Emergenza carcere Don Bosco. La città delle persone: "Servono interventi urgenti e coordinati"
Il gruppo consiliare rilancia l’allarme sul sovraffollamento dell’istituto penitenziario di Pisa e chiede un tavolo Interistituzionale permanente
La situazione all'interno del carcere Don Bosco di Pisa preoccupa, soprattutto per il sovraffollamento di oltre 100 detenuti rispetto alla capienza regolamentare.
Sulla questione interviene il gruppo consiliare La città delle persone, che chiede l'impegno concreto delle Istituzioni su un'emergenza “non più rimandabile”.
Tra le proposte, l’attivazione di un tavolo Interistituzionale per il monitoraggio e la gestione condivisa delle criticità.
Ha scritto La città delle persone.
Il carcere Don Bosco di Pisa ospita oggi 102 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Una condizione di sovraffollamento insostenibile, che viola la funzione costituzionale del carcere e mette a rischio la dignità, la salute e la vita delle persone detenute. A conferma di ciò, i casi di suicidio e i disordini verificatisi rappresentano una tragedia che non può più essere ignorata.
Il gruppo consiliare "La città delle persone" esprime il proprio sostegno all’iniziativa promossa il 30 luglio dalla Conferenza Nazionale dei Garanti delle Persone Private della Libertà. In particolare, condividiamo e rilanciamo l'appello lanciato davanti al Don Bosco dai garanti territoriali di Pisa e Volterra, Valentina Abu Awwad ed Ezio Menzione, insieme alla direttrice dell’Istituto, Dott.ssa Lazzarotto, e ai numerosi rappresentanti del volontariato cittadino.
La loro denuncia del grave sovraffollamento e delle condizioni di vita in carcere non può cadere nel vuoto. È necessario che il Ministero della Giustizia e l’Amministrazione comunale di Pisa si assumano pienamente la responsabilità di affrontare questa emergenza con misure concrete e coordinate.
Accogliamo positivamente l’apertura dello sportello anagrafico interno al carcere, frutto di una collaborazione virtuosa tra volontariato e Comune. Ma serve di più.
Chiediamo con forza l’attivazione immediata di un Tavolo Interistituzionale – già richiesto in Seconda Commissione Consiliare – che consenta un monitoraggio costante della situazione, valorizzi il lavoro di chi opera quotidianamente all’interno del Don Bosco e affronti in modo strutturale e condiviso l’emergenza.
L’indifferenza uccide. Il carcere non può e non deve essere un luogo di abbandono, né un buco nero dei diritti. Come forza politica che mette al centro la dignità della persona, ribadiamo che non esiste giustizia senza umanità e continueremo a vigilare affinché nessuno venga lasciato indietro, neppure – e soprattutto – dietro le sbarre