Geotermia, accordo Confapi - sindacati

Economia
PISA e Provincia
Venerdì, 22 Novembre 2019

Strategie d'investimento, gestione corretta delle gare di appalto, valorizzazione delle competenze. Questi i temi del protocollo firmato a Pisa nei giorni scorsi

L’urgenza di una rinnovata strategia di investimenti sul territorio della Val di Cecina, la necessità di garantire la corretta gestione delle gare di appalto, l'importanza della valorizzazione delle competenze maturate nel comparto geotermico e la giusta applicazione dei CCNL sono l'oggetto del Protocollo firmato a Pisa dal Presidente della Confapi Luigi Pino, dal Segretario CGIL Mauro Fuso, dal Segretario CISL Dario Campera e dal Coordinatore UIL Angelo Colombo.

L’industria geo-termoelettrica presente in Toscana è localizzata nell’area storica di Larderello e dei comuni limitrofi  nella quale è storicamente parte del tessuto economico, produttivo, sociale e culturale del territorio, ed in quella “nuova” dell’Amiata. Sono attualmente 9 le concessioni geotermiche, 7 nell’area di Larderello e 2 nell’area del monte Amiata. 

Le 9 concessioni, tutte di titolarità Enel Green Power, per un totale di 518,06 kmq  ospitano un totale di 37 gruppi, con una potenza installata di circa 760 MW. Per una produzione annua di circa 6 TWh che permettono di coprire oltre il 30% del fabbisogno energetico della Toscana.  Alle suddette concessioni si aggiungono ulteriori 19 permessi di ricerca attivi, assegnati a 11 differenti società, per un totale di 1.500 kmq circa. Le attività attualmente insistono su 17 Comuni “geotermici” inseriti nelle province di Pisa, Siena e Grosseto, 10 di questi sono anche sede di impianti.

A partire dall’Accordo del 2007, negli anni Regione, Comuni geotermici ed Enel hanno sottoscritto numerosi Protocolli che definiscono i contributi che ENEL eroga quale gestore unico delle concessioni sulla base dell’energia prodotta, per favorire lo sviluppo della geotermia e a titolo di compensazione ambientale.

Una parte dei comuni geotermici, a partire da Pomarance dove si trova Larderello, il primo sito di coltivazione geotermica, ha costituito nel 1988 il Consorzio Cosvig (Consorzio per lo sviluppo delle Aree Geotermiche il cui capitale è interamente detenuto da soggetti pubblici – Regione Toscana ed Enti Locali delle Aree Geotermiche) che oltre a dover incentivare il trasferimento tecnologico in materia di energie rinnovabili è incaricato della gestione delle risorse del Fondo Geotermico con le quali vengono finanziati i progetti proposti dai Comuni.

L’utilizzo delle risorse del Fondo Geotermico delineano una crescente stagnazione degli investimenti sul territorio ed un progressivo declino delle attività industriali. L’analisi dell’elenco pubblicato dal Cosvig degli investimenti effettuati, su proposta dei Comuni, ma anche in corso o solamente programmati, con il contributo del Fondo Geotermico denota come in media il 60% degli investimenti elencati dal Cosvig siano ancora per la maggior parte in corso (circa 16%) o solo programmati (circa il 44%) e poco meno del 40% siano stati realizzati. Nonostante la quota di investimenti realizzati, in corso o programmati, complessivamente circa 82 milioni,  permane un forte disallineamento rispetto alle risorse teoricamente accantonate nel Fondo Geotermico pari a circa 120 milioni.

Dopo questa premessa, Confapi e sindacati concordano la forte preoccupazione desta il mancato inserimento nel FER1 dei contributi per la geotermia, la perdurante incertezza legata al prossimo FER2 relativamente al reinserimento degli incentivi alla geotermia soprattutto per quella tradizionale e l’assenza di un percorso chiaro e delineato per garantire una prospettiva alle attività del comprensorio. In particolare, per quanto riguarda la pianificazione e la gestione delle attività produttive che hanno la necessità di poter contare su una programmazione di sistema degli investimenti sul territorio.

E’ necessario contare su una rinnovata strategia di investimenti sul territorio che, oltre a quanto già in corso e programmato, canalizzi e garantisca, ove possibile, la transizione verso tecnologie innovative che permettano di limitare al massimo l’impatto ambientale.

Inoltre le ulteriori risorse disponibili devono essere indirizzate su priorità e tempi certi di realizzazione dei progetti a vantaggio dello sviluppo delle aziende del territorio e  a realizzare le infrastrutture necessarie a migliorare la mobilità e la raggiungibilità con la banda larga della Zona Geotermica.

E’ necessario che nell’espletamento delle gare d’appalto si evitino continue proroghe e le stesse non si trasformino in una rincorsa all’aggiudicazione al massimo ribasso a discapito della sicurezza, della qualità del lavoro, del prodotto/servizio, e  dell’impresa stessa a causa del conseguente annullamento sostanziale dei margini.

E’ opportuno porre particolare sensibilità verso le aziende locali e le relative professionalità, quelle con sede e reale operatività nei comuni dell’ area geotermica privilegiando in questo modo la reale appartenenza al territorio.

Nelle aggiudicazioni delle gare dovrà essere garantita l’applicazione del contratto nazionale collettivo di lavoro (CCNL) nazionale, territoriale o aziendale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, stipulato dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello nazionale, il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con le effettive attività da espletare nell’ambito dell’appalto, la clausola sociale e la valutazione della congruità secondo quanto previsto  dalla Legge Regionale 18/2019. 

Particolare importanza riveste il rispetto della sostenibilità dell’impatto ambientale delle attività geotermiche nonché quello normativo  in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

E’ opportuna una strategia partecipata e condivisa che mantenga le attività, le produzioni e sia capace di orientare la riconversione alle future esigenze mantenendo e sviluppando la forza lavoro.

Bisogna valorizzare le competenze specifiche sviluppate nel corso di decenni a servizio di Enel e pianificare gli ulteriori sviluppi ed investimenti sul capitale umano senza disperdere le conoscenze e le competenze maturate che anche in materia di sicurezza è garanzia irrinunciabile per le sue stesse maestranze.

E’ di primaria importanza avvalersi di risorse e contributi a sostegno degli investimenti in ricerca e sviluppo, di quelli in macchinari ed attrezzature, e per la riqualificazione del personale, garantendo percorsi di formazione continua utilizzando gli specifici fondi bilaterali interprofessionali.

Auspichiamo che la Regione Toscana con tutti i soggetti istituzionali si faccia portavoce e “regista” di un nuovo protocollo con Enel, aggiornando quello del 2016, che contempli le istanze a supporto e tutela dell’area geotermica, delle aziende del territorio e delle migliaia di lavoratori altamente specializzati della filiera, istituendo un tavolo di confronto congiunto con le Parti Sociali, Enel, Comuni e lo stesso Cosvig.

redazione.cascinanotizie