Episodio di razzismo in un noto supermercato del "bricolage"

Cronaca
PISA e Provincia
Mercoledì, 10 Giugno 2020

Una nostra lettrice ci ha inviato una lettera raccontando di un episodio di razzismo avvenuto in un noto superstore di grande distribuzione del "bricolage" ai danni di una persona di colore, non italiana.

 

Buongiorno, desidero segnalare alla vostra cortese attenzione un brutto fatto accadutomi stamani presso un noto "supermercato" del "fai da te" in una zona commerciale tra Pisa e Cascina. Sono una cliente abituale del punto vendita da anni, conosco di vista tutti i commessi e i cassieri e tutti loro conoscono di vista me.

Stamani, però, ho avuto la “malaugurata” idea di andare al negozio con un mio amico e vicino di casa pakistano che mi aiuta gentilmente a fare dei piccoli lavori in casa. Ci occorrevano 2 oggetti e, come tutti i clienti del negozio, abbiamo girato i vari reparti e le varie corsie cercando ciò che volevamo e ci siamo anche fatti aiutare da alcuni commessi. A un certo punto, però, ci siamo resi conto di essere osservati e controllati come se fossimo dei ladri…

Dei 2 oggetti che cercavamo ne abbiamo trovato solamente uno e ci siamo avviati alle casse, addirittura un commesso ha detto ad alta voce: “Stavolta è andata bene, eh!”, riferendosi al fatto che, secondo lui, il nostro progetto di rubare non era andato a buon fine. Dopo aver pagato siamo stati fermati da un addetto alla sicurezza che ha perquisito corporalmente il mio vicino e ha guardato nella mia borsa, naturalmente senza trovare niente di rubato. Io ero esterrefatta, mai mi era accaduta una cosa del genere in molti anni di frequentazione del punto vendita…

Siamo saliti in macchina, ero furibonda e mortificata col mio vicino, ma lui minimizzava per tranquillizzarmi dicendo: “Non te la prendere, Laura. Hanno visto me, hanno pensato che fossimo zingari e volessimo rubare”. Io in questo non trovavo e non trovo proprio niente di normale. Siamo andati in una ferramenta a cercare l’oggetto che non abbiamo trovato, ho riportato a casa al mio vicino e, non certo più calma di prima, sono tornata al negozio a farmi sentire.

Prima ho parlato con l’addetta al box informazioni dicendo che ciò che era accaduto era vergognoso, che da anni sono cliente del punto vendita e anche lei mi conosceva perfettamente, ho scostato la mascherina per farmi vedere meglio. La signora era visibilmente imbarazzata e non ha quasi spiccicato parola, e non ho difficoltà a crederlo. Ha replicato che era stato un normale controllo di routine e che evidentemente era arrivata una segnalazione. Vorrei capire quale tipo di segnalazione, dal momento che dentro il negozio ci eravamo comportati esattamente come tutti gli altri clienti e avevamo semplicemente girato per i reparti come tutti. Ho detto che questo fatto era accaduto a causa del colore della pelle e dell’aspetto del mio vicino, che era una persona assolutamente perbene di cui nessuno aveva il diritto di dubitare, che se avesse avuto i capelli biondi e gli occhi azzurri non sarebbe successo nulla, come nulla è mai successo tutte le innumerevoli volte in cui ero venuta da sola.

Dopo mi sono voluta togliere un’altra soddisfazione: ho cercato il commesso che aveva pronunciato la frase: “Stavolta è andata bene, eh!”, gli ho detto che si doveva vergognare del suo comportamento e lui ha avuto addirittura il coraggio di tentare di farmi passare da scema, dicendo che non si era rivolto a noi ma a un altro cliente che aveva trovato ciò che cercava, mentre quando ha pronunciato la frase in questione stava camminando accanto al mio vicino verso le casse. Mi dispiace, ma non accetto proprio di passare da stupida… Poi dicono che il razzismo in Italia non esiste!
(lettera firmata a disposizone in redazione)

 

luca.doni