La Giunta Conti discrimina le associazioni del terzo settore

Cronaca
PISA e Provincia
Mercoledì, 21 Ottobre 2020

Le Associazioni della Casa della Città Leopolda scrivono alla Vicesindaca Bonsangue, mettendo in evidenza come il Comune sembra favorire le attività economiche a scapito delle associazioni del terzo settore, una disparità di trattamento sui canoni di affito di locali comunali da versare al Comune di Pisa

Lettera aperta alla Vicesindaco Avv. Raffaella Bonsangue

Ci rivolgiamo a lei quale vicesindaco e assessore responsabile del patrimonio comunale. La domanda è immediata: ritiene possibile che un ente del terzo settore riesca a pagare 103 mila Euro per l’affitto di una struttura pubblica non utilizzabile a causa delle misure di contenimento del virus Covid 19?

Come responsabile dei beni patrimoniali ha opportunamente promosso la riduzione del 30% dell’importo corrisposto su base annua dalle attività commerciali per l’affitto dei locali comunali. È stato un provvedimento di buon senso, che acquisisce ulteriore significato di fronte ai nuovi provvedimenti restrittivi appena entrati in vigore.

Ricordiamo come di fronte alla richiesta di pagamento del canone 2017 e 2018 della Leopolda, invitò pubblicamente le associazioni a cercare un accordo transattivo con il Comune di Pisa (febbraio 2019). Non fu necessario esperire questo tentativo, avendo le associazioni deciso di versare l’intero importo. La sua proposta mise comunque in rilievo la disponibilità del Comune di Pisa alla possibile individuazione di soluzioni di compromesso in grado di affrontare il mutamento delle condizioni oggettive. È il caso di questo periodo storico e della radicale modifica degli stili di vita e dei modelli economici determinata dalla diffusione del virus Covid 19. Interi comparti sono stati messi alle corde: la cultura, lo spettacolo dal vivo, i congressi, le fiere, gli eventi sportivi, la ricettività turistica, i trasporti e i servizi collegati. Si tratta di settori importanti, soprattutto in un paese come l’Italia, che concorrono in modo rilevante all’andamento dell’economia nazionale e al mantenimento dei livelli occupazionali.

La sua forza politica di appartenenza, Forza Italia, ha storicamente posto in primo piano la necessità di tutelare gli imprenditori e i titolari di attività economiche, arrivando più volte a lamentare un’invadenza eccessiva della Pubblica Amministrazione e una pressione fiscale troppo alta. Nel caso della Leopolda sta avvenendo l’esatto contrario: il Comune di Pisa chiede alle associazioni il pagamento dell’intero affitto nonostante la struttura debba sostanzialmente restare chiusa.

Le associazioni non chiedono alcun trattamento di favore, bensì la possibilità di accedere al medesimo provvedimento adottato per gli operatori commerciali. Chiudere la questione invocando la differenza che intercorre tra la forma giuridica dei soggetti commerciali, ammessi al beneficio, da quella dei soggetti associativi, esclusi dalla riduzione del canone, è profondamente iniqua, non tenendo in considerazione il ruolo decisivo svolto dal terzo settore nella società italiana. Questa impostazione non supera neppure un esame approfondito del quadro normativo. Il codice del terzo settore approvato con provvedimento di legge nel 2017 distingue gli enti del terzo settore in due categorie, commerciali e non commerciali. L’elemento qualificante è rappresentato dalla natura delle entrate prevalenti: le associazioni di volontariato e di promozione sociale possono alternativamente possedere una qualifica non commerciale o commerciale. È questo il caso della Casa della Città Leopolda, il cui trattamento fiscale si configura come commerciale. In concreto la Leopolda è un ente sottoposto al medesimo trattamento fiscale dei soggetti commerciali, può accedere alle misure di sostegno adottate su scala nazionale, ma non può beneficiare dei provvedimenti adottati dal Comune di Pisa. Le pare ragionevole?

La seconda obiezione citata dalla Direzione Patrimonio ha il sapore della beffa: avendo la Leopolda in passato beneficiato di contributi comunali non potrebbe accedere alle misure di sostegno. Peccato che dal suo insediamento i contributi sono stati integralmente tagliati, tanto che il Comune ha ricevuto una cifra complessiva di ben 230.014,09 Euro a saldo delle spettanze 2018 e 2019. 

Ci permetta altresì di svolgere una riflessione sullo stato del patrimonio comunale. Escludendo la Leopolda, tutte le strutture di grandi dimensioni sono chiuse e inutilizzate: gli Arsenali Repubblicani, la Torre Guelfa, i bastioni del Giardino Scotto, il centro Sms, larga parte dei Vecchi Macelli. Perfino gli spazi della Leopolda gestiti direttamente dal Comune di Pisa, come la Ludoteca o i locali sulla terrazza, sono chiusi. In questo contesto appare insensato assumere un atteggiamento feroce nei confronti della Leopolda, come se una riduzione del canone potesse modificare in modo sostanziale il grado di messa a reddito delle strutture a vocazione pubblica. Forse le vere motivazioni di questo accanimento risiedono altrove?

Il trascorrere del tempo e lo spostamento degli equilibri politici possono incidere sulle possibilità di orientare le scelte amministrative. Quello della Casa della Città Leopolda è tuttavia un caso limite, la cui disparità di trattamento dovrebbe colpire ogni persona autenticamente liberale.

luca.doni