L'accesso al bus deve essere garantito: Comune di Pisa condannato
La vicenda riguarda un ricorso presentato dai genitori di un minore con disabilità: al centro, l’accesso a una linea del TPL e il rispetto dei diritti costituzionali sulla mobilità. Ordine del giorno di Diritti in comune
Nel Consiglio Comunale approda la discussione sulla condanna alle spese processuali a carico del Comune di Pisa, inserita nella delibera sui debiti fuori bilancio.
La questione trae origine da un procedimento promosso dai familiari di un minore con disabilità, relativo all’accessibilità di una linea del trasporto pubblico locale.
Ha scritto Diritti in comune.
Nel Consiglio Comunale di giovedì 27 novembre viene discussa all’interno della delibera relativa ai debiti fuori bilancio la condanna alle spese subita dal Comune di Pisa in una vicenda giudiziaria azionata dai genitori di un minore disabile in relazione ad una linea di trasporto pubblico su cui il Comune di Pisa si è visto costretto ad intervenire per renderla effettivamente accessibile.
La sentenza del Tribunale di Pisa è molto chiara: in casi come questi viene «in rilievo il diritto -costituzionalmente tutelato- alla libertà di “circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale” di cui all’art. 16 Cost.. »
Anche la legge è chiara sul punto, e non solo la Costituzione, ma anche la L. 104/1992 e ss.mm .
Insomma, come ben evidenzia il tribunale è pacifico che « La norma ha la precipua funzione di porre le persone a mobilità ridotta in condizioni di parità ed uguaglianza -ex art. 3 Cost.- con i soggetti normodotati, indicando gli strumenti necessari affinché sia consentito anche alle prime di muoversi liberamente sul territorio, usufruendo degli appositi servizi pubblici ».
Si tratta di una criticità che poniamo da tempo. Nel luglio di questo anno il Comune di Pisa con una determina dirigenziale ha avviato l’operatività della linea 23 prevedendo espressamente, nello stesso atto, che alcune delle fermate della linea non siano accessibili alle persone con disabilità motoria.
Abbiamo segnalato questo provvedimento evidenziando proprio i profili discriminatori che emergono anche dalla sentenza del Tribunale di Pisa, anche perché non è isolata. Molti sono i precedenti in tutta Italia in questa direzione.
Proprio per questo abbiamo presentato un ordine del giorno in Consiglio Comunale con cui torniamo a chiedere che venga immediatamente ritirata in autotutela la determina sulla linea 23.
Sulla vicenda abbiamo anche inviato una segnalazione al Garante Regionale, oltre che a quello Comunale, dei diritti delle persone con disabilità: non possiamo accettare che la nostra città costringa proprio chi è più fragile a dover ricorrere al Tribunale per ottenere giustizia. Il motivo per cui il Comune di Pisa è condannato al pagamento delle spese processuali è proprio questo e si tratta di una sconfitta enorme della democrazia e dei diritti a spese dei contribuenti.


