L'iniziativa. Una scuola in Senegal grazie al gran cuore di Pisa

Cronaca
PISA e Provincia
Lunedì, 19 Dicembre 2022

Progetto solidale nato da Ibrahima Dieng. Ora tutti insieme per costruire un liceo a Gagnick. Donare è possibile

L'idea, nata da Ibrahima Dieng, ormai ha conquistato i cuori di moltissimi pisani e grazie al contributo dello Studio Galantini (Anna Ochalek, Giada Silvaroli) di Pisa e dell'architetto Marco Biondi, il progetto del nuovo liceo è già realtà.

Non solo, sempre da Pisa, intorno all'iniziativa si sono radunati enti, associazioni e realtà religiose quali la Caritas pisana, la Cisl, la Cgil, la chiesa Valdese, Casto (Coordinamento delle associazioni senegalesi in Toscana), Provincia di Pisa, l'Unità Migranti in Pisa, Massimo Bortoluzzi (ex comandante della Municipale di Pisa) e Cecchini Cuore (che ha messo a disposizione competenze e defibrillatori).

Insomma, dal sogno alla relatà, a volte, anche se può sembrare impossibile, il passo è breve.

Ibrahima Dieng, senegalese, da 18 anni vive a Pisa e lavora presso Cicli Papini e proprio durante il suo percorso lavorativo presso lo storico negozio pisano, ha pian piano trovato posto nella città che lo ha adottato, regolarizzandosi e comprando casa.

Da questa sua nuova dimensione e dall'ultimo viaggio fatto in Senegal, è nata l'idea di dare una mano alle famiglie e ai ragazzi rimasti in Africa, a Gagnick, dove esistono solo le scuole elementari e medie: "I bambini -  ha raccontato Ibrahima Dieng durante la presentazione pubblica del progetto presso le Officine Garibaldi - devono andare in città più grandi una volta arrivati ai 13-14 anni, ma lontani dai familiari non hanno neppure da mangiare, così smettono".

Alla base del progetto, quindi, il volere dare una mano concreta e la voglia di riscattarre il futuro delle nuove generazioni.

"Durante il mio ultimo viaggio - aveva detto Dieng -  il sindaco del mio paese mi aveva chiesto una mano. Io ho risposto che ci avrei provato, il popolo italiano è molto buono. Inoltre creare un complesso scolastico apre a nuove prospettive e dona un futuro diverso".

Il progetto tiene conto dei materiali locali, quali i mattoni crudi riducendo al minimo il calcestruzzo, che è un materiale economico, ma anche poco adatto alle temperature di quelle latitudini, riducendo l’inquinamento causate dalle fabbriche di cemento e dalla produzione di elettricità. Terra rossa africana quindi, al posto del calcestruzzo. Maggiore resistenza al calore, minore dispendio di energia. La terra crea un'elevatissima resistenza al suono e al calore. Quando le temperature in Senegal salgono, le costruzioni in cemento si salvano grazie all'aria condizionata. E inquinano. Invece, l'esperienza delle costruzioni in terra, ha dimostrato che si può far calare naturalmente la temperatura di anche 6°.

Inoltre la scuola è fatta con un doppio tetto che serve  a proteggere dal caldo e dalle piogge e un sistema di ventilazione naturale.

"Cinque gli edifici - conclude Ibrahima Dieng - 8 le aule previste apribili e che possono quindi ospitare anche 50 alunni, ci saranno laboratori, sala computer e spazi comuni, al centro del progetto un volume che accoglierà la biblioteca che sarà aperta a tutta la comunità del paese e non solo agli studenti, perché la scuola dovrà avere la massima permeabilità con il paese e i suoi abitanti per incentivare la caratteristica sociale del progetto.

Alla presentazione del progetto erano presenti anche Federico Oliveri che organizzerà una raccolta fondi online e farà da ponte con l’Università, il presidente del coordinamento delle associazioni senegalesi in Toscana Mbaye Ndiouck e l’ex presidente Embaye Diop, quello della comunità senegalese a Pisa Abdoulahat Pene. Anche la Provincia di Pisa, con il presidente Massimiliano Angori, si è resa disponibile a supportare l’iniziativa.

L’iban per donare è: IT80G0306914010100000008926, intestato a Chiesa evangelica valdese di Pisa, causale “Scuola in Senegal”.

carlo.palotti