Manifestazione a Pisa davanti alla sede di Leonardo: “Stop alla fornitura di armi a Israele”

Cronaca
PISA e Provincia
Sabato, 25 Ottobre 2025

Il coordinamento “Pisa per la Palestina” ha protestato contro le collaborazioni militari tra Italia e Israele, chiedendo l’applicazione rigorosa della legge 185/90 e la riconversione civile dell’industria bellica

Venerdì 24 ottobre, il coordinamento “Pisa per la Palestina”, ha promosso un presidio davanti alla sede pisana di Leonardo SpA, nell’ambito della settimana di mobilitazione internazionale “Global Movement to Gaza”.

I manifestanti hanno chiesto la sospensione delle forniture e delle collaborazioni militari con Israele, denunciando il coinvolgimento dell’azienda – a controllo pubblico – nella produzione di sistemi e componenti utilizzati nel conflitto a Gaza.

Tra le richieste avanzate, l’applicazione rigorosa della legge 185/90 sulle esportazioni di armamenti, maggiore trasparenza sui contratti e un percorso di riconversione civile delle attività industriali.

 

Ha scritto il coordinamento “Pisa per la Palestina”.

Leonardo S.p.A., azienda a controllo pubblico, fornisce sistemi, sensori, avionica, componenti per droni e piattaforme militari che Israele sta usando per compiere il genocidio del popolo palestinese a Gaza. 

Quando un'impresa partecipata dallo Stato alimenta una guerra, la responsabilità non è solo economica: diventa politica ed etica. Licenze di esportazione, cooperazioni industriali e vetrine come la conferenza Cybertech (Roma, 21 ottobre) rafforzano l'asse tra Italia e l'apparato militare e di sorveglianza israeliano.

Come coordinamento delle realtà pisane che sostengono il popolo e la resistenza palestinese contro lo stato genocida e terrorista di Israele, venerdì 24 ottobre eravamo davanti alla sede pisana di Leonardo, per far sentire la nostra voce e intercettare chi lì lavora.

La legge 185/90 impone criteri stringenti per le esportazioni verso i Paesi coinvolti in conflitti e gravi violazioni dei diritti umani: andrebbe applicata con rigore, sospendendo licenze e collaborazioni militari con Israele. Servono trasparenza e controllo democratico: pubblicazione dei contratti, tracciabilità dell'uso finale, auditing indipendente su catene di fornitura e componenti "dual use".

Per questo, all'interno della settimana di mobilitazione di Global Movement to Gaza, ci siamo recate davanti alla sede di Leonardo. Riteniamo sia necessario informare e fare tutto il possibile, assieme alla cittadinanza e alla comunità studentesca, perché (come chiedono i lavoratori della sede di Taranto della stessa Leonardo) si arrivi il prima possibile a uno stop a forniture, co-sviluppi e invio di componenti dual-use verso Israele, si garantisca la trasparenza totale sui contratti e sulle catene di fornitura, si sospendano gli accordi con istituzioni israeliane, revocando retroattivamente le licenze dell'UAMA (l'unità per le autorizzazioni ai materiali di armamento del Ministero della Difesa), arrivando infine all'embargo vincolante da parte dell'UE e alla riconversione civile delle industrie belliche come Leonardo.

 

 

 


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redazione.cascinanotizie