Grande partecipazione alla fiaccolata “Cascina per Gaza”

Cronaca
Cascina
Giovedì, 18 Settembre 2025

 

 

Oltre duemila persone in marcia per chiedere giustizia per la Palestina

Una fiumana di luci ha attraversato stasera giovedì 18 le vie di Cascina per la fiaccolata “Cascina per Gaza”, organizzata dall’Amministrazione comunale e sostenuta da decine di associazioni. Migliaia di fiaccole hanno illuminato il centro storico, trasformando le strade in un corteo di silenzio, passi e voci unite da un unico messaggio: fermare la guerra e sostenere il popolo palestinese.

Accanto ai cittadini, tantissime personalità del mondo istituzionale, religioso e associativo. Tra i presenti Amnesty International, Emergency, l’arcivescovo di Pisa Saverio Cannistrà, l’imam della comunità islamica pisana Mohammad Khalil, i Comuni di Calci, Calcinaia, Vicopisano, Bientina, Montopoli e Vecchiano, la Provincia di Pisa e l’assessora regionale Alessandra Nardini. Un fronte largo e compatto che ha dato ancora più forza alla serata.

Ma il vero cuore della manifestazione è stato il popolo cascinese – e non solo. Oltre 1.500 persone (per la precisione 1554), contate una ad una, alle quali ne vanno aggiunte almeno un 150-200 “sfuggite” alla conta, nascoste tra bandiere e cartelli o “coperte” da altre persone. Sommando volontari e servizio d’ordine, la partecipazione ha superato le 2.000 presenze, una cifra straordinaria per una città delle dimensioni di Cascina.

La fiaccolata è partita da Piazza della Chiesa, dove il sindaco Michelangelo Betti ha aperto la serata con un breve saluto. Poi, lentamente, il serpentone di fiaccole si è snodato lungo via Palestro, corso Matteotti, via Cei e viale Comaschi, per tornare infine in Piazza dei Caduti. Lì, sotto lo sguardo attento dei cittadini, si sono alternati gli interventi delle istituzioni e delle associazioni, ribadendo con chiarezza la condanna per i bombardamenti e le violenze perpetrate da Israele contro Gaza.

Ma la conclusione può essere riassunta in un messaggio collettivo e inequivocabile: Cascina ha alzato la voce a sostegno della Palestina, contro la guerra e contro ogni forma di ingiustizia. Perché di fronte alla sofferenza di un popolo intero non si può restare indifferenti.

 


Intervento del sindaco di Cascina, Michelangelo Betti

Abbiamo voluto organizzare questa fiaccolata “Cascina per Gaza. La Pace è voce di tutti” per stimolare una riflessione collettiva su quanto sta accadendo in Medio Oriente e non solo. Un momento di riflessione sul valore della Pace, oggi più che mai messa in discussione non solo da atti di guerra, ma anche e soprattutto da azioni che violano i principi fondamentali del diritto internazionale, concretizzandosi in crimini contro l’umanità. Una manifestazione per sensibilizzare la cittadinanza sul genocidio in atto contro il popolo palestinese in un momento storico già segnato da conflitti internazionali anche nel cuore dell’Europa.

Abbiamo ritenuto doveroso indire questa manifestazione, visto il clima che si respira alle porte dell’Europa e la pericolosissima escalation cui stiamo assistendo, a Gaza come in Ucraina e in tantissime altre parti del mondo. Davanti a tutto ciò, non possiamo restare spettatori passivi. L’articolo 11 della Costituzione recita chiaro: L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

L’impegno di Cascina e di questa amministrazione è costante su questo fronte: ricordo le iniziative per l’Ucraina, l’adesione alla campagna di Emergency R1PUD1A e, oggi, questo corteo per la Pace. A Gaza stiamo assistendo a un dramma senza date che lo possano identificare, come lo sono invece l’11 settembre, il 25 aprile e il 7 ottobre: qui assistiamo a un massacro quotidiano inesorabile da parte dell’esercito di Israele ai danni del popolo palestinese, simbolo del fallimento dell’intero occidente. Sono tanti gli elementi atroci che caratterizzano queste giornate: chi fa informazione viene ucciso, la fame uccide, c’è una lunga conta di morti con i nomi che diventano numeri. E il rischio è che tutto passi nell’indifferenza generale, con capi di Stato e ministri che parlano apertamente della Riviera di Gaza come una miniera d’oro. Una miniera d’oro costruita sul sangue per cancellare anche la memoria. Il tutto in barba alle dichiarazioni e alle disposizioni dell’Onu e delle organizzazioni internazionali.

La Striscia di Gaza, pur avendo vissuto diversi 7 ottobre, non ha una data. Non c’è una data per un popolo che non ha uno Stato riconosciuto e che a breve non avrà più nemmeno una terra. Un popolo che rischia di essere stritolato dal nuovo disordine mondiale, in cui muoiono civili di tutte le età, in cui non c’è più rispetto nemmeno per l’infanzia. Un disordine mondiale in cui anche l’informazione smette di essere libera e conta i propri morti, in cui le organizzazioni internazionali non vengono più ascoltate e rispettate. Un disordine mondiale in cui il diritto internazionale è sostituito dal diritto del più forte.

 

 

 


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luca.barboni