Il calcio a Pisa sta morendo

Sport
Giovedì, 4 Agosto 2016

Di una cosa non si potrà mai accusare i tifosi pisani: di aver messo in atto una protesta violenta. Ieri il popolo nerazzurro con la curva Nord alla guida ha dimostrato grande senso di maturità al punto che anche i più feroci detrattori del mondo Ultras oggi debbano ricredersi, almeno su quelli del Pisa.

Lo avevano promesso: "All'Arena si gioca solo con Gattuso in panchina, altrimenti non si gioca". E sono stati di parola. Fra le tante forme di protesta è stata scelta la più civile, ovvero presentarsi all'hotel della squadra e da li non farla partire. Nessun problema di ordine pubblico, nessun problema di viabilità per chi si trovava a gravitare in zona Cisanello, insomma tutto e filato liscio e, come era inevitabile, la protesta ha avuto grande risonanza all'estero, e in modo particolare in Spagna. Basta dare un'occhiata ai giornali qui a fianco per farsi un idea.

La protesta ha però portato con se conseguenze anche negative. L'immagine di Pisa e del Pisa ne esce devastata da questa vicenda. Dopo anni il calcio internazionale tornava all'Arena Garibaldi. Doveva essere una grande giornata di festa con i nuovi giocatori, le nuove maglie, un avversario di valore assoluto e invece si è trasformata in un incubo. Qualcuno ha strappato il sogno ai Pisani e quel qualcuno deve assumersi le sue responsabilità, non certo i tifosi, preoccupati per una situazione che nelle ultime 72 ore ha assunto toni grotteschi.

La squadra è stata lasciata da sola in hotel con due su tre dei dirigenti "attivi" impegnati a presenziare allo show di Cesena, in compagnia di un fantomatico possibile socio o acquirente, parente di Fabio Petroni e quindi bruciato automaticamente (fonte La Nazione di questa mattina), un allenatore che non c'è, giocatori che vogliono lasciare Pisa, il ritiro di Montecatini che doveva iniziare oggi ma che non inizierà mai, prospettive per il futuro in questo momento pari a zero.

Il calcio a Pisa sta morendo e lo sta facendo di morte violenta. Mandanti ed esecutori materiali i proprietari che non riescono a capire che non è possibile gestire il Pisa come se fosse un'azienda qualsiasi. Il Pisa senza il consenso dei pisani non si porta avanti ed i pisani, volente o nolente si sono espressi in modo chiaro ed inequivocabile e questi dirigenti non li vogliono più.

Infine una parola su Fabrizio Lucchesi. Il direttore generale da quando Gattuso ha rassegnato le proprie dimissioni è scomparso da Pisa e dalla scena mediatica. Fonti della società dicono che sia a Roma a pianificare il futuro, su quali basi ci piacerebbe davvero saperlo, anche perchè eravamo abituati ad un Lucchesi che non si faceva mai negare ai giornalisti, ed invece adesso siamo di fronte ad un "desaparecidos"

Cosa succederà domani non possiamo saperlo siamo di fronte ad una situazione nella quale gli attori cambiano idea talmente rapidamente, che l'evoluzione delle idee al tempo della rivoluzione francese al confronto diventa un film al rallentatore. 30 ore fa Gattuso era un capitolo chiuso per Taverniti, dopo 12 ore per Petroni si poteva richiamare, fra altre 12 chissà cosa succederà. L'unica certezza è che se il calcio a Pisa sopravviverà solo se l'attuale proprietà esce allo scoperto, fissa un prezzo di vendita, da vita ad un esercizio provvisorio con alla guida un commercialista super partes e allontana gli attuali dirigenti invisi alla piazza. A questo condizioni, come ha detto l'ormai ex vicepresidente Giancarlo Freggia, forse, potrebbe anche tornare il mister più amato del XXI secolo a Pisa.

massimo.corsini