Le maggiori software house al mondo del settore del gaming

Cultura
PISA e Provincia
Venerdì, 26 Novembre 2021

Il settore dell’intrattenimento si è espanso a vista d’occhio da quando è scoppiato il fenomeno dei videogiochi. Il gaming viene inteso oggi anche come divertimento competitivo e la continua evoluzione tecnologica sembra non porre freni alla realtà popolata da joypad e schermi all’ultimo grido. Intorno ai videogame è sorto un vero e proprio mercato che ha reso l’industria videoludica una delle più fertili del terzo millennio. Il tutto è dovuto a una concorrenza interna che spinge le varie software house a inventarsene continuamente una nuova pur di prendersi altre fette di mercato. Di conseguenza, alcune software house si sono affermate nel tempo come leader indiscusse.

Tra gli anni ’80 e ’90 erano Atari, Nintendo e SEGA a dominare la scena. La Nintendo, nella fattispecie, produceva giocattoli e giochi elettronici e solo in un secondo momento si è tuffata nel mondo dei videogame. Quando uscirono il Nintendo Entertainment System e il Super Nintendo non c’era alcun dubbio su quale società fosse la regina dei videogiochi. Non tutti sanno però che le manie di ambizione della stessa Nintendo hanno favorito l’ascesa inaspettata della Sony: nel Super Nintendo sarebbe dovuto essere implementato un lettore cd per garantire una maggiore longevità alla console, troppo limitata dalla distribuzione dei giochi nelle cartucce. Sarebbe stata la Sony ad occuparsene, ma in seguito alla rottura degli accordi con la Nintendo decise di produrre una console in proprio piuttosto che rinunciare al mercato dei videogiochi e così nacque la PlayStation. La SEGA, invece, ha lasciato perdere dopo pochi anni la realizzazione delle console, dedicandosi solo alle progettazioni a livello software.

Alle più note software house si accompagna oggi l’Electronic Arts, che si cura dello sviluppo di molteplici titoli, in primis quelli sportivi come FIFA e NBA Live. Anche Konami, attiva già da qualche decennio, ha retto botta. Menzione di merito va ad Activision, considerato il primo editore di videogame indipendente della storia, fautore di serie come “Call of Duty”. Ubisoft, invece, è passata un po’ in sordina dopo il successo di “Rayman”. Nel complesso, si può affermare comunque che buona parte dei protagonisti del settore videoludico degli anni ’90 sono sulla scena ancora oggi.

Nel terzo millennio le software house giocano un ruolo fondamentale anche nel gambling. Ne sono un esempio sviluppatori alla stregua di Novomatic e Play’n Go. In questo caso, però, non si parla di console, ma di semplici app: è sugli store digitali che viaggiano infatti il poker o il blackjack online. La varietà del palinsesto è alimentata in particolare dalle slot, cioè le controparti digitali delle vecchie macchinette che si trovavano sotto forma di cabinato nei bar. Si tratta di giochi che possono sposare più generi e argomenti narrativi, fondendo eventualmente storia e scienza, come dimostra la slot di avventura Da Vinci’s Treasure. Alcuni dei titoli più noti, in ogni caso, vantano anche delle produzioni amatoriali.

Cosa ci aspetterà nel futuro, a questo punto? Le ultime news in termini di sviluppo tecnologico ci parlano da tempo di un’introduzione massiccia della realtà virtuale, che tramite le nuove connessioni in 5G e in 6G dovrebbe risultare agevole nel giro di una decina di anni. Le software house non aspettano altro che poter mettere le mani su nuovi mezzi tecnici per produrre giochi ancora più sofisticati e avvincenti. Nel 2024 i videogame faranno parte di una vera e propria disciplina olimpica. Se si vuole alzare l’asticella, bisogna fare in fretta…

redazione.cascinanotizie