Malattie tiroidee: studio pisano sui casi in gravidanza

Cronaca
PISA e Provincia
Mercoledì, 1 Febbraio 2023

No aumento rischio aborto o altre complicanze se funzione tiroidea materna ben controllata

I risultati di uno studio, che ha coinvolto più di mille donne in gravidanza rivoltesi all’Unità operativa di Endocrinologia 1 dell’Aoup e recentemente pubblicati sulla rivista americana “The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism”, dimostrano come in quelle con malattie autoimmuni della tiroide non vi sia un aumento del rischio di aborto, parto pretermine o delle principali complicanze materno-fetali se la funzione tiroidea materna viene adeguatamente controllata durante la gestazione. Lo studio è stato pubblicato dalla dottoressa Francesca Orsolini, del gruppo di ricerca coordinato dal professore Massimo Tonacchera.

«Le patologie autoimmuni della tiroide – spiega la dottoressa Orsolini - sono di frequente riscontro nelle donne in età fertile e in gravidanza e, mentre la presenza di una disfunzione tiroidea (ipotiroidismo/ipertiroidismo) è notoriamente associata a complicanze materne e fetali, il ruolo degli anticorpi anti-tiroide sull’andamento della gravidanza è tuttora controverso. Lo studio pisano su questa vasta coorte di gravide arruolate mostra come, controllando adeguatamente l’ipotiroidismo o l’ipertiroidismo nelle gestanti, né la presenza degli anticorpi anti-tiroide né il livello degli stessi (titolo anticorpale) si associ a un incremento del numero di aborti, parti pretermine o altre complicanze materne, fetali e neonatali (poliabortività, basso peso alla nascita, diabete gestazionale, distacco prematuro di placenta, gestosi, placenta previa, ipoglicemia neonatale transitoria, distress respiratorio neonatale)”. “Al contrario – aggiunge il dottor Emilio Fiore - livelli più elevati di TSH nel primo e nel terzo trimestre di gravidanza, e pertanto un controllo quasi ottimale della funzione tiroidea materna, sembrano essere correlati a un maggior rischio di aborto e di parto pretermine, a conferma che l’eventualità di queste complicanze è da riferire maggiormente allo scarso controllo della funzione tiroidea piuttosto che all’autoimmunità di per sé”. “Il nostro studio – conclude la dottoressa Lucia Montanelli – sottolinea l’importanza di una corretta programmazione e gestione della gravidanza nelle donne con tireopatia autoimmune per assicurare sin dalle primissime fasi di gestazione un adeguato apporto di ormoni tiroidei al feto, indispensabili per il normale sviluppo fetale».

massimo.corsini