Diritti in Comune dice no al bilancio preventivo 2026 del Comune di Pisa
Le critiche si concentrano sulla mancanza di risorse per le politiche per il lavoro, la precarietà e l'esternalizzazione dei servizi
Questo il comunicato stampa
Neanche un centesimo per le politiche per il lavoro: è questo lo sconcertante dato che emerge anche quest’anno dal bilancio di previsione 2026, della destra che sostiene il sindaco Conti e che viene taciuto.
Nulla per la ricerca e l’innovazione: in una città sede di una grande Università, messa in ginocchio dai tagli del Governo Meloni, e del più grande istituto italiano del Cnr, dove i precari della ricerca sono da mesi in lotta contro le politiche di riduzione dei finanziamenti, anzi si svendono immobili come le ex- Stallette; e l’obiettivo strategico di rivitalizzazione del tessuto economico e produttivo non vede alcun investimento verso Pisa “laboratorio delle eccellenze e dell’innovazione”.
E' quindi necessario che il Comune intervenga per sostenere l’occupazione, e che presenti una propria ricetta per stimolare le assunzioni, per ridare reddito a lavoratrici e lavoratori. Invece nel bilancio non si fa cenno né a stanziamenti, né a eventuali proposte in merito.
Eppure, sebbene le politiche per il lavoro siano prioritariamente materia di competenza di Stato e Regioni, anche i Comuni possono ben contribuire allo sviluppo locale e alla crescita dell’occupazione. Ecco perché, attraverso emendamenti al Documento unico di previsione (DUP), abbiamo presentato un vero e proprio pacchetto di proposte su lavoro e diritti, affinché il Comune diventi un soggetto attivo, riguardo alla tutela del territorio e dell’ambiente, all’offerta di servizi di qualità, alla cittadinanza a partire da una loro internalizzazione, all’estensione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori contro gli appalti al massimo ribasso garantendo così a parità di mansione parità di salario.
Abbiamo chiesto che venga dato sostegno al commercio di prossimità, di filiera corta, locale, che si integra con la qualità del lavoro e della vita per la cittadinanza, con contestuale stop all’insediamento in città di punti vendita della grande distribuzione; che venga rilanciato l’artigianato locale mettendo in rete esercizi di prossimità; che vengano recuperati e promossi i vecchi mestieri, anche al fine di contribuire al riuso e alla riparazione, con un impatto positivo sulla riduzione dei rifiuti; che vengano attuate politiche attive per l’accesso al lavoro per le persone svantaggiate; che venga incentivato un mercato del lavoro ove si possa conseguire una più elevata occupazione femminile con conseguente riduzione delle disparità di genere e del rischio di povertà; che venga promosso il lavoro stabile e di qualità e contrastato il lavoro nero, il lavoro sottopagato e il caporalato; che venga istituito un osservatorio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Gli strumenti che abbiamo proposto di mettere in campo, oltre ad effettivi interventi di politiche attive sul lavoro, consistono: nel rilascio della concessione del suolo pubblico subordinato al rispetto delle regole in materia di lavoro e di sicurezza; nella messa a disposizione a canone agevolato e/o gratuito di fondi e spazi attrezzati nelle disponibilità comunali ad imprese dell’innovazione sociale, dell’ecoinnovazione e della riconversione ambientale; in deroghe e vantaggi per i pubblici esercenti che garantiscano determinati standard di stabilità e qualità del lavoro; nel rilascio da parte del Comune di un marchio a cui connettere una serie di benefici e che certifichi e renda pubblicamente riconoscibile la qualità degli esercizi commerciali in tema di sostenibilità sociale, ambientale e di qualità del lavoro.
Di fronte a una politica immobile, che non investe un euro per il lavoro e che non dà alcuna riposta a chi ha sofferto gli effetti della crisi economica e sociale, aggravata ulteriormente da spese militari non più compatibili con le esigenze dei cittadini, noi proponiamo un cambiamento del paradigma economico, rimettendo al centro dell’azione amministrativa la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, promuovendo attivamente un’economia capace di migliorare le condizioni materiali delle persone e di ridurre sensibilmente le attuali disuguaglianze sociali.
Diritti in comune: Una città in comune – Rifondazione Comunista