Dove è finito il bilancio del Teatro Verdi

Politica
PISA e Provincia
Martedì, 13 Ottobre 2020

L'interrogativo viene sollevato da tre consiglieri comunali di opposizione proeccupati per il destino del teatro cittadino

«È da prima della pausa estiva che tentiamo di visionare e discutere, fra le altre questioni aperte, il Bilancio 2019 della Fondazione Teatri Verdi per avere chiarezza sui numeri e lo stato di salute di questa fondamentale istituzione cittadina. Forse ne discuteremo alla prossima commissione ma il dubbio è d'obbligo», si apre così una nota stampa diffusa da Olivia Picchi (PD), Gabriele Amore (M5S) e Ciccio Auletta (CiC) preoccupati per lo stato di salute del teatro Verdi. «Tutte le altre società partecipate del Comune hanno presentato il Bilancio 2019 e il previsionale 2020 da tempo, precisano i tre consiglieri. il ritardo con cui si arriva ad affrontare quello del Teatro Verdi è inspiegabile e non può essere certo attribuito allo stato di emergenza dovuta alla pandemia Covid. Il dubbio dicevamo è legittimo, lo conferma lo stesso Comune, che con delibera di giunta n. 167 del 8 ottobre scorso ha stigmatizzato il ritardo nella presentazione del bilancio del Teatro che doveva avvenire il entro l 15 luglio, e intimato alla Fondazione di adempiere entro il 15 ottobre, denunciando al contempo che il Bilancio consolidato di gruppo del Comune stesso è bloccato solo e soltanto per tale mancanza. Al di là delle scadenze normative quello che dovrebbe spiegare la Fondazione alla città è il perchè siamo arrivati a questo, ciò che preoccupa è la mancanza di chiarezza sulla situazione economica,sull'origine e la  portata dell'eventuale ammanco, come si intende intervenire, quali sono le strategie che si intendono nel lungo periodo adottare. Dobbiamo rilevare che questa non è la prima volta che ci troviamo di fronte ad una situazione poco chiara e per la quale non si riescono ad avere risposte: richieste di accesso agli atti negate ai consiglieri e ottenute solo con l'intervento (e l'intimazione) del dirigente, poca chiarezza sulle prospettive e su cosa si intende fare per il direttore artistico (tamponando con la scelta di un bando annuale), futuro nebuloso per quello che riguarda il personale. Se da una parte si annuncia l'assunzione di un mega dirigente per il quale si è provveduto a cambiare lo Statuto, dall'altra non si ha certezza del destino degli stagionali e degli altri lavoratori precari».

«Tanta confusione ma soprattutto tanta nebbia, in un tentativo maldestro di nascondere un'evidente difficoltà di gestione e soprattutto la mancanza di strategie di lungo respiro per il rilancio del Teatro.  Un imbarazzo tale che perfino la giunta ha dovuto attivarsi formalmente per ottenere quello che è un atto pubblico e dovuto: il bilancio, concludono Picchi, Amore e Auletta. Dopo il commissariamento di Conti verso i propri assessori tramite la nomina di Ziello e quella mancata di Bottai, e a seguito dell'articolo che annunciava una Public Company per gestire la cultura, viene da chiedersi se questa delibera non sia il preludio ad un altro commissariamento che interesserà Magnani ma a questo punto anche la Tangheroni stessa».

massimo.corsini