La Scuola Normale Superiore aprirà a Napoli, ma non sarà succursale di Pisa. Vittoria o pessimo affare?
È davvero una vittoria, quella sbandierata in video messaggio dalla coppia Ziello-Conti (leggi qui), la decisione di non aprire una succursale della Scuola Normale Superiore a Napoli? La domanda è pertinente alla luce del post pubblicato su facebook dal ministro dell'Istruzione Marco Bussetti che conferma l'investimento di 50 milioni di Euro per la formazione di una Scuola Normale Superiore meridionale che a questo punto sarà completamente indipendente ed autonoma negli investimenti, e anche nel ricevere finanziamenti, rispetto a quella di Pisa che adesso si ritrova sulla soglia di casa una vera e propria concorrente.
Che sia stato un pessimo affare lo pensano in primis le opposizioni. Olivia Picchi, consigliera comunale del Partito Democratico e vice presidente della commissione cultura scrive: «una cosa è certa Pisa e la SNS non sono salve dal pressappochismo di questa amministrazione e di questo governo. Se non fosse un argomento serio verrebbe da ridere. E' abbastanza surreale il tono che questa amministrazione utilizza in ogni campo: le ordinanze antidegrado sono la vittoria contro i pericolosi terroristi giovani che invadono la nostra città, se mettono un albero in un giardino è la vittoria contro l'invasione di quelli che (chi siano poi non si sa) non tutelano il verde... è tutto così, se uno legge da fuori Pisa da l'immagine di essere una città sotto assedio con Superman che arriva a liberarla».
«Sulla vicenda della Scuola Normale, prosegue Picchi, si arriva al paradosso: al di là dei meriti Lega e 5 Stelle prima votano la legge di Bilancio che prevede la nascita della SNS del Meridione, subito dopo escono dichiarazioni contro tale scelta come l'avesse presa qualche altro soggetto, poi annunciano che la legge sarà cambiata e che quindi grazie a loro la Normale è salva. Sarà che siamo vicini al Natale ma i Cinepanettoni tradizionali erano più divertenti e avevano maggiore dignità. Io da tutto questo continuo ad essere preoccupata: con la modifica si rischia che l'Università di Napoli vada avanti da sola e che quindi vedremo lo stesso realizzarsi il progetto con Pisa tagliata fuori da ogni ruolo».
«A questo aggiungo, conclude la consigliera del Partito Democratico, che questo livello di discussione oltre che ridicolo è dannoso: se la discussione su temi nazionali che riguardano tematiche complesse e che coinvolgono l'Università e quindi anche il futuro di un territorio e di una nazione, viene affrontata alla stessa maniera delle idropulitrici direi che abbiamo poco da stare tranquilli.
La questione pisana declinata in questa maniera non apre speranze di dibattiti e progetti migliori. Forse la Normale sarà anche "salva" come dicono loro, sulle prospettive di Pisa e dell'Italia ho qualche dubbio».