Maltempo del 30 ottobre: piogge eccezionali nel Pisano, a Cascina picchi record di 169 mm/h

Cronaca
Cascina
Venerdì, 31 Ottobre 2025

Ecco perché non basta pulire i tombini. L’episodio di maltempo ha mostrato la fragilità delle reti di drenaggio urbano di fronte a precipitazioni estreme. I dati della stazione meteorologica di Cascina documentano un evento di intensità eccezionale

Le forti precipitazioni che nella giornata del 30 ottobre hanno interessato la Toscana hanno colpito con particolare violenza il territorio pisano, dove si sono registrati valori di pioggia fuori scala per un contesto urbano.

Secondo i rilevamenti della stazione meteorologica di Cascina, l’intensità massima ha raggiunto i 169,4 millimetri all’ora, un livello tipico dei fenomeni convettivi più violenti.

Un evento breve ma estremamente concentrato, che ha messo in seria difficoltà le reti di drenaggio e spiega i numerosi allagamenti verificatisi nell’area.

La mattina di venerdì 31 ottobre, Carlo Palotti, per Punto Radio Cascina Notizie, ha intervistato Andrea Pardini, presidente dell'Associazione Rete Meteo Amatori - Meteo Pop sugli eventi registrati a Pisa e Cascina.

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Ha scritto Rete Meteo Amatori - Meteo Pop

L’episodio di maltempo che ha interessato la Toscana nella giornata del 30 ottobre 2025 ha colpito con particolare intensità l’area del Pisano. I dati della nostra stazione meteorologica di Cascina mostrano valori di precipitazione che evidenziano tutta la potenza dell’evento e spiegano le difficoltà di smaltimento delle acque riscontrate sul territorio.

Un picco da 169 mm/h: valori estremi per un contesto urbano

Le piogge più importanti si sono registrate intorno alle 11:15, ma la fase più intensa si è concentrata tra le 11:30 e le 12:10, con un rain rate massimo di 169,4 mm/h.

In poco meno di due ore, la stazione ha misurato oltre 35 mm di pioggia, pari a più della metà dell’accumulo giornaliero parziale, che ha poi raggiunto 62,4 mm alle 18:50, (ora di stesura dell’articolo).

Per comprendere la portata del fenomeno: un’intensità di 169 mm/h corrisponde a circa 14 mm caduti in soli cinque minuti. Si tratta di una precipitazione estremamente concentrata, di tipo convettivo, capace di saturare rapidamente il suolo e mettere sotto pressione qualunque rete urbana di drenaggio.

Portate superiori a qualsiasi dimensionamento di progetto

Le reti fognarie e di scolo urbano vengono normalmente progettate per intensità tra 20 e 40 mm/h. Nel caso di Cascina, le intensità osservate sono state da tre a cinque volte superiori.

Per fare un esempio pratico: un bacino urbano di 1.000 m² sottoposto a 169 mm/h di pioggia genera una portata di circa 42 litri al secondo, valore che supera di gran lunga la capacità di una caditoia standard, in perfette condizioni, in genere smaltisce un massimo da 8–12 L/s. Per reggere questa portata servirebbero almeno 7–8 caditoie perfettamente operative sullo stesso tratto, cosa spesso non presente.

Implicazioni per la capacità di smaltimento

Di conseguenza, anche in presenza di tombini perfettamente puliti, la rete entra in “sovraccarico idraulico“: l’acqua non riesce a defluire nei tempi necessari, si accumula sulla superficie stradale e si muove verso i punti più bassi, causando allagamenti localizzati e rigurgiti nei pozzetti.

  1. Sovraccarico immediato delle caditoie e dei collettori secondari: l’acqua piovana, con un rain rate >150 mm/h, non entra fisicamente nei tombini perché la pendenza stradale e la velocità del deflusso superficiale diventano troppo elevate. Si formano rigagnoli e flussi di superficie che convergono nei punti più bassi, generando ristagni o allagamenti localizzati.
  2. Portata di piena oltre il limite di progetto: le reti fognarie tradizionali urbane (dimensionate per tempi di ritorno di 10–20 anni) sono calcolate su intensità di 25–40 mm/h. Un evento come quello di Cascina (>100 mm/h per oltre 30 minuti) rappresenta 3–5 volte la capacità massima di progetto, quindi inevitabilmente produce allagamenti, anche con tombini perfettamente puliti.
  3. Tempi di svuotamento lenti: dopo il picco delle 12:00, le precipitazioni restano deboli (1–2 mm/h), ma la rete impiega tempo a smaltire il volume accumulato, soprattutto nei tratti a bassa pendenza tipici della pianura pisana. Ciò spiega la persistenza dell’acqua in superficie per oltre un’ora dopo la fine della fase più intensa.

Un evento che evidenzia i limiti del sistema

L’episodio del 30 ottobre 2025 a Cascina rappresenta un caso emblematico di precipitazione estrema ormai sempre più frequente in Toscana.

In meno di tre ore, il territorio ha dovuto gestire un volume d’acqua paragonabile a quello di un temporale stagionale completo.

Il risultato è la dimostrazione di quanto sia urgente ripensare le infrastrutture idriche e fognarie urbane con criteri più moderni e resilienti, adeguandole ai nuovi regimi pluviometrici imposti dal cambiamento climatico.

Considerazioni idrauliche e di progettazione

  • Non è una questione di aghi di pino o manutenzione, che restano comunque indispensabili: anche con griglie pulite, nessuna rete urbana storica è dimensionata per 169 mm/h, intensità oggi più frequenti a causa della tropicalizzazione del clima.
  • Le reti costruite tra gli anni ’60 e ’80 erano tarate su curve di possibilità pluviometrica (IDF) molto più conservative, tipicamente 20–30 mm/h per eventi di 15 minuti. Gli eventi odierni, invece, superano di 3–4 volte quei parametri.
  • Dragaggi indiscriminati dei corsi d’acqua, spesso invocati come soluzione, possono peggiorare il rischio: abbassano il letto fluviale, aumentano la velocità della corrente e l’erosione delle sponde, riducendo la capacità di laminazione e trasferendo il problema a valle. La vera risposta è:
  1. vasche di laminazione e aree di espansione,
  2. drenaggi urbani sostenibili (SUDS),
  3. separazione delle reti bianche e nere,
  4. invarianti idrauliche nei nuovi piani urbanistici.

 

redazione.cascinanotizie