Decreto Sicurezza, cresce il fronte del no. Appello di Francesca Brogi e dell'Anpi
Dopo i sindaci dell'Unione Valdera, anche la sindaca di Ponsacco e l'Anpi nazionale si appellano contro il Decreto Sicurezza varato dal Governo Lega-Movimento Cinque Stelle
Anche la sindaca di Ponsacco si unisce ai colleghi dell’empolese valdelsa e a quelli dell’Unione della Valdera contro il decreto sicurezza varato dal Governo.
“Il nuovo decreto sicurezza - afferma la prima cittadina di Ponsacco - abolendo il permesso per motivi umanitari non fa altro che aumentare la percezione di insicurezza da parte dei cittadini. L’unico risultato che produce, infatti, è quello di far crescere il numero di clandestini sul territorio nazionale e aumentare la marginalità sociale. Tutti coloro che perderanno la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per motivi umanitari resteranno comunque sul territorio ma senza più alcun sostegno materiale. Il rischio è di esporre queste stesse persone alla criminalità organizzata e allo sfruttamento, remando quindi contro lo stesso concetto di sicurezza sostenuto dal decreto. Per questi motivi - afferma ancora Brogi - aderisco e sottoscrivo l’appello dei miei colleghi dell’empolese valdelsa e sosterrò l’azione della Regione Toscana di attivarsi per fare ricorso contro questo DL sicurezza alla Corte Costituzionale”.
“Mi auguro - conclude Francesca Brogi - che il Governo ascolti l’appello dei tanti amministratori locali e dei sindaci; di coloro cioè che vivono ogni giorno il territorio”.
Nelle scorse ore anche l'Anpi nazionale si era schierato apertamente con i sindaci "che resistono costituzionalmente".
"È un fatto molto positivo - spiega in una nota la presidente Anpi Carla Nespolo - che alcuni Sindaci, per rispetto pieno della Costituzione, abbiano deciso di sospendere l’attuazione di quelle parti della legge sicurezza e immigrazione inerenti l’attività dei Comuni. Lo ha fatto per primo meritoriamente il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, ed altri sindaci, altrettanto meritoriamente, stanno seguendo la sua strada. L’articolo 13 della legge nega al richiedente asilo in possesso del permesso di soggiorno la possibilità di iscriversi all’anagrafe e quindi di avere la residenza, impedendogli di conseguenza di usufruire di qualsiasi servizio, a cominciare dall’assistenza sanitaria. Migliaia e migliaia di persone, pur presenti legalmente nel nostro Paese, sono così giuridicamente cancellate. Ciò comporterà inevitabilmente il passaggio di gran parte di costoro all’illegalità, compromettendo ogni loro speranza e la sicurezza di tutti i cittadini. La coraggiosa decisione di Orlando e di altri Sindaci di non dare attuazione a tale articolo apre così anche sul terreno istituzionale quel percorso di resistenza civile che da tempo l’ANPI aveva auspicato non contro questo Governo in quanto tale, ma contro i provvedimenti che negassero i fondamentali diritti costituzionali ribaditi dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Se c’è un contrasto fra leggi e Costituzione, occorre che venga alla luce con chiarezza affinché la Corte Costituzionale possa pronunciarsi in merito. Ci auguriamo che ciò avvenga al più presto".
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