla guida del Genoa. L’obiettivo è quello di consolidarsi nel massimo campionato, mantenendo fede ai principi che hanno permesso al club di risorgere dalle proprie ceneri: lavoro, coesione e continuità.

 

redazione.cascinanotizie