Dieci condanne e cinque assoluzioni nel processo sui maltrattamenti alla Stella Maris di Montalto di Fauglia
Dopo nove anni dai fatti contestati, il Tribunale di Pisa chiude il primo grado: assolti i vertici della struttura, condannati dieci operatori
Dieci condanne e cinque assoluzioni: si è concluso così, dopo nove anni dai fatti contestati, il processo di primo grado per maltrattamenti al centro di ricovero e cura di Montalto di Fauglia, gestito dalla Fondazione Stella Maris, che vedeva imputate quindici persone tra operatori e responsabili della struttura.
Le indagini, avviate nel 2016 a seguito di lettere inviate da alcuni genitori, avevano portato all’apertura di un’inchiesta per presunti abusi sui pazienti. In base a quelle segnalazioni furono disposte intercettazioni audio e video all’interno della struttura, in particolare nei refettori, dove operatori e pazienti di età diverse si trovavano insieme. Le registrazioni documentarono 284 episodi di maltrattamenti, di diversa natura e gravità, avvenuti nell’arco di pochi mesi.
Il dispositivo della sentenza, letto oggi dal giudice monocratico Susanna Messina, è stato pronunciato a porte chiuse, dopo le repliche del pubblico ministero Fabio Pelosi e di alcuni avvocati difensori. Il giudice ha motivato la decisione con riferimento ai «comportamenti scorretti e inadeguati che si sono verificati in aula nel corso del processo».
Assolti perché il fatto non sussiste i vertici della struttura: Giuseppe De Vito, direttore sanitario, e le dottoresse Paola Salvadori e Patrizia Masoni. Tra gli operatori, assolti anche Nicoletta Casalini e Rinaldo Quintavalle.
Condannati, invece, dieci operatori: Ugo Caroti, 4 anni; Giulio Fignani, 3 anni e 10 mesi; Marco Guerrazzi, 3 anni e 11 mesi; Matteo Parenti, 4 anni e 1 mese; Svetlana Parfeniuc, 2 anni e 9 mesi; Stefano Pasqualetti, 4 anni; Gabriele Lucchesi, 3 anni e 3 mesi; Cinzia Vivaldi, 2 anni e 4 mesi; Maura Testi, 3 anni e 5 mesi; Rita Danesi, 3 anni e 4 mesi
La Fondazione Stella Maris, in quanto responsabile civile, è stata condannata al risarcimento dei danni in solido con i condannati nei confronti di quasi tutte le parti civili. La quantificazione è rinviata alla sede civile. Alla lettura del verdetto erano presenti numerosi familiari delle vittime, tra le oltre venti parti civili. Molti hanno espresso amarezza e delusione per la mancata condanna dei responsabili apicali della struttura. All’esterno del tribunale si è svolto un presidio delle associazioni, con lo striscione «Verità sui maltrattamenti alla Stella Maris, solidarietà alle vittime».
Soddisfazione invece dalla Fondazione Stella Maris, che in una nota ha espresso sollievo per il riconoscimento dell’estraneità dei vertici sanitari. «Prendiamo atto del dispositivo della sentenza – ha dichiarato il presidente Giuliano Maffei – con cui il giudice Susanna Messina ha finalmente riconosciuto la completa estraneità dei medici preposti alla direzione del Centro Riabilitativo di Montalto di Fauglia. L’assoluzione di Giuseppe De Vito, Patrizia Masoni e Paola Salvadori conferma che il Centro è sempre stato gestito nel rispetto delle normative».
Maffei ha ricordato che i dipendenti condannati erano stati già licenziati all’epoca dei fatti, e ha sottolineato la distanza tra la struttura di Montalto e l’IRCCS Stella Maris di Calambrone, oggi punto di riferimento nazionale per la riabilitazione infantile.
«Abbiamo chiesto scusa allora e lo facciamo ancora oggi – ha aggiunto – siamo dalla parte dei nostri assistiti, e continueremo a lavorare per il loro bene. Ringraziamo i genitori che ci hanno rinnovato la fiducia, proseguendo con i loro figli nel percorso di riabilitazione nel centro di Marina di Pisa, dove i risultati sono visibili e apprezzati da tutti».
Una vicenda dolorosa, che dopo quasi un decennio chiude il suo primo capitolo giudiziario, ma che lascia ancora aperte ferite profonde tra le famiglie coinvolte.

