No alla "moralizzazione" de La Città del Teatro, per un teatro laico

Politica
Cultura
Cascina
Venerdì, 26 Agosto 2016

A stretto giro di posta anche Fabrizio Cassanelli, Consulente artistico de La Città del Teatro, prende posizione sulle polemiche inerente il teatro a Cascina. Lo fa con un piglio filosofico-drammaturgico, con lo spirito laico che è matrice fondante dell'arte nel suo essere oltre, ma ancora di più del teatro, spirito "laico" che accoglie al di là di qualsiasi imposizione nel nome di una morale.

"Un teatro ospita e replica tutti i giorni in luoghi e territori diversi quel "rito laico" che racconta la vita di tutti noi a tutti noi.

Una pratica quella teatrale al servizio dei pubblici, luogo non censurabile, zona aperta ( teatro on ) di indipendenza, che collega tensione e sfida, tensione al fare e costruire, impulsi necessari per ogni società che si vanta di essere civile. Non è concepibile un teatro asservito al megafono di una fazione. Arte non comprimibile, il teatro è pubblico per sua natura, è pubblica la sua funzione sociale, il suo impatto culturale.

Perciò un teatro non può essere bloccato dentro una categoria "moralizzatrice" ma deve includere e accogliere tutte le parti umane e politiche di una comunità, fatta di platee di ogni età, appartenenza e credo. Il teatro è quel luogo a semicerchio in cui “è nata la democrazia”.

Fabrizio Cassanelli

Mi ricordo l'Orestea di Eschilo trilogia sublime, che racconta la nascita della democrazia ( e della filosofia). Certo si trattò di un periodo immenso del pensiero, forse non ripetibile, ma è bene ricordare sempre anche in tempi di involuzione generale, che limitare il teatro dentro una gabbia ideologica è una forzatura antidemocratica, che ha come unico fine l'asservimento dell'arte e degli artisti. Un teatro è libero o non esiste."

luca.doni