Il Pisa e la normalità: fra riconoscenza e risultati sportivi
Adesso sono tre le sconfitte casalinghe consecutive dei nerazzurri che vedono il traguardo della salvezza sempre più lontano. Cinque punti di ritardo ad oggi sembrano una montagna troppo alta da scalare, il calcio poi è bello perché imprevedibile e tutto può succedere, ma scommettere ora sulla salvezza del Pisa sembra un azzardo anche per il più inguaribile degli ottimisti.
Il Pisa fino a Dicembre è stato un club allo sbando, solo la forza di volontà della città intera, dei giocatori e dell’allenatore, ha permesso al sodalizio nerazzurro di salvarsi, di avere un futuro, di potersi giocare questo campionato fin in fondo. Con l’arrivo di Corrado tutti hanno tirato un sospiro di sollievo rivendicando finalmente il ritorno alla “normalità”. Ecco, su quest’ultimo aspetto c’è molto da discutere, perché il Pisa anche oggi non sa dove risiede la "normalità". Non per cattiva volontà dei protagonisti attivi (giocatori, tecnici e dirigenti) o passivi (tifosi, città, istituzioni), ma perché dopo tutto ciò che questo popolo ha passato, la mancanza di risultati sta provocando stati d’animo diversi che i social network evidenziano impietosamente: c’è chi, interpreta il calcio in modo più romantico e manifesta una incondizionata fiducia in Gattuso e nella squadra memori di quanto hanno fatto per la sopravvivenza del Pisa, e c’è chi invece vede il calcio in modo più pratico e non lesina critiche, vuoi per la campagna acquisti di gennaio, vuoi per le prestazioni che la squadra, specie far le mura amiche sta offrendo.
Dopo la partita contro l’Avellino lo stesso Gattuso ai microfoni di Punto Radio ha detto che a gennaio si poteva fare di più, ma che ciò non è stato possibile per le richieste folli che arrivavano da giocatori che evidentemente spinti dai loro procuratori avevano visto nel Pisa la gallina dalle uova d’oro.
Ne è uscito un mercato invernale fatto di tante, troppe scommesse, che il Pisa sta perdendo in toto e nel calcio quando si perdono le scommesse le cose finiscono male. Giudicare Gattuso come tecnico da questa stagione credo non solo che non sia corretto, ma anche ingeneroso. Il Mister meriterebbe per una volta di poter lavorare in un contesto di “normalità”, quella che non ha avuto neanche nella passata stagione nonostante la promozione centrata.
Può Gattuso trovare a Pisa la “normalità”? A questa domanda è ad oggi difficilissimo rispondere, probabilmente no, e la colpa è di nessuno, solo del destino che ne ha fatto molto di più di un allenatore, ne ha fatto un capopopolo, un icona, forse destinata sempre e comunque a dividere il pubblico fra coloro che nel nome della “normalità” guardano ai risultati sportivi e chi invece nel nome della riconoscenza non metterebbe mai in discussione il suo operato.
Se la società è davvero forte la retrocessione non può e non deve essere un dramma. Gli errori di gioventù ci stanno ed il mondo del calcio è spietato. Un passo indietro oggi potrebbe essere propedeutico a farne due in avanti domani