L'ingerenza di Bedini nella programmazione del Teatro Verdi
Una Città in Comune ha sscovato una lettera in cui l'assessore alla cultura, Filippo Bedini, chiedeva di inserire uno spettacolo nel cartellone del Teatro Verdi
Questo il comunicato integrale
Teatro Verdi, basta ingerenze politiche sulla cultura: chiediamo le dimissioni di Bedini
Non si è ancora spenta l'eco delle polemiche sul rinnovo della presidenza della Fondazione Teatro Verdi, con il passo indietro fatto dal sindaco Michele Conti sulla nomina dell'ex assessore Pier Paolo Magnani. Giustamente i sindacati hanno chiesto l'autonomia della maggiore istituzione culturale cittadina rispetto alle brame di potere della politica.
Purtroppo, la situazione è ancora più grave. A seguito di un accesso agli atti fatto dal nostro gruppo consiliare emerge, come denunciato dai sindacati senza il cui rigore queste criticità non sarebbero mai emerse, che l'assessore Bedini ha cercato di intervenire sulla programmazione culturale dello stesso Teatro Verdi, sulla definizione del cartellone, il biglietto da visita di ogni teatro. In una lettera datata 16 maggio 2024, ha chiesto ufficialmente ai responsabili del Verdi di mettere in programma uno spettacolo su Ezra Pound, suggerendo di «organizzare anche una conferenza sul tema della prigionia a Pisa di Ezra Pound». È un atto gravissimo, che ricorda un rapporto tra potere e cultura degno di un regime totalitario, un Minculpop a livello comunale.
L'ossessione di Bedini per i suoi beniamini della galassia della destra estrema e antisemita è inquietante, lascia intravedere un profilo psicologico preoccupante. Un assessore alla cultura che intende la cultura esclusivamente come l'imposizione dei suoi personali riferimenti culturali, è un assessore che deve dimettersi. Dopo aver imposto nel foyer del Teatro Verdi l'esposizione di una mostra indecente per il Giorno del Ricordo, con le riproduzioni di un fumetto morboso e pieno di falsità storiche, una vera e propria volgarità filofascista, dopo aver ammorbato il festival dello Scotto con la sua presenza e quella degli altri assessori, trasformando un'iniziativa culturale in una sfilata politica e di amici degli stessi, l'assessore Bedini dà l'immagine di un bambinone che ha finalmente in mano il giocattolo che bramava da tempo e con il quale adesso, preso da una gioia incontenibile, pretende di utilizzare con le regole che decide lui.
Purtroppo per Bedini, le regole esistono, quelle scritte e quelle della decenza.