I dipendenti chiedono all'Istituo Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di condannare il genocidio in Palestina
L'INGV deve avere un ruolo nella "costruzione di una società civile democratica che rispetti i diritti umani"
Il 30 luglio un gruppo di dipendenti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (tra questi anche una delegazione della seziona pisana ndr) , ha promosso un confronto interno sui conflitti in corso e sulle implicazioni etiche per l’Ente.
Dal dibattito è nato un documento rivolto alla Presidenza, al CdA e al Consiglio Scientifico INGV, con cui si chiede di condannare le violazioni dei diritti umani a Gaza, sospendere gli accordi bilaterali Italia-Israele e introdurre principi etici a tutela dell’Istituto.
La lettera ha già raccolto l’adesione di oltre il 30% del personale.
Riporta la nota del gruppo di dipendenti INGV.
Il 30 luglio, in seguito all'uccisione dell'attivista palestinese Awdah Hathaleen da parte di un colono israeliano in Cisgiordania e davanti alle reiterate aggressioni e all'occupazione della Striscia di Gaza, un gruppo di dipendenti della Sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), assieme a colleghi e colleghe di altre Sezioni da tutta Italia, ha deciso di rompere il silenzio dando vita ad una discussione su come l’istituto sia chiamato a confrontarsi con le questioni etiche sollevate dai conflitti in corso e da ciò che sta accadendo, in particolare, in Palestina.
Dal confronto è scaturito un documento condiviso rivolto al Presidente, al Consiglio di Amministrazione e al Consiglio Scientifico dell'Ente, in cui si chiede di condannare le ripetute, gravissime e documentate violazioni dei diritti umani da parte del governo istraeliano nella Striscia di Gaza, come attestato da organismi internazionali, Assemblea Generale e Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
Nel documento si chiede nuovamente di sospendere gli accordi bilaterali Italia-Israele (tra cui il bando MAECI) e di implementare all’interno dell’INGV principi etici e azioni pratiche volte a tutelare l'Ente da rapporti di complicità e connivenza con con paesi e istituzioni coinvolti coinvolti in aggressioni e conflitti bellici condannati dalle Nazioni Unite.
Siamo convinti che l'INGV, Ente Pubblico di Ricerca, abbia una responsabilità nella costruzione di una società civile democratica che rispetti i diritti umani. La lettera che chiede agli organi istituzionali di prendere urgentemente una posizione inequivocabile e di tradurre le richieste in un piano d'azione immediato è stata al momento sottoscritta da più del 30% del personale.