La storia del Monopoly, il gioco da tavolo più famoso di sempre
Sono davvero pochi i giochi famosi e longevi come il Monopoly, il titolo che da quasi un secolo riunisce famiglie, amici e rivali intorno a un tabellone colorato di strade, stazioni e immobili da conquistare. È considerato il gioco da tavolo più venduto al mondo, tradotto in oltre 37 lingue e distribuito in più di 100 Paesi. Secondo i dati Hasbro, almeno 750 milioni di persone hanno giocato almeno una volta a Monopoly, il che lo rende davvero un’icona e un simbolo del gioco.
Con il passare degli anni, il classico tabellone ha saputo adattarsi anche al mondo digitale. Chiaramente il gioco da tavolo per eccellenza non poteva non adeguarsi ai tempi moderni ed è riuscito a sopravvivere finanche nell'era degli smartphone finendo nel turbinio delle trasposizioni digitali dei giochi di una volta: oggi si parla di Monopoly online proprio come si trovano online giochi da tavolo, e così come sono popolari i giochi di carte in formato digitale.
Le origini
Le origini del Monopoly risalgono a oltre un secolo fa, e non alla Parker Brothers come molti credono, ma a un’attrice americana: Elizabeth Magie. Nel 1903, la Magie brevettò un gioco chiamato The Landlord’s Game, pensato per spiegare i principi del “Georgismo”, una teoria economica che sosteneva la terra come bene comune e criticava i monopoli privati. Il suo scopo era didattico, non competitivo, e rifletteva la filosofia opposta a quella che oggi conosciamo nel Monopoly: i giocatori potevano perfino cooperare, pagando affitti a un fondo comune anziché a singoli proprietari.
Il tabellone del Landlord’s Game aveva già molti degli elementi oggi iconici: 40 caselle disposte a quadrato, una casella di partenza, la prigione, le ferrovie e persino le tasse. Col passare degli anni il gioco iniziò a diffondersi in versioni casalinghe con nuove versioni e nomi, fino a trasformarsi in un fenomeno virale dell’epoca. Una di queste versioni arrivò nelle mani di Charles Darrow, un venditore disoccupato durante la Grande Depressione americana, che ne perfezionò la grafica e aggiunse le case e gli hotel, depositandone il brevetto nel 1935, ribattezzandolo ufficialmente Monopoly.
La Parker Brothers ne intuì il potenziale e acquistò i diritti sia del Monopoly di Darrow sia del Landlord’s Game di Magie, fondendo le due idee e creando il gioco che tutti conosciamo. Da lì la diffusione fu inarrestabile e nel 2009 la distribuzione passò alla Hasbro, che ripristinò il nome originale e ne consolidò l’eredità globale.
L’evoluzione del gioco
Il Monopoly non è rimasto un semplice gioco di società, ma è diventato col tempo un vero e proprio fenomeno culturale. Oggi se ne contano quasi 300 versioni diverse, ognuna con ambientazioni, città o marchi ispiratori differenti. Esistono edizioni dedicate a Star Wars, Il Trono di Spade, ai Queen o ai videogiochi FIFA, ognuna con i suoi elementi moderni e tematici, senza dimenticare versioni senza contanti e le limited edition. Il gioco si è adattato anche alla rivoluzione tecnologica con versioni elettroniche, ovvero le app per dispositivi mobili, dove si può giocare online contro altri giocatori con semplici tocchi sullo schermo.
In ogni sua versione, il Monopoly mantiene il suo grande fascino, dove la strategia e la psicologia fanno la differenza. La fortuna e i dati fanno la loro parte, ma servono poi intuizioni e negoziazioni geniali per battere i propri avversari. La capacità di questo gioco di rendere semplice la questione del monopolio economico e trasformarlo in un momento di gioco tra amici e familiari è il vero punto di forza del Monopoly.
