'Gli anni pisani di Galileo'. Una mostra a Palazzo Toscanelli per ripercorrere la vita dello scienziato

Cultura
PISA e Provincia
Giovedì, 15 Febbraio 2024

In programma dal 15 al 18 febbraio, raccoglie i documenti e gli autografi del celebre scienziato, sulle tracce storiche delle vicende biografiche che caratterizzano il rapporto tra Galileo Galilei e la città di Pisa

Riporta una nota dell'Ufficio stampa dell'Archivio di Stato di Pisa.

Nella cornice delle Giornate Galileiane 2024, l'Archivio di Stato di Pisa mette in mostra i documenti e gli autografi del celebre scienziato, alla scoperta del suo rapporto con la città e delle influenze che questa ebbe nella sua esperienza scientifica.

Nel Salone degli Stucchi di Palazzo Toscanelli i visitatori potranno vederli ed ammirarli da vicino, in tutta la loro bellezza. È la suggestiva mostra documentaria ‘Gli anni pisani di Galileo’, in programma dal 15 al 18 febbraio 2024.

La mostra sarà fruibile anche tramite l’audioguida, scaricabile con QRcode sul proprio smartphone, dove l’autore e interprete Marco Paolini introduce al percorso guidato delle teche, con la lettura della trascrizione teatrale del testo della celebre abiura di Galileo Galilei formulata il 22 giugno 1633, tratta dalla sua pièce ITIS Galileo.

Galileo Galilei, scienziato celebre in tutto il mondo, nacque il 15 febbraio del 1564 a Pisa e, durante le sue peregrinazioni nella penisola dovute al suo impegno accademico, ebbe 3 figli, Livia, Virginia e Vincenzo.

Nella mostra allestita a Palazzo Toscanelli si affronta il tema della sua casa natale partendo da un documento conservato nel fondo dell'Uffizio di Fiumi e Fossi, insieme alle vicende legate al figlio Vincenzo e alla sua laurea presso l'Ateneo pisano.

Durante l'Ottocento Galileo Galilei divenne l'emblema di una serie eventi che si tennero a Pisa, accomunati da un medesimo spirito risorgimentale sempre alla ricerca di simboli che concorressero alla costruzione di un sentire culturale unico nella costruenda nazione italiana.

Una sezione della mostra è dedicata alla rilettura del suo personaggio e al suo utilizzo in chiave politica nel periodo del Risorgimento italiano, come paladino delle posizioni più anticlericali della società e come campione delle élite culturali toscane di fronte al nascente stato unitario, attraverso le pubblicazioni effimere e i manifesti conservati a Palazzo Toscanelli.

Il 5 luglio del 1562 Vincenzo di Michelangelo dei Galilei, cittadino fiorentino, ricevette da Leone di Cosimo di Ventura degli Ammannati la promessa di dote in vista delle nozze con la sorella Giulia.

Dal matrimonio di Vincenzo e Giulia nasceranno 7 figli, di cui Galileo sarà il primo, nato nella parrocchia di S. Andrea il 15 febbraio del 1564, come ricorda l'atto di battesimo conservato nelle carte dell'Archivio Storico Diocesano di Pisa.

Nel 1591 il padre Vincenzo Galilei spirò lasciando la numerosa famiglia in preda ai conseguenti problemi economici, dei quali si fece carico anche il giovane Galileo che dal 1589 insegnava nell'Ateneo pisano.

Tra i documenti esposti, la promessa e la ricevuta di dote dei genitori, conservate nelle carte della Gabella dei contratti, e le ricevute degli stipendi versatigli dall'Ateneo pisano, provenienti dal fondo dell'Università di Pisa.

Nel 1581, stile pisano, il nome di Galileo Galilei compare nel "liber matriculae" dell'Università di Pisa, iscritto come "artista", ovvero alla facoltà di medicina e filosofia, anche se poi sappiamo che non conseguì mai il titolo di dottore ed i suoi interessi scientifici lo portarono lontano dalle materie che inizialmente fecero parte della sua istruzione accademica.
In una delle teche espositive è stata inserita una lettera che riporta la supplica del monaco Benedetto Castelli al Serenissimo Granduca di Toscana, al fine di ottenere la "Lettura della Matematica et Astronomia nello Studio Pisano", ottenendo poi effettivamente la cattedra nel 1613.

La mostra ripercorre, tramite gli originali conservati nell'istituto, alcune tappe della formazione e della carriera accademica dello scienziato, a partire dal suo primo percorso formativo nella scuola pubblica "di primo grado", passando per la sua  immatricolazione all'Ateneo pisano, fino alla sua permanenza a Pisa in qualità di docente, alla scoperta del suo rapporto con la città e delle influenze che questa ebbe nella sua esperienza scientifica.

Il direttore dell’Archivio di Stato di Pisa Jaleh Bahrabadi: “Tramite documenti provenienti dai fondi delle Gabella dei contratti, Ufficio di Fiumi e Fossi e Università di Pisa, è possibile ripercorrere, supportati dall’audioguida introdotta dall’autore e interprete Marco Paolini, la storia del celebre scienziato: dal profilo dei genitori Vincenzo e Giulia Ammannati, alla ricerca della casa natale, dalla sua formazione alla scuola primaria pubblica della città, al rapporto con lo Studio pisano, ricordando la fortuna del suo allievo Benedetto Castelli e la figura del figlio Vincenzio. Una sezione è poi dedicata all’utilizzo del suo personaggio in periodo risorgimentale come campione del progressismo politico e associazionistico, che lo utilizzò come simbolo in momenti di condanna non solo della Chiesa ma anche dei governi risorti dopo la Restaurazione”.

L’autore e interprete Marco Paolini: “Ho raccolto con piacere l’invito del Direttore dell’Archivio di Stato a concedere la mia interpretazione dell’abiura di Galilei formulata il 22 giungo 1633 a Roma, contribuendo a valorizzare e a far conoscere al pubblico il prezioso patrimonio conservato a Palazzo Toscanelli”.

Orari di apertura:
da giovedì 15 a domenica 18 febbraio, dalle ore 9.00 alle ore 18.00. Visite guidate in tutte le giornate alle ore 11.00 e 16.00. Audioguida scaricabile in loco su smartphone e fruibile con auricolari personali.

redazione.cascinanotizie